tag:blogger.com,1999:blog-63326551798192068192024-03-19T11:53:37.384-07:00Angelo MammettiQui sono a casa mia e posso dire quello che mi pare.
Fuori dai social, non c'è nessuno che mi legge, quindi parlo al vento, all'etere sconfinato del web.
E respiroAngelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.comBlogger20125tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-77707180443979845182023-05-28T08:18:00.001-07:002023-05-28T08:22:32.128-07:00Che cos’è la Consapevolezza? Perché è così Importante?<p><span style="font-size: medium;"> </span></p><ul style="text-align: left;"><li><h1 style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><a href="https://unaparolaalgiorno.it/significato/consapevolezza">Una particolare definizione di Consapevolezza</a></span></span></h1>
</li></ul>
<p style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><i>Questa
parola denota un fenomeno estremamente intimo, e di importanza
cardinale. Non è un superficiale essere informati, né un semplice
sapere - e si diparte anche dalla conoscenza, più intellettuale. La
consapevolezza è una condizione in cui la cognizione di qualcosa si
fa interiore, profonda, perfettamente armonizzata col resto della
persona, in un uno coerente. È quel tipo di sapere che dà forma
all’etica, alla condotta di vita, alla disciplina, rendendole
autentiche.<br />
<br />
La consapevolezza non si può inculcare: non è
un dato o una nozione. È la costruzione originale del proprio modo
di rapportarsi col mondo - in quanto sapere identitario, davvero
capace di elevare una persona al di sopra dell’ignoranza e della
piana informazione. È il caso della consapevolezza del rischio, che
non frena ma rende accorti; della consapevolezza delle proprie
capacità, che orienta ed entusiasma; della consapevolezza del
dolore, che rende compassionevoli e gentili; della consapevolezza di
essere amati, che rende invulnerabili.<br />
<br />
Diventare
consapevoli di quanto accaduto, di come siamo cambiati, di quale
futuro ci sta davanti è un passo fondamentale nella direzione
giusta. Chi è consapevole non subisce ma può affrontare e
rielaborare. Consapevolezze condivise rendono possibile un agire
comune.</i></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span> </span></span></p><p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span> </span></span></p><p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Oggi
sono stato cooptato per parlare della “consapevolezza” e di
quello a cui serve, perché è così importante. Ma io non ne so
niente. Se non quel poco che è la mia esperienza.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Non
è un caso, però, che io sia coinvolto in questa operazione in
questo tempo. Non per ciò di cui sono portatore, ma perché è
questo tempo che evoca ricerche e domande in questa direzione. In un
certo senso siamo tutti coinvolti a cercare di esplorare il vero
senso di questa parola, per altro abusata, ma determinante oggi. Che
forse è per questo che è abusata: cerchiamo di diventare
consapevoli della consapevolezza.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Partiamo
da questo, quindi: </span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><i><b>la
consapevolezza si acquisisce, non ce l’abbiamo in dote.</b></i></span></span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Per
cominciare questo percorso serve partire da un punto specifico:
accettare che si è <i><b>in-consapevoli di essere in-consapevoli</b></i>.
In questo modo si diventa consapevoli di essere in-consapevoli. Così
siamo a metà strada.</span></span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><i>La
consapevolezza</i>, come si diceva, <i>è un’esperienza
individuale, una costruzione originale del proprio personale modo di
interagire col mondo</i>.</span></span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>In
questo caso, in questo tempo, siamo chiamati a diventare consapevoli
di chi ognuno di noi è. E ognuno fa un’esperienza di sé
particolare, in cui viene alla luce qualcosa che prima non poteva, in
nessuno dei tempi passati, per nessun essere umano: essere
consapevoli come individui per essere consapevoli come specie.</span></span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Perché
è questo che sembra che stia succedendo, e cioè che l’umanità
tutta è a una svolta, ma una parte di essa sta producendo una
<i><b>speciazione</b></i> di cui molti di quelli che ne fanno parte
non se ne rendono nemmeno conto. In altri tempi le speciazioni sono
avvenute con la coscienza che le popolazioni che si staccavano dai
luoghi e persone di origine per diventare altro, avevano ben chiara,
mentre ora ciò che le differenzia è la specie madre che ha
allontanato la specie figlia. Non siamo stati noi a volercene andare,
ma ci hanno espulsi loro dalle loro modalità. </span></span>
</p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Questa
dovrebbe essere la prima consapevolezza, con cui accedere alla
seconda, e cioè che non avendo una meta, né l’intento, ci siamo
ritrovati completamente spiazzati e costretti a guardare qualcosa che
ancora non esiste. Isolati gli uni dagli altri fra noi e tutti
insieme da loro, siamo stati costretti, chi più chi meno, a
confrontarci con noi stessi senza la più pallida idea di chi
fossimo.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><i><b>Siamo
stati costretti a diventare consapevoli di essere in-consapevoli.</b></i></span></span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Siamo
a buon punto, come si diceva. A metà dell’opera.</span></span></p>
<h4 align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><i><b>----
Differenza fra conoscenza e consapevolezza</b></i></span></span></h4>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>C’è
un altro scalino da superare ed è quello di comprendere la
differenza fra consapevolezza e conoscenza. </span></span>
</p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Una
delle lamentele più accorate, di questi tempi, è che “ci viene
nascosta la verità”, raccontandoci menzogne, a volte plateali,
censurando chi cerca di svelarle e mantenendoci in
allerta-sopravvivenza perché non ce ne occupiamo. Ci arrabbiamo
perché non viene fuori la verità che tutti conoscono, credendo che
la conoscenza ripristinerebbe uno stato di giustizia e spingerebbe la
realtà nella direzione di un’etica sociale più congrua e sana.</span></span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Conoscere
i fatti, conoscere gli ingredienti dei vaccini, conoscere i segreti
delle élite, conoscere i messaggi fra poteri. Crediamo che il
conoscere può riportare in equilibrio ciò che si è sballato. </span></span>
</p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Il
conoscere, o sapere, non porta necessariamente a una consapevolezza.
Non si diventa consapevoli di quello che si sa, ma attraverso, con,
quello che si sa/conosce.</span></span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Perché,
nella stragrande maggioranza dei casi, il sapere qualcosa conduce ad
essere consapevoli di qualcosa di più ampio, o più profondo. </span></span>
</p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Al
contrario, molto spesso, conoscere molte cose e ampiamente, non vuol
dire che il protagonista sia consapevole di quello che quelle
conoscenze significano. La consapevolezza usa la conoscenza per
aggiungere e armonizzare il nuovo con il già presente. Non è la
conoscenza di cose nuove a far evolvere una persona, ma è la
consapevolezza della persona che la porta a eliminare cose che,
all’arrivo del nuovo, non servono più nella direzione della sua
crescita, sviluppo ed evoluzione.</span></span></p>
<h4 align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><i><b>------
Ma vediamo ora perché è così importante la consapevolezza.</b></i></span></span></h4>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-size: medium;">
“<span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i>È
la costruzione originale del proprio modo di rapportarsi col mondo -
in quanto sapere identitario, davvero capace di elevare una persona
al di sopra dell’ignoranza e della piana informazione.</i>”</span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-size: medium;">
“… <span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">la
costruzione originale del proprio modo…” sottintende tutte le
sfaccettature dell’azione individuale: </span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">1)
</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">costruire,
non subire; </span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">2)
</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">originale,
non emulata o copiata; </span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">3)
</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">proprio,
senza interventi altrui; </span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">4)
</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">modo,
dal </span></span>Latino <i>modus</i> ‘misura’. </span></span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>L’importanza
di questa cosa è che se c’è, niente e nessuno può condizionare,
né spingere il consapevole in alcuna direzione che non sia lui a
scegliere, non perché sa la verità oggettiva che non esiste, ma
perché è presente a sé stesso fino in fondo. Mi ripeto dicendo che
non è importante di cosa essere consapevole, ma l’essere integrati
con la funzione esistenziale della propria consapevolezza, che sarà
applicata ad ogni evenienza, sia interna, sia esterna. </span></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Questo
porta, se avviene, al <i><span style="font-weight: normal;">sapere
identitario, davvero capace di elevare una persona al di sopra
dell’ignoranza e della piana informazione</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">rendendo
l’individuo in grado di rapportarsi col mondo nell’ambito della
realtà.</span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Realtà
che, a sua volta, si svelerà (si toglierà i veli) sempre più
chiaramente. Anche su sé stesso, su chi egli è ‘veramente’.</span></span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Vorrei
soffermarmi un po’ su questo ‘veramente’?</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Relativamente
al ‘</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">perché
è così importante la consapevolezza’, </span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">mi
domando: quanto di quello che ognuno crede di sé stesso è una
</span></span><i><span style="font-weight: normal;">costruzione
originale</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">?</span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">cco
il senso dell’</span></span><i><span style="font-weight: normal;">importanza</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
della consapevolezza: scoprire chi si è.</span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>In
questa direzione ci si scontra con TUTTO ciò che abbiamo creduto
fosse vero, con TUTTO ciò a cui ci siamo attaccati come
consolatorio, o motivante, o rassicurante. E per TUTTO intendo ogni e
qualsivoglia cosa sia data per scontata e non. Compreso ciò che
riteniamo di stare sperimentando come reale nella nostra vita
quotidiana. Dalle sensazioni alle emozioni, dalle necessità ai
sogni, dalla materia allo spirito. TUTTO.</span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Capire
questo è importante, per poi procedere a livello di consapevolezza,
in modo da creare la </span></span><i><span style="font-weight: normal;">condizione
in cui la cognizione di qualcosa si fa interiore, profonda,
perfettamente armonizzata col resto della persona, in un uno
coerente</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.</span></span></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">C</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">ome
per tutto, anche in questo caso è necessario un motore, una
propulsione che spinga a </span></span><i><span style="font-weight: normal;">costruire
il proprio modo di relazionarsi col mondo</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
che sennò è facile abbattersi e sconfortarsi. </span></span></span></span>
</p>
<h4 align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><i><b>-----
Se non fosse così importante che l’essere umano sia consapevole di
"chi è", non ci sarebbero state azioni determinate a impedirgli di
esserlo.</b></i></span></span></h4>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Per
questo partiamo dall’inizio, o meglio, da quello che siamo abituati
a credere che sia l’inizio, in questo caso la versione a noi più
vicina di quell’inizio apparentemente comune a tutte le tradizioni
e culture.</span></span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Lasciamo
perdere le teorie di Darwin a cui nemmeno lui, né il suo socio
Wallace credevano, e lasciamo perdere chi dice che siamo stati creati
a immagine e somiglianza di qualcuno e fermiamoci solo sulle parole e
sui concetti ad esse sottesi di chi ci dice che a quel tempo c’era.
Prendiamo quelle che è scritto siano state dette ai tempi della
genesi.</span></span></p>
<p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-size: medium;">
“<span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i><b>22</b></i><i>...
l'uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene
e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del
frutto dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre. </i></span></span></span>
</p>
<p style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-size: medium;"><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i>23
...</i></span></span></b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i>
mandò via l'uomo dal giardino d'Eden, ...</i></span></span></span></p>
<p style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-size: medium;"><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i>24
… </i></span></span></b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i>scacciò
l'uomo e pose a oriente del giardino d'Eden i cherubini, che
vibravano da ogni parte una spada fiammeggiante, </i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i><b>per
custodire la via dell'albero della vita</b></i></span></span><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>”.
</span></span></span>
</p>
<p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><span style="font-style: normal;">L’uomo
in questione era una specie </span><span style="font-style: normal;">adibita
alla schiavitù, che una volta fuori si è poi rimescolato a chi ha
trovato lì... ma lasciamo perdere. Ci interessa osservare come la
consapevolezza sia stata osteggiata da subito perché pericolosa per
qualcuno. E non ci interessa se è una storiella per bambini
deficienti. Cogliamone la ‘morale’, per così dire, come si fa
per le varie opere e storie di tutti i tipi e tempi.</span></span></span></p>
<p align="justify" style="font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><span style="font-style: normal;">Da
bell’inizio, il fatto di essere diventati, </span><span style="font-style: normal;">in
quanto</span><span style="font-style: normal;"> </span><i>costruzione
originale,</i><span style="font-style: normal;"> ‘come’ qualcun
altro attraverso la conoscenza di qualcosa che non si voleva si
conoscesse, è un pericolo per quel qualcuno. </span><span style="font-style: normal;">Ma
il vero pericolo era quello che, visto che il ‘come’ era stato
raggiunto, se prendesse </span><i>in più</i><span style="font-style: normal;">
il frutto di un albero da cui, evidentemente, il ‘qualcuno’ in
questione prendeva abitualmente, sarebbe diventato ‘più’ di lui.
Non entriamo nel merito delle parole usate, ma limitiamoci all’azione
svolta in quel momento e all’intenzione esplicita di perpetuarla
per l’eternità: tenere l’uomo lontano da quel qualcosa. Quale
che sia il frutto, </span><span style="font-style: normal;">o</span><span style="font-style: normal;">
gli effetti della </span><span style="font-style: normal;">di cui</span><span style="font-style: normal;">
ingestione, l’uomo sarebbe semplicemente diventato consapevole di
essere diverso </span><span style="font-style: normal;">da prima</span><span style="font-style: normal;">.
Esattamente come con l’ingestione del primo frutto. </span><span style="font-style: normal;">È
l’aumento della consapevolezza di ‘chi è’ a rendere l’uomo
pericoloso. Tanto pericoloso da rendergli impossibile per sempre
l’accesso all’albero. E alla consapevolezza conseguente.</span></span></span></p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span>Diciamo
che vista l’ostinazione e la tenacia con cui siamo stati
evidentemente lasciati ignari, dovrebbe venire la voglia di
costruirci la nostra consapevolezza a tutti i costi. Partendo però
dall’evidenza che <i>ogni cosa sembri stata una conquista della
conoscenza, sia stata invece un modo per tenercene lontani</i>. </span></span>
</p>
<p align="justify" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><u>Ecco
perché TUTTO ciò che crediamo di sapere suggerisce che lo sappiamo
a discapito della consapevolezza.</u></span></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">C’è
un’altra leggenda, </span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">della
cultura Visnuista</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
che in forma diversa racconta la stessa cosa. È quella in cui Brahma
</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">incazzato
con gli esseri umani, riunisce gli dei minori per capire dove
nascondere il potere a loro </span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(degli
uomini) </span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">disposizione
e alla fine decide di infilarlo nei recessi più profondi di </span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">loro</span></span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
stessi. Cercheranno dappertutto, meno che dentro sé stessi.</span></span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ma prendiamo come spunto un'altra curiosità sapienziale.</span></span></span></span></p><p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: medium;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"> </span></span></span></span>
</p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5fwERzB0g-eQe1Msan2zTl29Cv1GgUOsWiBN8nGckcaNaODqAAflmwnotgDHVy8nxsi9GPUDtuN6u-a7NVVLhyEKKSjdDo2-JJ1LZY-LCI6ZKK0K_K6Nb3W5GttzyCb67JMlsmpSylkDNVhMe5uI3MT6homQlH488wGNglnnbwVucpYBfRrWzsetZaw/s643/Immagine.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="311" data-original-width="643" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5fwERzB0g-eQe1Msan2zTl29Cv1GgUOsWiBN8nGckcaNaODqAAflmwnotgDHVy8nxsi9GPUDtuN6u-a7NVVLhyEKKSjdDo2-JJ1LZY-LCI6ZKK0K_K6Nb3W5GttzyCb67JMlsmpSylkDNVhMe5uI3MT6homQlH488wGNglnnbwVucpYBfRrWzsetZaw/w594-h288/Immagine.jpg" width="594" /></a></span></div><span style="font-size: medium;"><b><br /></b><b>
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span>Il sefer Yetzirà,
il più antico testo di Cabalà, nel capitolo primo, afferma in modo
perentorio: </span></span></b><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>“Dieci
è il numero delle Sephiroth ineffabili, dieci e non nove, dieci e
non undici. Intendi con sapienza, e sii saggio con intelligenza,
investiga questi numeri, e trai da loro conoscenza, il disegno è
fisso nella sua purezza, e riporta il Creatore nel Suo luogo.”</span></span></i></span>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ma,
come si vede dai disegni, sono 11: Da’at non è da prendere in
considerazione.</span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i>“<span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-weight: normal;">L’undicesima
Sephiroth chiamata </span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><b>Daat</b></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-weight: normal;">,
</span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">[</span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">...</span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">]</span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-weight: normal;">
rappresenta la </span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><b>Conoscenza
unificante</b></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-weight: normal;">
che deve essere ristabilita attraverso l’Unione degli opposti. </span></span></span></i><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>Si
tratta della sede di un’intensa attività spirituale,</span></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-weight: normal;">
che rimane però misteriosa ed elusiva se espressa nei termini della</span></span></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span>
consapevolezza umana.</span></span></b><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-weight: normal;">”</span></span></span></i></span></p><p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;"><span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-weight: normal;"> </span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(<a href="https://www.istitutobioenergia.it/8981-2/">https://www.istitutobioenergia.it/8981-2/</a>)</span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i>“… <span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">se
espressa nei termini della consapevolezza umana”, cioè il nulla.</span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Intendo
dire che sul piano della ricerca di riscoprire chi siamo, utilizzando
strumenti ritenuti sapienziali, ci viene suggerito di farci gli
affari nostri, di seguire le indicazioni del maestro e di non rompere
le palle con la conoscenza unificante. Ripeto: </span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i><span style="font-weight: normal;">conoscenza
unificante.</span></i></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
Perché, tanto, con la consapevolezza che abbiamo non ci arriveremo
mai.</span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ancora
una volta dobbiamo fare quello che ci viene detto di fare, non quello
che non dobbiamo fare. Che non sia mai che si corra il rischio di
svelare la verità su chi siamo.</span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Perché
leggendo un po’ su questo tema, si scopre che </span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">è</span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
per il nostro bene: </span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">secondo
loro, </span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">se
usassimo la conoscenza </span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Da’at</span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
separeremmo le cose che sono già unite invece di unire cose
separate. Ingegnoso, vero? </span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Applicato
fra l’altro fino a ieri pomeriggio.</span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">A
che livello di consapevolezza ci ritroveremmo se facessimo quello che
in questo mondo duale è per antonomasia il compito dell’esistenza
umana, </span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">cioè</span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
l’unione degli opposti?</span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Da
questo punto di vista concludo sottolineando che se non fosse così
pericoloso che noi diventiamo consapevoli di chi siamo, ci avrebbero
lasciati stare. Invece è da bell’inizio che ci ostacolano. Ergo…</span></span></span></span></i></span></p>
<h4 align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i><b>----
Sofferenza. </b></i></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i><b>Diaballo
e Simballo</b></i></span></span></i></span></h4>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Forse
che se diventassimo consapevoli non ci sarebbe più sofferenza? Forse
che la sofferenza, mantenuta come valore dall’inizio, sia proprio
il modo per tenerci lontani dal divenire consapevoli? Forse che si
potrebbe iniziare a diventare consapevoli osservando proprio la
sofferenza come strumento per distrarci? Non potrebbe essere così
viste le ultime azioni che hanno avuto e hanno proprio l’intento di
mantenerci costantemente in allarme e quindi in sofferenza? </span></span></span></span></i></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Osservare
la sofferenza in sé, non i motivi che la causano, quindi, </span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">perché
è lo</span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
scopo principale dell’azione di sviamento.</span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ricordi?
“… </span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Da’at
è </span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i><span style="font-weight: normal;">la
Conoscenza unificante che deve essere ristabilita attraverso l’</span></i></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i><b>Unione
degli opposti</b></i></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i><span style="font-weight: normal;">.
</span></i></span></span></i><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i><span style="font-weight: normal;">Si
tratta della sede di un’intensa attività spirituale, che rimane
però misteriosa ed elusiva se espressa nei termini della
consapevolezza umana.</span></i></span></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”</span></span></span></span></b></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">L’“unione
degli opposti” sottintende </span></span></span></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">a)
</span></span></span></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">che
si</span></span></span></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">a</span></span></span></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
poss</span></span></span></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">ibile</span></span></span></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">averla</span></span></span></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
e </span></span></span></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">b)</span></span></span></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
che sembra esserci stato un tempo in cui gli opposti in questione
fossero una cosa sola, prima che qualcuno, come già detto, ci
mettesse di mezzo il </span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">διαβάλλω
</span></span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(diaballo/diavolo),
</span></span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">che
significa</span></span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
“getta</span></span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">re</span></span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
qualcosa fra una cosa e l’altra separandole”.</span></span></span></span></span></span></b></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><b><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">È
da questa separazione che si genera la sofferenza, è l’essere
separati da una parte di sé che genera la sofferenza, perché da
qualche parte c</span></span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">’</span></span></span></span></span></b><b><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">è
la memoria di un’unità originaria che si cerca in tutti i modi di
ritrovare e sperimentare.</span></span></span></span></span></span></b><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></i></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Qual
è la grossa difficoltà, anch’essa indotta, che ha a che fare con
questa sofferenza, è facile da desumere: </span></span></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i><span style="font-weight: normal;">cercare
di trasformare gli opposti per trovare una mediazione e un punto
d’incontro </span></i></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><i><span style="font-weight: normal;">fra
loro, mantenendoli due</span></i></span></span></i><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
</span></span></span></span></i></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Mentre
la consapevolezza opta per il </span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">σύμβάλλω
</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(symballo/simbolo)
</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">che
significa “gettare insieme”. </span></span></span></span></span></span></i></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Se
uno “getta” qualcosa fra i due </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">per
separarli</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
l’altro non può “gettare” </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">qualcosa
per unirli (cosa getta, l</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">a
colla?). </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">“gettare
insieme” significa prendere entrambi gli opposti e lanciarli
nell’esperienza della propria vita </span></i></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><u><span style="font-weight: normal;">contemporaneamente</span></u></i></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">,
lasciando alla consapevolezza il compito di integrarli </span></i></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">dentro
di sé</span></i></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
Ricorda: “</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">la
cognizione di qualcosa si fa interiore, profonda, perfettamente
armonizzata col resto della persona, in un uno coerente”.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Facile?</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Per
niente. E n</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">o</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">n
c’è </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">nessuno
</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">ch</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">e</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">abbia
</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">le
istruzioni. </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">L’esperienza
può essere solo e unicamente individuale.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">E
qui arriviamo ad un altro passaggio importante. </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Dato
che </span></span></span></span></span></span></i></span>
</p>
<h4 align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><b>----
</b></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><b>(massa
Critica)</b></i></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><b>
</b></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><b>la</b></i></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><b>
</b></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><b>consapevolezza
è un’esperienza incontrovertibilmente individuale,</b></i></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></span></i></span>
</h4>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">non
è dato trovarne una di specie, di gruppo, di associazione o di
squadra. E questo genera un profondo disagio nella stragrande
maggioranza degli esseri umani. Il detto “l’unione fa la forza”,
che può starci, funziona solo se ogni singolo individuo di
quell’unione è consapevole, altrimenti </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">quell’unione</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
è solo un grumo di bipedi che, pronti a seguire colui che li guidi,
gli si ritorcono contro non appena è richiesta la loro
consapevolezza. </span></span></span></span></span></span></i></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Di
questi tempi va per la maggiore l’idea che ci dovremmo unire in
numeri importanti per protestare e ottenere cambiamenti reali della
situazione in atto, e c’è un notevole disappunto perché questo
non succede, anzi. E ritorna costantemente la faccenda della “massa
critica”, ritenendo che sia formata da una percentuale elevatissima
della popolazione totale.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ma
non è così.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
concetto di massa critica è preso a prestito dalla fisica nucleare </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">e</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
come ci racconta wikipedia, la “</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><b>Massa
critica</b></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
indica in generale una soglia </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">quantitativa</span></i></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
minima oltre la quale si ottiene un mutamento </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">qualitativo</span></i></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.”</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Nel
sociale, fra noi umanoidi, ci sono stati molti tentativi di calcolare
la </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">quantità</span></i></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
di persone “evolute” necessaria perché si salti all’evoluzione
</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">qualitativa</span></i></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
di tutta l</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">a
specie</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
Chi dice il 25%, chi parla di 144.000, chi dell’1% del totale e
chi, infine, della radice quadrata dell’1% del totale, </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">c</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">irca
9.000 persone su 8 miliardi.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Che
siano scientifici o no, sono calcoli che esulano da ciò che ci
interessa, ma che hanno in comune una cosa: quel numero, quale che
sia, </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">rappresenta</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
la </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">quantità</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
di </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">singoli
</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">individui
che fanno da soli, </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">isolati
da tutti gli altri,</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
un percorso di consapevolezza. </span></span></span></span></span></span></i></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Come
abbiamo detto, non esistono istruzioni utili perché quelle dateci
fin qui sono servite a tenerci lontani dalla consapevolezza, ma
soprattutto perché non sarebbe “consapevole” colui che non lo è
diventato </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">da
solo.</span></i></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Vogliamo
che cambi il mondo? Ambizione assolutamente auspicabile. Ma per
riuscirci c’è una sola cosa che è in nostro potere fare: cambiare
noi stessi diventando consapevoli.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">È
mia opinione che st</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">i</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">a
succedendo qualcosa che, riguardo alla consapevolezza, </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">v</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">iene
da</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
oltre la responsabilità individuale, pur mantenendone la
preponderanza. Ci sono delle leggi che la natura segue, che la fisica
osserva e ci spiega. In questo caso c’è la terza legge della
dinamica che ci spiega che ad ogni azione corrisponde una reazione di
uguale intensità e in </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">verso</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
contrari</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">o</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.
Potrebbe essere uno degli aspetti del symballo che getta insieme le
due forze opposte. Ma a me interessa raccontare quello che mi sembra
di vedere relativamente alla consapevolezza e a quanto c’entri la
natura.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<h4 align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><b>----
</b></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><b>Principio di Azione
e Reazione</b></i></span></span></span></span></i></span></h4>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Viviamo
in un periodo, di alcuni anni, piuttosto turbolent</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">o</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
in cui ci sembra, sconcerta</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">ndoci</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
che il mondo stia andando a rotoli in mano a degli imbecilli
pericolosissimi, i quali sembra non si rendano conto con che cosa
stiano giocando. Tanto che a qualcuno viene da dire “ma chi me lo
fa fare a essere consapevole, meglio essere ignaro e beota”. Sembra
proprio che tanto più si approfondiscono le cose, si senta parlare
di risveglio, di spiritualità, di consapevolezza, tanto più aumenti
l’assurdità della coscienza globale. Tant</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">i</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">di
</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">più
divent</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">an</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">o
</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">i
</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">consapevoli,
tanto più aumentano gli imbecilli.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ecco:
io credo stia avvenendo il contrario, proprio in base alla terza
legge.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Tanto
più sta aumentando la follia, tanto più sta aumentando la
consapevolezza.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Non
è assurdo come sembra.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">In
primis non stiamo parlando del numero delle persone consapevoli, ma
di uno stato a cui contribuisce la massa critica di cui sopra, fatta
di poche persone. Le quali, come abbiamo già detto, sono un piccolo
numero perché solo in pochi sono in grado di affrontare le
difficoltà che il diventare consapevoli comporta. Il che implica il
fatto che ovviamente ben pochi di coloro che si definiscono
risvegliati o consapevoli lo siano sul serio. Anzi: fanno mucchio con
gli altri.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Per
cui, all’aumentare dell’imbecillità su sempre più persone,
aumenta la consapevolezza, ma distribuita su pochi </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(quasi
9 mila su 8 miliardi) </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">solitari
e silenziosi smanettatori dei propri neuroni. </span></span></span></span></span></span></i></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ce
lo ricordiamo? È dall’inizio che c’è chi fa ciò che è in suo
potere per tenerci lontani dalla consapevolezza, no? Il mantenerci in
perenne stato di allarme e di emergenza ha questo scopo. Se le
inventa</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">n</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">o
di ogni, ogni giorno.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Siccome
però ci investono un sacco di energia, con un’intensità spesso
insopportabile, vuoi che la natura non li consideri? Vuoi che la
natura non faccia il suo mestiere solo in questo caso? Vuoi che non
ci sia una reazione di uguale intensità, </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">nel</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">verso
contr</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">ari</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">o</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">?
Anche nelle modalità? Cioè, tanto più una è roboante, casinista,
strombazzata e su enormi percentuali di esseri, tanto più la
reazione è silente, nascosta, e su piccole percentuali. </span></span></span></span></span></span></i></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ma
l’intensità è uguale.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(</span></span></span></span></span></span></i><i><a href="https://www.studenti.it/dinamica2.html">https://www.studenti.it/dinamica2.html</a></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">)</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;">“<span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">Se
un oggetto A esercita una forza su un oggetto B, anche B esercita una
forza su A. Le due forze sono uguali in intensità e direzione, ma
opposte in verso, cosicché il sistema costituito da A e B è
globalmente inalterato”. </span></i></span></span></span></span></i></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Chiariamo
subito che quell’ “inalterato” è riferito all’equilibrio
delle forze, non alle risultanti di questa contrapposizione. Se il
carbone viene pressato a livelli potentissimi e per periodi
lunghissimi da una massa incommensurabile di roccia, lui reagisce con
la stessa intensità e in verso contrario... diventando diamante. Il
carbone lo usiamo per certi scopi e il diamante per altri, no? </span></span></span></span></span></span></i></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">All’aumento
della </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">forza</span></i></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
della consapevolezza come reazione, corrisponde la presenza sul
pianeta di una consapevolezza/diamante sempre più pervasiva, tanto
da essere il prodotto stesso, il sistema inalterato frutto
dell’interazione </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">e
integrazione</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
delle due forze, fin a quel punto “contrarie”.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Inoltre
la scienza, quella vera, dà un altro contributo interessante, ma non
mi metto a spiegarlo, visto che è talmente complicato da capire che,
per spiegarlo, appunto, dovrei laurearmi in fisica. </span></span></span></span></span></span></i></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Si
basa sulla seconda legge della termodinamica e qui mi fermo. A noi
interessa il fatto che ci spiega che la “coscienza” (studiata dai
moderni fisici come elemento essenziale dell’esistenza
dell’universo) </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">è
lo stato di equilibrio del nostro sistema /specie “essere umano”
e che è ineluttabile il suo raggiungimento, anche se rallentabile,
attraverso l’aumento della “consapevolezza”. Questo ci
interessa perché oltre alla nostra individuale partecipazione, un
forte contributo viene offerto anche dai processi evolutivi
dell’universo. </span></span></span></span></span></span></i></span>
</p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">In
conclusione: la consapevolezza è </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">il
mutamento di</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
stato dell’individuo </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">mentre
la coscienza è la méta a cui </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">il
mutamento di stato </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">tende.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">È
importante perché permette di cambiare le cose.</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
<p align="justify" style="line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Veramente
non è importante di che cosa essere consapevoli, anche se di più
cose si è consapevoli, più aumentano le possibilità di cambiare
l’esistente, ma di esserlo </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">in
quanto </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">stato
d</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">ella</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
propri</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">a</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
attenzione, di presenza a </span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">quello</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
che, succede</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">ndo</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
diventa parte di noi, “</span></span></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><i><span style="font-weight: normal;">perfettamente
armonizzata col resto della persona, in un uno coerente.</span></i></span></span></span></span></i><i><span style="color: black;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”</span></span></span></span></span></span></i></span></p>
Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0Trieste TS, Italia45.6495264 13.776818231.592967118594309 -3.8013068000000008 59.706085681405689 31.3549432tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-88653762935648573632023-05-04T07:35:00.022-07:002023-05-04T09:34:53.403-07:00A CHE PUNTO È LA NOTTE?<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;"> È un mio sfogo, un mio chiacchierare con l'Universo, probabilmente inutile da leggere. </span></p><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="background-color: white; font-size: small;">Credo, nelle miriade di cose scritte, di non aver mai scritto
qualcosa di bello, rispetto alla mia vita, in relazione a persone, a
eventi, a esperienze. Sempre e comunque gli aspetti negativi. </span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">Se mi fermo a pensarci, salta
all’occhio come io abbia sempre avuto un approccio lamentoso alla
vita e che l’influenza degli altri, soprattutto delle altre, abbia
determinato tutti i miei stati d’animo. </span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">Comincio a credere di non aver
mai amato nessuno, in realtà, ma di essere solo stato a osservare le
altre che mi amavano e che, dandomi la loro attenzione – che non ho
dubbi a credere che fosse amore nella maggior parte – mi
rassicuravano con la loro presenza e mi davano quello che a me stesso
non ho mai dato, l’amore, appunto.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">Per il resto, ogni cosa che ho
intrapreso, portandola fino in fondo al massimo delle mie
potenzialità e con discreto successo, sia stata solo l’opportunità
per sfidare quel qualcosa di me che mi diceva che non valgo una
mazza. Ottenendo l’approvazione da parte degli altri, potevo dire
di essere qualcuno. </span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">Troppo spesso ho sognato,
quando facevo l’attore, il momento in cui avrei ricevuto l’oscar,
o gli ingaggi milionari in film famosi. </span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">Troppo spesso ho anche
sabotato i vari corsi in cui insegnavo le cose che ho scoperto
entrando in tensione quando non ottenevo gli elogi dei partecipanti. </span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">E continuo a pensare che ogni
mia riflessione o idea o illusione debba passare al vaglio di un
pubblico.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">Il tutto con l’intento di
essere apprezzato, considerato… amato.</span></p><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="background-color: white; font-size: small;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="background-color: white; font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5A4XCgTtPUZBRrHtXzG3pXyCjsh8d9f0e6YdrPavVnCiwRHnf-WewmK4RbDMXzG26k4wfecJj2AdWmifYlamUIqML5rmjufHKHZ4Jj3-askMFnVV65-21x0TbhjWtSjzWbxZRVR6gvDzfLqt5CK2CVwwVqXnW0vtUJmC_mgmTks4y1lVDy14eJiemyA/s800/amare%20se%20stessi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="800" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5A4XCgTtPUZBRrHtXzG3pXyCjsh8d9f0e6YdrPavVnCiwRHnf-WewmK4RbDMXzG26k4wfecJj2AdWmifYlamUIqML5rmjufHKHZ4Jj3-askMFnVV65-21x0TbhjWtSjzWbxZRVR6gvDzfLqt5CK2CVwwVqXnW0vtUJmC_mgmTks4y1lVDy14eJiemyA/w400-h240/amare%20se%20stessi.jpg" width="400" /></a></span></div><span style="background-color: white; font-size: small;"><br /> </span><p></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">Perché non sono io ad amarmi.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">E immagino che questo si
senta.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">Ed è per questo che,
ovviamente, io ho fatto tutto con immenso sforzo, dannandomi a
spaccarmi in quattro, non per il compimento di un’opera, ma per
giungere al momento del riconoscimento.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">Devo dire che ho anche
lavorato sodo a certe cose senza aspettarmi niente e avendo, anzi, un
effetto inaspettatamente entusiasmante da parte degli altri. </span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">Spesso, infatti, credendomi
invisibile e facendo cose con tutta la mia energia, cura, attenzione
e determinazione, mi sono ritrovato ad essere riconosciuto e stimato.
</span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">Ora vivo questa tremenda
angoscia dell’aver rovinato tutto e del non aver più tempo per
fare altro. Tutte le competenze che ho acquisito le considero
inutili, svanite dalla mia possibilità, e con un’inefficienza
fisica che mi impedisce di portarle eventualmente avanti come ero in
grado di fare.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">Già. Anche il non sopportare
il decadimento fisico e l’aver creato il blocco al recupero di una
certa vitalità con le emorroidi debilitanti, mi sta imponendo la
lamentela verso un universo che mi ha abbandonato e che non mi ama.
Dato che ormai non ho più nessuna relazione con esseri umani, né
donne, né amici, né gruppi di lavoro. </span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">Cosa voglio? </span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">In realtà non ho scelta: o mi
amo, o comincio ad amarmi, o sono destinato ad un inesorabile
decadimento in accelerazione.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">E non c’è nessuna nuova
opportunità a mia disposizione, non c’è niente che possa dirsi
degno di essere vissuto, nemmeno – o meglio: men che meno – la
ricerca di un modo per rigenerarmi. </span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="background-color: white; font-size: small;">Quindi, Universo, puoi darmi
una mano ad apprendere l’amore per me stesso?</span></p>
<p style="text-align: justify;"></p>Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-8890247819730631262023-03-27T05:03:00.002-07:002023-03-27T05:03:35.258-07:00Parliamo delle Ceneri, che è là il problema<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0LIAEn36uWx50HZkow-Yglhvr3tuxvFduG39rQy2kG1UG_HlsRN-hkSWDT7eWBuieNtw1v4dhA-Zdkz_UoWCFRta9UEhA3LG08vDrhI3v5ELejbDCgexy0ezyJpsTe3HxiWbibZERCUcSFGddWbz27XItxKetkHOzR3WnzMyfeOTC3XYC0SWTlb1jtQ/s960/fenix-960x632.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="632" data-original-width="960" height="356" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0LIAEn36uWx50HZkow-Yglhvr3tuxvFduG39rQy2kG1UG_HlsRN-hkSWDT7eWBuieNtw1v4dhA-Zdkz_UoWCFRta9UEhA3LG08vDrhI3v5ELejbDCgexy0ezyJpsTe3HxiWbibZERCUcSFGddWbz27XItxKetkHOzR3WnzMyfeOTC3XYC0SWTlb1jtQ/w539-h356/fenix-960x632.jpg" width="539" /></a></div> <p></p><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Facile, vero, parlare della
Fenice e di come sia bello rinascere dalle proprie ceneri?</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Certo che è bello, ma prima
bisogna diventare le “proprie ceneri”.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">E parliamo di questo, allora.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Come si fa a diventare le
proprie ceneri? Si accende un falò e ci si siede sopra? Si aspetta
che vada a fuoco la propria casa e si sta là a lasciar fare e,
magari, se arrivano i pompieri cacciarli a calci in culo? O ci si
lascia morire per diventare compost anche se non proprio cenere?</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">E in ogni caso descritto, o
immaginato, o possibile, quanto conta la volontà e quanto il caso? </span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">(Sì, vabbè, “il caso non
esiste”, lo sappiamo, ovvio. Certo, è un principio fondamentale
della nuova coscienza emergente… ‘fanculo).</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Detto ciò, a parte me stesso
– il mio corpicino emaciato, intendo – io non ho più niente da
bruciare. Veramente: restano solo stanche ossa, cartilagini e pochi
capelli.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><br />Ho bruciato tutto, ogni e
qualsivoglia mia presenza creativa nel mondo. Non scrivo più, se non
post su feisbuk, che non è che sia scrivere. Non faccio più
trattamenti, né capanne sudatorie, né sessioni private e di gruppo
di Bioenergetica, non suono più i tamburi, non scopo più, né,
soprattutto, faccio più l’amore, non lavoro, né produco un
reddito, non viaggio, non sto. </span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">L’unica mia ambizione, ora,
è rinascere, perché me lo hanno detto tutti gli archetipi
astrologici. “Dopo anni e anni (eddilloammé) di ‘sfide’
(ahahahahah) e distruzione (ahaa eeecco), è arrivato il momento,
caro Angelo e scorpione, di rinascere come una giovane fenice.
D’altro canto la fenice è anche il tuo simbolo.)”.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Esticazzi.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Veramente: non so più cosa
bruciare. A parte me stesso, appunto.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Non è che abbia fatto una
gran fatica, c’è da dirlo, perché semplicemente si è dismesso
tutto da solo, compresa la casa venduta insperatamente, ma senza
trovarne un’altra e cambiandone 6 in 3 anni.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Nel frattempo ho semplicemente
perso l’interesse per tutto ciò che prima mi riempiva la vita e
l’entusiasmo. </span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">A che pro?</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">E di mezzo ci si è messo
anche il desio mondiale e generale, dove anche quel poco che riuscivo
a racimolare ha trovato il muro.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Il niente, se non oggetti e
piccoli rimasugli di intelligenza, alcuni neuroni funzionali alla
biologia minima.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Cos’altro c’è da
bruciare?</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Proprio solo la mia vita
organica.</span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Farà da sola o me ne devo
occupare direttamente?</span></p>
Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-76410389855628389732022-07-17T08:43:00.008-07:002022-07-18T06:53:39.942-07:00L'Imprinting dell'Evoluzione, la Dissonanza Cognitiva e lo Sciamano che è in te.<p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Ho una cosa da dire, ma è un
po' complessa, credo, anche se a me sembra semplice.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Siamo
“messi male” (eufemismo), e questo si è capito, ma non credo si
tratti di un periodo di apocalisse, o di risveglio, o di crollo di un
sistema e della nascita di uno nuovo.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Siamo
solo nella… vabbè: “messi male”, come miliardi di volte nella
storia.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">La
cosa diversa è l’accoppiamento fra il numero di viventi e la
quantità e velocità delle informazioni e comunicazioni fra loro.
Mai nella storia eravamo tanti e mai nella storia le info arrivavano
in tempo reale.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Questo
fa sì che ci sia uno stato psichico particolare che fa pensare –
questo sì – ad uno stato di evoluzione in corso nella nostra
specie. In meglio o in peggio si vedrà, ma è tutto qua quello che
sta avvenendo.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Che
comunque non è poco. Chissà quante balene sono morte prima che si
integrasse la nuova specie, quella con le pinne al posto delle zampe.
Per cui…</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Anche
se è vero che siamo frutto di e siamo abituati a tempi diversi,
moltissimo più rapidi. La storia dell’evoluzione da scimmie a ciò
che siamo, benché non tutti, è sotto studio per le sue enormi
anomalie temporali rispetto a qualsiasi altra specie. E quindi
chissà.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Restiamo
sul pezzo, e vediamo come sostenere e aiutare questa evoluzione, dai.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">La
mia tesi, sostenuta da molte persone che, studiando la storia, dicono
che quello che succede ora è la prima volta che si manifesta, è che
singolarmente possiamo accompagnare l’evoluzione che di suo avrebbe
tempi molto più lunghi. Un po’ come le aragoste, divenuto stretto
il carapace dobbiamo abbandonarlo. Se sappiamo di averlo e se
impariamo a farlo.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"> </span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><h3 align="justify" class="western" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Siamo nati troppo presto </span></span>
</h3><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Cominciamo
con due link (<a href="https://www.lescienze.it/news/2012/09/03/news/neonati_uomo_indifesi_evoluzione_cervello_bacino_bipedismo-1232165/#:~:text=Per%20raggiungere%20una%20fase%20di,di%20gestazione%20invece%20di%20nove.">1 </a>e <a href="https://www.pnas.org/doi/full/10.1073/pnas.1205282109" target="">2</a>)
per andare a vedere due siti che raccontano della cosa che mi ha
fatto riflettere e mi ha messo la pulce nell’orecchio sul qualcosa
da poter fare.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Gli
scienziati che studiano queste cose, si pongono il problema del
perché, in maniera contro-naturale, l’essere umano nasca 9/12 mesi
prima di essersi sviluppato – nell’utero – a sufficienza da
avere a disposizione un sistema neurologico e cognitivo appena simile
a uno scimpanzé neonato. Sistema che gli servirebbe per essere
autonomo il giusto, invece di essere imbelle come un feto immaturo e
completamente in balia degli adulti che lo circondano. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Faccio
notare che si chiedono quale sia la causa di una cosa che,
osservabile, viene data per scontata. Non si pongono nessun dubbio
che sia così, ma si interrogano sul come mai avvenga una cosa così
anomala. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">E
questa è un’informazione, e la teniamo là, appoggiata sulla
scrivania.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"> </span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><h3 align="justify" class="western" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">L'Imprinting è considerato
fondamentale</span></span></h3><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Passiamo
ad altro, questa volta corroborato da un'amplissima letteratura e
pratica clinica e cioè l’osservazione delle problematiche
psichiatriche e psicologiche che derivano da ciò che è successo al
paziente nel periodo pre, peri e post natale. Lì ci sono i traumi,
gli imprinting, le esperienze, eccetera, di cui si occupano
professionisti di tutto il mondo da una cifra di anni, sempre con lo
scopo di andare a verificare in quel periodo la causa, o la genesi
dei problemi.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Io
seguo Lowen da 40 anni e lui descrive, per esempio, la genesi del
carattere schizoide nei primi tre mesi di vita.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Ok:
lì si imbastisce la maggior parte di ciò che si svilupperà nel
bene o nel male nella vita di ognuno di noi. E il concetto di
“imprinting”, di qualcosa che dà forma e determina i
comportamenti futuri, nasce da qua.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Anche
questa informazione mettiamola nella sua cartelletta e appoggiamola
sulla scrivania insieme all’altra.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"> </span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><h3 align="justify" class="western" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">La dissonanza cognitiva</span></span>
</h3><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Adesso
apriamo un’alta cartella e ci mettiamo dentro alcune informazioni
riguardanti la “dissonanza cognitiva”. Me ne sono occupato perché
credevo e credo di soffrire di questa patologia. In sintesi è uno
stato di esistenza in cui uno sfigato si trova a barcamenarsi a
seguito dell’incapacità di trovare una sintesi fra degli stimoli
esterni spesso diametralmente opposti fra loro.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">La
maggior parte delle informazioni recuperabili dalla rete,
riguardano il problema del rapporto deleterio con un narcisista. Alla
fine, però, ha a che fare con ogni tipo di manipolazione, da quella
mediatica al marketing, dalla campagna elettorale alle religioni.
Cioè, siamo tutti manipolatori e manipolati sfruttando sempre e
comunque i meccanismi per produrre la “dissonanza cognitiva”. In
pratica ci costruiamo un mondo a sé che non ha un rapporto logico
con la realtà, in modo da avere un ambito ideico in cui sentire di
avere un senso e in cui anche le proprie scelte di vita e di
sopravvivenza abbiano un senso, proprio quando nella realtà esterna
tutti i segnali porterebbero alla disperazione e all’annichilimento.
</span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Quello
che sto dicendo qui potrebbe esserne un esempio.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Potremmo
annoverare nella patologia della “dissonanza cognitiva” anche il
complottismo, la tifoseria delle idee e della opinioni, il senso di
dicotomia che viviamo nella nostra società.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Gira
che ti rigira, ognuno si costruisce un pacchetto di pensieri che gli
permettono di sopravvivere in mezzo a quest’ammasso di descrizioni
che sono l’una l’opposto dell’altra e a giorni alterni, se non
a ore.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Se
poi ci mettiamo anche le nuove ricerche e teorie scientifiche, oltre
che l’invenzione di nuove branche della stessa scienza (<a href="https://biomedicalcue.it/epigenetica-interazioni-genetica-ambiente-bioimmagini/32671/">Epigenetica</a>
e <a href="https://sipnei.it/cosa-la-pnei/">P.N.E.I.</a> in primis), avremmo a supporto quello che viene dato per
scontato e cioè che è il pensiero a creare la realtà e non
viceversa. Quindi? La realtà crea la dissonanza o è la dissonanza
che crea la realtà?</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Chiudiamo
la cartella e mettiamola vicino alle altre due.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Complesso,
eh?</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Eh,
lo so, ma segue una sua logica. Ci arriviamo.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"> </span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><h3 align="justify" class="western" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Lo Sciamano </span></span>
</h3><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Adesso,
seduti alla scrivania, con le tre cartelle ben in vista, figuriamoci
di avere seduto, difronte a noi, un particolare figuro un po’ torvo
e folkloristico, proveniente da quella cultura ancestrale che più vi
piace: lo sciamano.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">È
da millenni che si aggira sul pianeta, anche se il termine proviene
dalla zona nord orientale del mondo, fra la Siberia e la Cina. Il suo
ruolo lo vediamo riconoscibile a tutte le latitudini e, in qualsiasi
di queste, gli veniva riconosciuta la capacità di “camminare tra i
mondi”, passeggiate dalle quali riportava nella tribù di
appartenenza ogni tipo di cosa utile alla salute di chi a lui si
rivolgeva. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Lasciamo
alla fantasia ogni e qualsivoglia descrizione del tizio in questione
e limitiamoci a considerare questa sua competenza di muoversi fra il
cosiddetto mondo reale e il cosiddetto mondo fuori dalla realtà.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Perché
è della sua competenza che dobbiamo occuparci. È lo sciamano <b>in
noi</b> che, quando adesso apriremo le tre cartelle insieme, avrà la
possibilità di dirci cosa farcene. Non aspettiamoci che arrivi uno
sciamano vero a dircelo, perché parte del suo ruolo è
quello di far vivere l’esperienza e poi, se è il caso, di
spiegarla, ma soprattutto, è lui che, prima di condividerla, la
attua.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Pronti?</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"> </span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><h3 align="justify" class="western" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Analizziamo con calma </span></span>
</h3><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Qual
è il problema più scottante di questi tempi? No, nessuno degli
eventi là fuori, ma il come ci sentiamo di fronte a questi:
<b>impotenti e dipendenti da decisioni prese da piramidi di potere di
cui non ne vediamo il vertice</b>.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Bene.
</span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">A
me interessa quella sensazione.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Apriamo
le tre cartelle.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Dalla
prima osserviamo che siamo nati precocemente, quindi ancora non
sviluppati a sufficienza per un minimo di autonomia, ma soprattutto
tolti troppo presto dal sistema madre/bambino in cui vigeva uno
scambio fra sostanze di tutti i tipi. Senza quel sistema in cui ogni
“frutto” giunge alla maturazione necessaria per cominciare un
altro ciclo, la crescita e lo sviluppo è a rischio vitale. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Dalla
seconda osserviamo che, se la psicologia si occupa di quel periodo
come a quello in cui si instaurano le caratteristiche peculiari del
singolo individuo, vuoi che non siano imprintanti sia il distacco
troppo prematuro dal sistema di maturazione, sia il periodo
successivo di totale dipendenza (il bimbolino non può nemmeno
girarsi nella culla) sia la totale impotenza di fronte all’assenza,
qui fuori, di quello che era e dovrebbe ancora essere lo scambio lì
dentro?</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Quello
che sto dicendo è che il non prendere in considerazione l’imprinting
di ogni e qualsivoglia essere umano dell’impotenza e della
dipendenza, argomentando solo su disagi di vario tipo conseguenti
alle sue relazioni con l’ambiente, elimina la struttura fondante di
tutte le culture, basata proprio sulla tanto elogiata interdipendenza
e sulla scala gerarchica della società di riferimento in cui c’è
chi ha il potere e chi non ce l’ha. Chi ce l’ha, per ottenerlo ha
cercato in qualche modo di esorcizzare la sua impotenza, chi non ce
l’ha amplifica e nutre lo stesso imprinting di tutta la sua vita. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Io,
fossi uno psico-qualcosa, un po’ di ricerca su questo la farei.
Tanto per capire come influisce su tutti gli altri aspetti elaborati
fin qua. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Perché
non mi sembra, a livello di coscienza, che non tocchi lo sviluppo
neuronale e cognitivo di ogni individuo e ne contagi gli altri
aspetti.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"> </span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><h3 align="justify" class="western" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">L'Imprinting dell'Evoluzione </span></span>
</h3><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Ma
c’è, poi, un altro aspetto che mi è venuto da pensare.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Dentro
l’utero, lo sviluppo e l’accrescimento venivano accompagnati
dalle informazioni della madre, cioè, le cellule che si
specializzano e si organizzano in funzioni e organi, hanno, oltre
alla loro natura, anche una guida satellitare proveniente dal corpo
della madre, già strutturato in quella forma a cui tende il feto. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">È
un mio ragionamento che segue una logica, senza alcun supporto, per
quanto ne so, della famosa/fumosa scienzah. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Ebbene,
quando è fuori da lì, imbelle, impotente e ignaro, senza aiutini né
informazioni elettrochimiche, come fa il cucciolo a compiere i passi
necessari per raggiungere da solo la maturazione che avrebbe dovuto
raggiungere dopo altri 9/12 mesi di aiuto?</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Già.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Se
da un lato si vive l’impotenza e la dipendenza, dall’altro sono
all’opera cellule e sostanze multi-potenti, sotto la guida di
qualcosa che le gestisce e coordina e che non è il solo DNA. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Voglio
dire che il DNA avrebbe fatto il suo mestiere anche nell’utero, ma
una grossa direzione su cosa fare (Epigenetica docet) l’avrebbe
ricevuta dalla simbiosi col corpo, la psiche e le reazioni della
madre. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Ora,
lì fuori troppo precocemente, è da solo e quel qualcosa è
AUTONOMO.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Il
suo mestiere, che nessuno gli ha insegnato, è di sviluppare il
bambino contemporaneamente all’altra dimensione, quella in cui è
completamente dipendente e non è per niente autonomo.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">E
non è probabile che anche in questo caso sia in atto la genesi di un
imprinting?</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Per
chiarezza chiameremo</span></span><span style="font-family: georgia; font-size: large;"> </span><i style="font-family: georgia; font-size: large;">imprinting</i><span style="font-family: georgia; font-size: large;"> A</span><span style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;"> l'“impotenza/dipendenza”</span><span style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;"> e</span><span style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;"> </span><i style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;">imprinting</i><span style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;"> B</span><span style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;"> la “multipotenza/autonomia”</span><span style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;">.</span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">La
mia assurda teoria è che la causa del 98% di quelle che vengono
catalogate dissonanze cognitive e che sorgono quando una realtà di
dipendenza e di impotenza propone schemi in opposizione fra loro, sia
l’<i>imprinting</i> B. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">L'handicap
è che la realtà di cui sopra viene recepita e percepita con
l’<i>imprinting</i> A, quello dell'impotenza e della dipendenza.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Cioè,
a partire dalle relazioni di coppia per finire ai governi e alle
amministrazioni in genere, l’<i>imprinting</i> A dell’impotenza e
della dipendenza la fa da padrone. Dipende sempre da qualcun altro
ciò che ci succede e ci sentiamo impotenti ad ottenere quello che
<i>crediamo</i> ci serva. Lo crediamo anche perché nella fase di cui
sopra, non essendo in condizioni di sapere cosa ci serve – né
siamo in grado di chiederlo – impariamo che quello che arriva è
ciò che ci serve.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Ecco
che la realtà, anche se non ci piace, si circoscrive negli ambiti
delle dualità, dipendenza/indipendenza e impotenza/potere, con
annessi e connessi.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"> </span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><h3 align="justify" class="western" style="line-height: 120%;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Dissonanze
o Creazioni?</span></span></h3><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Come
per questo periodo, in scala più ampia di quella di un individuo che
è in relazione con un narcisista, a causa delle decisioni prese
dall’alto e poi condivise da una grossa fetta della popolazione, ci
si ritrova a crearsi delle dissonanze cognitive a iosa, onde
difendersi in qualche modo dai troppi input che arrivano. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Ma
sono dissonanze per chi ritiene che la realtà debba essere quella e
basta, corroborata dalla scienzah, che si crede essere l’unica in
grado di stabilire cosa è realtà e cosa no. Solo che un giorno dice
una cosa e il giorno dopo il contrario, o mostra i suoi limiti, ma si
impone con la forza e con il “dover credere”.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Bene: </span></span><span style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;">stiamo
vedendo che si sono generate, dopo un tot di smarrimento e
confusione, delle realtà parallele, assolutamente funzionali e
funzionanti, a quella ufficiale. Realtà in cui la collaborazione si
è sostituita alla dipendenza e la capacità di creare al potere.</span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Da
dove arrivano queste manifestazioni, dato che si parte tutti dallo stesso
punto dell’<i>imprinting</i><span style="font-style: normal;"> A, se
non dall’</span><i>imprinting</i><span style="font-style: normal;">
B</span>? Quelle che potevano sembrare dissonanze cognitive distanti
dalla realtà, si sono trasformate in idee e progetti con tanto di
attuazione e sostegno.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Ritengo
che invece di sentirsi malati di dissonanza cognitiva, potremmo
guardare ai nostri pensieri come frutto di </span></span><span style="font-family: georgia; font-size: large;">quel “qualcosa” </span><span style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;">che, come all’inizio,</span><span style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;"> </span><span style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;">lavora</span><span style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;"> in noi </span><b style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;">parallelamente</b><span style="font-family: georgia; font-size: large; text-align: left;"> allo
stato di impotenza e dipendenza.</span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Cosa
sia quel “qualcosa” non saprei definirlo, né dargli un nome,
visto che il catalogarlo proverrebbe dal bisogno di controllo determinato
dall’<i>imprinting</i><span style="font-style: normal;"> A.</span> </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"> </span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><h3 align="justify" class="western" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Lo Sciamano all'opera </span></span>
</h3><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Lo
Sciamano utilizzava spesso la parola “mistero” e con un’accezione
ben diversa dalla direzione fideistica e religiosa: non aveva niente
a che fare con la fede, bensì con la pragmaticissima attitudine a
non porsi domande inutili sul “chi” o “che cosa” e
concentrandosi sugli effetti che il “chi” o il “che cosa” aveva
sulla realtà. Assumiamo anche noi questa modalità e cominciamo ad
operare osservando come il “chi” o “che cosa” opera per
imitarlo e sostenerlo in AUTONOMIA.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Quindi,
se invece di lasciare che il “chi” o “che cosa” – frutto
dell’<i>imprinting</i><span style="font-style: normal;"> B –
</span>faccia ciò che fa, ancora una volta, in emergenza e
inconsciamente e parallelamente all’<i>imprinting</i><span style="font-style: normal;">
A</span>, riuscissimo a manovrare consciamente la sua azione?</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Sottolineo
che anche le pratiche cosiddette spirituali fanno parte
dell’<i>imprinting</i><span style="font-style: normal;"> A</span>.
Dipendere da un dio (o facsimili di vario genere) che è più potente
dei potenti, è nello stesso range di esistenza. Contrapposto ad un
diavolo suo pari, ma con seguaci diversi. Sempre però nell’ambito
dell’impotenza a cui lui sopperirebbe e della dipendenza da ciò
che altrimenti non potremmo ottenere, compresa la pace e la serenità.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><h3 align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><b>A
fra poco</b></span></span></h3><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Quello
che mi riprometto di condividere è il tipo di azione concreta da
praticare. Lavoro da sempre in maniera pragmatica e quasi sempre con
il corpo, quindi sto sperimentando una pratica quotidiana, un po’
particolare, di cui però vi renderò partecipi fra un po’. Certe
trasformazioni hanno bisogno dei loro tempi, tenendo conto, fra
l’altro, che attivano sistemi relativamente atrofizzati. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Ancora
un po’ di pazienza, per favore.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Questo
è lo sciamano che agisce, mettendo insieme ciò che trova nel suo
viaggio solitario fra i mondi per portarlo a disposizione di
chiunque. Non per altruismo, che sia chiaro: lo sciamano è molto
pragmatico e sa che il 75% del suo benessere proviene dal benessere
di chi lo circonda. Non in dipendenza o interdipendenza, ma come
azione necessaria in un sistema chiuso.</span></span></p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span><p align="justify" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><br /></span>
</p><span style="font-family: georgia;">
</span>Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-28538101649127315412021-07-03T08:22:00.000-07:002021-07-03T08:23:19.647-07:00LA CAPANNA SUDATORIA SECONDO ME<p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"> </span></span></p><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD3gM4t9ryjyU_kXuGQXKav5rHYR1FQ4oGH-B8PgraTpRmX5GbCZmj5mFGCCjpQMtM1-UxesmTtjRL88I0yR9ZIDqJ4F8qyCJi89dA29l9g75pheeOwN3Mv_CHd91pGpXbK_L7fmhZGIu2/s960/io+e+il+fuoco+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiD3gM4t9ryjyU_kXuGQXKav5rHYR1FQ4oGH-B8PgraTpRmX5GbCZmj5mFGCCjpQMtM1-UxesmTtjRL88I0yR9ZIDqJ4F8qyCJi89dA29l9g75pheeOwN3Mv_CHd91pGpXbK_L7fmhZGIu2/w640-h480/io+e+il+fuoco+2.jpg" width="640" /></a></span></span></div><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span><p></p><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Devo raccontare com’è che
intendo la capanna sudatoria e come la conduco, perché non
scimmiotto nativi di alcuna cultura: ne ho troppo rispetto, un Sacro
rispetto.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Perché li rispetto, rispetto
anche il fatto che noi occidentali (anche se loro sono più ad
occidente di noi) siamo diversi da loro, molto. Per cui nessuna parte
della nostra cultura trova riscontro nella loro tradizione.
Addirittura i linguaggi sono diversi, tale per cui loro non hanno
vocaboli che per noi sono abituali, né conoscono i concetti che
esprimono. Vale anche il contrario, anche se i traduttori hanno
provato a trasmettere quello che loro intendono.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Ci si può solo immaginare, in
conseguenza, cosa possiamo capire di come loro intendono la natura,
gli elementi, il senso della vita, della comunità, dello Spirito.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Una cosa, quella che mi ha
spinto a seguirli nella mia ricerca, la so ed è racchiusa in una
frase di un loro Uomo Medicina che lessi all’inizio del mio
percorso: “O lo Spirito fa crescere il grano, o sono solo
chiacchiere da imbecilli”.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Questo accomuna tutte le genti
di tutte le tradizioni, ma non noi, che invece vediamo le due cose,
Spirito e Materia, in contrapposizione, con l’una che esclude
l’altra.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Senza attingere alla loro
cultura si può usare la struttura che ci hanno mostrato, impararne
le modalità di costruzione e utilizzo, mooolto materiali e faticose,
e adattarvi la nostra cultura. Per lo meno per coloro che hanno
intenzione, o necessità, di accedere a sé stessi in quella che può
essere catalogata come parte spirituale. Ci sono miliardi di vie e
strade, sia chiaro, e non sto dicendo che questa sia meglio delle
altre. Ma, proprio perché serva a “far crescere il grano”, non
ha senso utilizzarla folkloristicamente e come un’esperienza
alternativa una tantum.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Ho partecipato alla mia prima
capanna in una fredda sera di gennaio del 1990 e da quella volta ho
incontrato le più svariate forme di questa “cerimonia” condotta
da Nativi, da emuli e da improvvisatori, e ho piena contezza, quindi,
di cosa è per me e come mi sento di proporla a chi ne vuole far uso.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Il cerchio, le direzioni, gli
elementi, il sudore e il dolore sono insindacabilmente un linguaggio
comune col quale, ad un certo livello, si manifestano i simboli e
tutto ciò che essi evocano. Questo resta fisso. Ma nella nostra
cultura non c’è spazio per la relazione che hanno con noi stessi,
se non a livello intellettuale e poetico. Negli uffici o in qualsiasi
altro posto di “lavoro” (una delle parole che loro non hanno nel
loro vocabolario) può entrare uno qualsiasi dei simboli detti come
tatuaggio alla moda o come strascico di un weekend passato in bella
compagnia. Ricordo alcune figure, tutt’ora in circolazione, che
erano venuti a far la capanna perché “ghe xe babe nude” (per i
non triestini, ci sono donne nude), e non faccio fatica a credere che
poi abbiano continuato a farle e a proporle poi con gli stessi
ideali.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Ma lasciamo perdere cosa non è
la Capanna Sudatoria, che a qualsiasi livello e sempre un’esperienza
di sé che qualcuno fa, ed è la benvenuta, pur se condotta alla
maniera new age più spudorata. </span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm; page-break-before: always;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Credo che l’intendere la
capanna sudatoria come un mezzo per purificarsi sia frutto della
mentalità cattolica che ci attribuisce una impurità originale
seguita per tutta la vita dalle altre che si accumulano e che vanno
eliminate per poter accedere al mitico regno di dio.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">I Nativi, quelli che non si
sono sottomessi al cristianesimo, né ad altre religioni, quelli che
sono rimasti ancorati alla loro tradizione originale, non hanno la
minima contezza di cosa sia l’impurità, per cui non possono
concepire di fare qualcosa per eliminarla e ripristinare la purezza.
L’Umano vive per fare del suo meglio in collaborazione con lo
Spirito e con Madre Terra, cominciando con l’imparare dagli anziani
e poi da sé stesso, attraverso le esperienze che incontra.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">La consapevolezza che in certi
momenti della vita necessitiamo di una coscienza speciale, non
ordinaria, ha fatto sì che immaginassero dei riti e delle cerimonie
che la portino alla luce, la facciano affiorare dalle polveri
abituali del quotidiano, per poterla percepire in sé e utilizzarla
al meglio. La capanna sudatoria è uno di questi strumenti.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Il loro stile di vita ha poco
a che fare con il nostro, quello cosiddetto civile, e la coscienza
non ordinaria, per loro, deve illuminare quello che per loro
necessita di cambiamento, di nuova attenzione, di radicale
trasformazione. Per cui i loro riferimenti sono le loro radici, i
loro canti e le loro relazioni con il Tutto. E non sono i nostri. I
canti, per esempio, loro li hanno “ricevuti”, chi nelle visioni,
chi durante una cerimonia particolare, chi in sogno, ma sono tutte
articolazioni di un linguaggio da usare da loro per loro. Di sicuro,
essendo canti, hanno anche un veicolo di bellezza che a noi può
risuonare, ma non hanno per noi alcun significato.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Dovremmo imparare a “ricevere”
dei canti anche noi, se ne fossimo capaci, ma credo che usare i loro,
a parte il piacere di cantarli, non serva ad altro che a credere in
qualcosa di cui non solo non si sa niente, ma che nemmeno c’entra
con noi e la nostra vita.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">La capanna è un “attrezzo”
che , come la zappa, il martello o il computer, si può usare a
qualsiasi latitudine. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Detto questo, ritengo che per
noi europei non ci sia niente di più difficile che generare
deliberatamente quelli che in ogni tradizione (anche la nostra)
vengono chiamati “sentimenti di guarigione”. Preferiamo aspettare
che succeda qualcosa che ce li faccia provare. Ecco che l’Amore, la
Compassione, il Perdono e la Gratitudine sono concetti, distanti dal
nostro corpo e ben abbarbicati all’ideologia. Il Corpo, l’Anima,
la Mente e lo Spirito sono etichette a contenitori di concetti utili
per i corsi della domenica. E al “lasciar uscire” qualcosa che è
già lì e non aspetta altro, attaccandosi al sudore, preferiamo il
“tirarlo fuori”, depurarlo.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Con la capanna si impara che
non c’è niente da togliere via, ma che se lasciato uscire, c’è
molto di ciò che ci serve nella vita quotidiana.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Nostra.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Delle nostre latitudini.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Dunque, vista la filosofia che
delimita lo spazio in cui mi muovo nel condurre la capanna sudatoria,
vediamo come si snoda poi nella pratica.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Partiamo da alcuni dati
oggettivi: </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><ul><li><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">è una tensio-struttura di
rami di frassino ricoperta da coperte</span></span></p>
</li><li><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">è buio il più possibile
totale </span></span>
</p>
</li><li><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">fa molto caldo</span></span></p>
</li><li><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">si sta seduti sulla nuda
terra (su un tappetino o stuoietta) con indosso il meno possibile</span></span></p>
</li><li><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">si richiede un focus
determinato</span></span></p>
</li><li><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">ci sono “altri” di cui
aver rispetto pur potendo
smanettare
i propri neuroni</span></span></p>
</li><li><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Spirito e Materia sono le due
facce della stessa medaglia</span></span></p>
</li><li><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">è una pratica e non una gita
nel folklore e per questo</span></span></p>
</li><li><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">si fanno affermazioni e non
preghiere</span></span></p>
</li></ul><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Che detta così non è che
racconti molto. E sono qua apposta.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">La capanna sudatoria è una
pratica in cui ci si trova a contatto con alcuni propri limiti
fisici, non molto dissimili da quelli che si incontrano in altre
pratiche, che ci mettono a confronto nel nostro rapporto con noi
stessi e con le nostre abitudini, comunemente chiamate “comfort
zone”. Niente di che, perciò, solo un mettersi in un ambiente non
abituale. Che in questo caso è molto simile ad una sauna. E chi la
pratica ne conosce i benefici.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Questa pratica, come la
propongo io, è un inserirsi nelle analogie fra il mondo che ci
circonda e quello che ci abita. I cicli della vita là fuori hanno
gli omologhi all’interno, e un modo interessante di uscire dalla
zona di comfort è quello di scoprire se siamo o meno, in relazione
con i due mondi, che hanno le loro modalità ben definite. Per questo
ci prepareremo prima nel conoscere e comprendere le 8 direzioni
dell’orientamento, proprio per avere gli strumenti con cui tornare
a casa, là dove siamo da quando siamo nati, pur se da quel luogo
molto distanti da decenni. </span></span>
</p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="line-height: 120%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">Lavoreremo con i 4 sentimenti
di guarigione generandoli deliberatamente e li faremo uscire insieme
al sudore, per prenderne coscienza. Lavoreremo sui 4 livelli della
consapevolezza, come voluto dai cerchi della struttura, e ricorderemo
chi siamo. Accogliendo in sé la responsabilità della Libertà.</span></span></p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: medium;">
<br />
</span></span>Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-92138850769889172592021-03-18T07:20:00.000-07:002021-03-18T07:20:00.197-07:00Ariy'el secondo Igor Sibaldi<p><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;">Nati dall'8 al 12 novembre<br /></span></span></p><div style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-language-override: normal; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 0px -2.9px;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;">Ariy'el secondo Igor Sibaldi</span></span></div><div style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-language-override: normal; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 0px 0px 0px -2.9px;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;"> </span></span></div><div style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-language-override: normal; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;">Sibaldi vede, nella radice ayin-resh-yod del Nome <span style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-language-override: normal; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal;">il concetto: "</span>tra le apparenze, come attraverso una nebbia, io conduco alla verità". E aggiunge che, se è vero che a tutti piace sentirsi un po’ speciali, a nessuno piace essere davvero diverso: ogni
‘Ariy’el avrebbe molto da raccontare a questo proposito, se
l’imbarazzo, il timore anzi dei suoi meravigliosi talenti non l’avessero
spinto fin dall’infanzia a tenerli nascosti perfino a se stesso. In
realtà gli ‘Ariy’el sono tutti, per loro natura, veggenti: non sanno
spiegarsi, cioè, come mai molte volte al giorno sboccino nella loro
mente intuizioni tanto luminose sugli argomenti più diversi. È
sufficiente che provino interesse per qualcosa o qualcuno, ed ecco che
già hanno la strana, netta sensazione di saperne moltissimo, di
conoscere soprattutto ciò che quel qualcuno nasconde. Provate a chiedere
loro un consiglio su un qualsiasi argomento: nelle loro risposte
baleneranno lampi di rivelazione, di cui si stupiranno anche loro, tanto
quanto voi. Proprio quello stupore è la conferma del loro talento: gli
antichi profeti sapevano bene che per sviluppare queste strane doti
bisogna educarsi a non voler capire, a meravigliarsi soltanto. </span></span></div><div style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-language-override: normal; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;"> </span></span></div><div style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-language-override: normal; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;">Ma quelli
erano tempi in cui la profezia era un mestiere riconosciuto e spesso
stimato, e lo si poteva imparare da qualche bravo maestro, mentre oggi
queste facoltà eccessive rischiano di risultare soltanto scomode: sia di
per sé, perché sono inquietanti, sia anche per l’eccesso di energia
psichica che a esse si accompagna e che finisce con il diventare,
spesso, un impaccio. </span></span></div><div style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-language-override: normal; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;"> </span></span></div><div style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-language-override: normal; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;">Ognuno sa, per esempio, che nella nostra epoca è
essenziale la specializzazione: ma la mente effervescente degli ‘Ariy’el
non sopporta limitazioni al proprio campo d’azione, scopre e smaschera
ovunque, e in certi suoi settori è perennemente attraversata da flussi
di illuminazioni; dieci professioni non le basterebbero, per poter
mostrare ciò di cui è capace! Complicazioni analoghe si hanno nella loro
vita sentimentale: rarissimo, per un ‘Ariy’el, è trovare un compagno o
amici di cui in breve tempo non conosca già tutti i segreti (il che non è
mai bene) o che riescano a stare al passo con il continuo moltiplicarsi
dei suoi interessi.<span style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-language-override: normal; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span>La
maggior parte degli ‘Ariy’el credono che tutto ciò sia troppo anomalo, e
sgomenti, preoccupati, spaventati anche da quella loro particolare
genialità, si sforzano – e riescono – a fuggire a lungo da se stessi.
Alcuni si trovano lavori che impongano davvero continui spostamenti e
perenne distrazione: autisti, camionisti, ferrovieri, rappresentanti,
interpreti; altri semplicemente si spengono, come noi spegneremmo una
radio: si impongono di sembrare normali e si scelgono perciò modesti
ruoli di factotum – segretarie, assistenti, trovarobe – in cui almeno
una parte delle loro doti possa esprimersi senza attirare troppo
l’attenzione. Ed è naturalmente una sorte triste, non soltanto perché in
fondo al loro cuore rimane sempre la sensazione di aver sbagliato, ma
perché il destino ha l’abitudine di accanirsi contro chi rifiuta la
propria eccezionalità, e li bombarda di frustrazioni in tutti i campi.
Il risultato è di solito una forma depressiva più o meno grave, nella
quale gli ‘Ariy’el si trovano imprigionati come il profeta Giona nella
Balena, a tracciare cupi bilanci della loro esistenza. Erano ‘Ariy’el
sant’Agostino, il più famoso depresso precoce della storia del
cristianesimo; e Dostoevskij, che dopo i primi brevissimi successi
riuscì a buscarsi, invece d’una depressione, una condanna a dieci anni
di lavori forzati per un’intemperanza insignificante; o Alain Delon, che
per scomparire e deprimersi al contempo andò in guerra in Indocina. </span></span></div><div style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-language-override: normal; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;"> </span></span></div><div style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-language-override: normal; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;">Ma,
talvolta, proprio questi periodi cupi possono diventare la salvezza:
nel malessere, nell’angoscia, nella disperazione anche, gli ‘Ariy’el più
fortunati si vedono finalmente costretti a fare i conti con se stessi, e
hanno allora buone probabilità di trovare il coraggio di abbracciare la
propria incredibile vocazione, e di stupire il mondo.<span style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-language-override: normal; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span>Non
sarebbe stato meglio farlo subito? Se siete dunque un ‘Ariy’el, o ne
amate qualcuno, salvatevi e salvatelo, e l’umanità vi sarà grata.
Negatevi, o negategli, qualsiasi possibilità di esitare! In fondo,
l’unica cosa che occorre a questi profeti, è che imparino a fidarsi di
se stessi più che del mondo intorno. Non importa se appaiono troppo
sopra le righe: che possono farci, lo sono davvero! E se tutto ciò che
fanno sembra incontenibile, troppo nuovo, troppo diverso, che male c’è?
Non sanno fare altro, e nessuno saprebbe farlo meglio di loro. </span></span></div><div style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-language-override: normal; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;"> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSKnvaosYZP1CMGn6qkinA9Rh7mb1dhwGCb6G8-Fxvsqyr7Y4WwadZUFQIHrZsAAz7eWtW81hskFCD7kOPcP5pj_GnyH-OBoooAcYne3ioJyelL_8e8q5uE-M6TTmlyYk_Loa6EEdE0eLa/s440/Ariel+esorta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="163" data-original-width="440" height="149" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSKnvaosYZP1CMGn6qkinA9Rh7mb1dhwGCb6G8-Fxvsqyr7Y4WwadZUFQIHrZsAAz7eWtW81hskFCD7kOPcP5pj_GnyH-OBoooAcYne3ioJyelL_8e8q5uE-M6TTmlyYk_Loa6EEdE0eLa/w400-h149/Ariel+esorta.jpg" width="400" /></a></div><br /></span></span></div><div style="font-feature-settings: normal; font-kerning: auto; font-language-override: normal; font-optical-sizing: auto; font-size-adjust: none; font-stretch: normal; font-variant: normal; font-variation-settings: normal; font-weight: normal; line-height: normal; margin: 0px;"><span style="font-family: georgia;"><span style="font-size: small;">Quanto
alla professione, va notato che in realtà il profeta o lo sciamano sono
occupazioni inadatte ai tempi attuali solo se le si vuole svolgere come
qualche migliaio di anni fa, ammantandole della stessa dignità esclusiva
che avevano allora: ma un profeta o sciamano che abbia fede nelle
proprie doti può dare ottimi contributi ovunque occorrano idee
innovative, soluzioni brillanti o penetrazione psicologica, e le
professioni che si basano su questi talenti sono numerose. Agli ‘Ariy’el
non ne basta una, ne vogliono molte e diverse? E perché no? È
sufficiente che smettano di aver paura di sé, e decidano di meritarsi
gioia e ricompense. Condizione, quest’ultima, da cui dipende anche la
loro felicità privata: com’è possibile, infatti, che chi ti può amare ti
ami davvero, se non osi sapere chi sei e non vuoi farlo sapere a
nessuno?</span></span></div>Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-13633187544007081772020-08-22T04:43:00.000-07:002020-08-22T04:43:12.602-07:00Siamo noi i creatori del nostro creatore<p> </p><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWTdTKxNFiEG8FJEdj-eZ7hBaMTFKbwDkgxfvviaR3aPtzJlnyUPi4LcIi7FzX4vth9Sq-yCGvIZA1sV1hDioGLhfaHR2t3Ff3TLdoKDidvmckPdK9bI5N1z0L4JMtjG0i3keZm9Kh50nv/s505/Screenshot_2020-08-22+%25282%2529+Angelo+Mammetti.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="505" data-original-width="342" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWTdTKxNFiEG8FJEdj-eZ7hBaMTFKbwDkgxfvviaR3aPtzJlnyUPi4LcIi7FzX4vth9Sq-yCGvIZA1sV1hDioGLhfaHR2t3Ff3TLdoKDidvmckPdK9bI5N1z0L4JMtjG0i3keZm9Kh50nv/w434-h640/Screenshot_2020-08-22+%25282%2529+Angelo+Mammetti.png" width="434" /></a> </span></span></p><p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Ho
scoperto oggi che c’è chi attribuisce agli Hopi dell’Arizona una
storia della creazione che ho già sentito, simile, come proveniente
dall’induismo, dove Brahmann faceva le stesse cose in una sessione
con gli altri dei.</span></span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">E
rifletto.</span></span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">In
primis sulla definizione de “il creatore”: che creatore è quello
che prima crea una cosa e poi la nasconde? Appare, ad un semplice
impatto logico, con tendenze schizofreniche. Ciò che è evidente è
l’accettazione acritica dell’esistenza di un creatore. Dando per
scontato che esista, il lettore o ascoltatore, si eccita all’idea
che ci sia qualcosa dentro di lui che debba essere talmente
importante, visto che è stato il creatore a nasconderglielo dentro
invece che fuori, da sollecitare il suo ego a cercarlo. È più
eccitante la caccia al tesoro che il tesoro stesso. Il senso della
ricerca, dell’impegno impiegato a riscuotere prima o poi il premio,
mette in moto l’entusiasmo ad essere i primi ad arrivarci, con
tutto ciò che consegue all’appropriazione del tesoro portato alla
luce. Ma togliendo al cercatore la coscienza che il tesoro è già in
suo possesso.</span></span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Seconda
riflessione: essendo il creatore “il creatore”, ci si aspetta
appartenga ad una dimensione di esistenza di molto diversa
dall’essere che ha creato, con una coscienza molto più ampia di
quella della sua creatura, tale per cui si suppone che essa creatura
debba quanto meno trascorrere del tempo applicandosi per raggiungere
la stessa qualità e quantità di coscienza del creatore. A quale
scopo, quindi, nascondergli la sua capacità di creare la “propria”
realtà? Non è forse il caso di vedere che, se c’è un creatore
che crea una creatura che può a sua volta creare la propria realtà,
si manifesta solo un falso koan, un paradosso utile unicamente ad
intrattenere la creatura in un’attività talmente coinvolgente da
non aver tempo né energie per altre ricerche?</span></span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Terza:
se qualcuno nasconde qualcosa a qualcun altro è perché quel
qualcosa esiste, altrimenti non avrebbe senso nasconderlo. Se non
esistesse, non esisterebbe nemmeno la possibilità di nasconderlo.
Come posso io nascondere a mio nipote la mia Ferrari, perché non gli
venga voglia di farsi un giro, se non esiste? Se mi occupo, invece,
di nascondergliela è perché, avendocela veramente, temo che se la
usasse si schianterebbe. O me la rovinerebbe. O qualsiasi altra cosa
che potrebbe succedere a seguito di quella che io ritengo essere una
sua coscienza non sufficiente a guidare una macchina di quel tipo.
Ergo, se il creatore nasconde alla creatura la sua capacità di
creare la propria realtà è perché esiste. Ma perché lo fa? Qual è
la cosa che lo spinge a nascondere il quid? </span></span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Quarta:
sia in questa storia che in tutte le altre, che dicono la stessa cosa
pur usando contingenze diverse, la cosa che viene nascosta non è la
capacità di creare la propria realtà, ma il realizzare di averla.
Per il creatore è fondamentale che l’umano non ne sia cosciente:
perché? Per gli Hopi è perché deve essere pronto ad usarla, per
gli elohim è perché, essendo ormai come loro, diventerebbe più
potente di loro. </span></span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Ciò
che sto dicendo qui, aiutato dalla PNL e dopo averlo sviscerato nel
libro (che a sto punto rimaneggerò), è che è da millenni che viene
manipolata la mappa in modo che l’uomo non riesca a orientarsi nel
suo territorio. Se abbiamo la capacità di creare la nostra realtà,
quella capacità c’è, da sempre. Esattamente come la cistifellea
ce l’abbiamo da prima ancora di essere “sapiens”, ma non ne
abbiamo, né mai ne abbiamo avuto, contezza alcuna. C’è, è lì,
funziona da sola fin quando il nostro comportamento non la ostacola.
Idem per la nostra capacità di creare la nostra realtà.</span></span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">E
cosa è successo nel frattempo? Niente. Nessuno di coloro che vengono
descritti come maestri, illuminati, saggi e similari, ha creato la
sua realtà, ma ha solo raggiunto livelli di adattamento, a volte
altissimi, ad una realtà non sicuramente sua.</span></span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Perché?</span></span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Ed
è qui che c’entra la <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Programmazione_neurolinguistica">Programmazione
Neuro Linguistica</a>. </span></span>
</p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">I
racconti della creazione sopra citati parlano di un creatore che
nasconde all’uomo la consapevolezza di essere lui il creatore. Ma
come può l’uomo diventare consapevole di essere il creatore della
sua realtà se dà per scontato che esiste un creatore che l0 ha
creato e che poi gli ha nascosto di essere lui il creatore? In
sintesi, utilizzando un linguaggio specifico (la “storia”, il
“mito”), si è generato un loop cognitivo inestricabile, in
vigore da sempre, visto che sono storie della creazione, cioè
dell’inizio.</span></span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Ecco
che, quindi, continuare a cercare nei saggi del passato i modi
migliori di vivere una realtà creata dal creatore che ci ha tenuto
nascosto che siamo noi i creatori della nostra realtà, non fa altro
che perpetuare il loop, depistandoci dalla possibilità concreta,
reale e definitiva di esserlo veramente.</span></span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Il
creatore che ci ha creato con la capacità di creare la nostra
realtà, siamo noi.</span></span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Ora,
capito questo, basta utilizzare gli stessi meccanismi e cambiare il
linguaggio per riprogrammare i nostri neuroni ad accogliere una mappa
che descriva un territorio nel quale attuiamo consapevolmente la
nostra attitudine.</span></span></p>
<p align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Georgia, serif;"><span style="font-size: medium;">Ce
lo siamo nascosti da soli: sveliamocelo da soli.</span></span></p>
Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-40505253474602765062020-07-09T09:35:00.003-07:002020-08-23T10:17:53.979-07:00Ruota dei Tiranni spiegata di più.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi46pjdSoXBYj2O2jdoKUrDCy09N_Q2I4wGyIbTIlik9KNVcLZw4MakVnsMIq5SDp0oF-2WfNElMv45X4u-2cPsFOFrl897ft2wuuSz8XsbXdV2rOrJxXOKTeynxQUjPR97qoYOESa1CpEy/s1600/Ruota+dei+tiranni.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="791" data-original-width="904" height="560" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi46pjdSoXBYj2O2jdoKUrDCy09N_Q2I4wGyIbTIlik9KNVcLZw4MakVnsMIq5SDp0oF-2WfNElMv45X4u-2cPsFOFrl897ft2wuuSz8XsbXdV2rOrJxXOKTeynxQUjPR97qoYOESa1CpEy/s640/Ruota+dei+tiranni.jpg" width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div align="justify" lang="" style="margin-bottom: 0cm;">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">La
“Ruota dei Tiranni”, come tutte le <i>ruote di medicina,</i> è
uno strumento utilizzato in chiave sciamanica. Ben lungi dall’essere
un folkroristico giullare per turisti, lo <i>sciamano</i> prima sperimenta il
problema nella pratica e poi trae le conclusioni. Prima fa
l’esperienza e poi se la spiega o la spiega. </span></span></div>
<div align="justify" lang="" style="margin-bottom: 0cm;">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Le sue conoscenze sono
sempre e comunque “mappe”, strumenti per orientarsi, indicazioni
di marcia, e non “territori” in cui il “paziente” viene
immesso affrancandolo dalla responsabilità di prendersi cura di sé
stesso. </span></span></div>
<div align="justify" lang="" style="margin-bottom: 0cm;">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Ogni Ruota di Medicina, essendo una mappa, serve a due scopi
fondamentali: ad orientarsi nel territorio ostile che senza mappa è
solo caos, e a conoscere sé stessi in relazione allo spazio in cui
ci si trova.</span></span></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Per
usare le mappe è necessario essere un <i>guerriero</i>. </span></span></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Il <i>guerriero</i> è un essere
umano che ha deciso di agire la propria <i>libertà</i>,
smettendo di essere agito dalle sue convinzioni e credenze e di
essere schiavo di condizionamenti abituali acquisiti.</span></span></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Viene
definito <i>guerriero</i> quell’individuo che sa che avrà delle
difficoltà più o meno gravose, ma che <i>sceglie</i> di correre il
rischio piuttosto che restare intrappolato in consuetudini corrosive
e debilitanti. Sceglie di “morire pur di vivere” invece di
“vivere aspettando di morire”. È a questo individuo, se si
rivolge allo sciamano, che egli indica la strada, fornendogli la
mappa per cercare la sua, e sostenendolo nell’ <i>intento</i>.</span></span></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">La
tradizione dice che il <i>guerriero</i> (se è tale) dispone di <b>4
qualità</b> e di <b>6 attributi</b>, di cui 1 <i>esterno</i>.</span></span></div>
<div lang="">
<br /></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Le
<i><b>qualità</b></i> sono:</span></span></div>
<ul>
<li><div lang="" style="margin-bottom: 0cm;">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">La
PAZIENZA (Est) </span></span>
</div>
</li>
<li><div lang="" style="margin-bottom: 0cm;">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">La
GENTILEZZA (Sud) </span></span>
</div>
</li>
<li><div lang="" style="margin-bottom: 0cm;">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">La
SPIETATEZZA (Ovest) </span></span>
</div>
</li>
<li><div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">L’
ASTUZIA (Nord) </span></span>
</div>
</li>
</ul>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Sono
qualità dell’<i>essere</i> guerriero, che lo distinguono dall'individuo normale il quale confonde la Pazienza con l’Inanità, la
Gentilezza con l’Adulazione, la Spietatezza con la Crudeltà e
l’Astuzia con la Furbizia. Queste <i>qualità</i> vanno
coltivate durante l’intera esistenza, in ogni momento della propria
vita, ottenendo quella che viene definita da Don Juan Matus l’
“<i>impeccabilità</i> del guerriero”. Alla lunga fanno parte
della sua personalità, sono identificative del suo modo di essere
sul pianeta, in relazione a tutto ciò che lo circonda.</span></span></div>
<div lang="">
<br /></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Gli
<i><b>attributi</b></i> interni sono: </span></span>
</div>
<ul>
<li><div lang="" style="margin-bottom: 0cm;">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">CONTROLLO
</span></span>
</div>
</li>
<li><div lang="" style="margin-bottom: 0cm;">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">DISCIPLINA
</span></span>
</div>
</li>
<li><div lang="" style="margin-bottom: 0cm;">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">TEMPISMO
</span></span>
</div>
</li>
<li><div lang="" style="margin-bottom: 0cm;">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">EQUILIBRIO
</span></span>
</div>
</li>
<li><div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">INTENTO
(differenzia un individuo normale da
un guerriero</span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"> più degli altri attributi,</span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"> e tiene in collegamento gli altri
cinque) </span></span>
</div>
</li>
</ul>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Armato
delle sue <i>qualità</i>, quando si appresta a compiere qualsiasi
nuova sfida, pianifica una strategia di azione e vi applica gli
<i>attributi</i> interni.</span></span></div>
<div lang="">
<br /></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Il
<i>guerriero</i><span style="font-style: normal;">, </span><span style="font-style: normal;">però,
ha sempre contezza che il suo</span> <i>scopo ultimo</i> è l’avere
in sempre maggior quantità energia a disposizione. È fondamentale,
perciò, che non disperda e sprechi quella che ha, sia di default,
sia acquisita. Egli è consapevole che spreca la maggior quantità di
energia nel mantenere in vita la sua <i>importanza personale</i>.</span></span></div>
<div lang="">
<br /></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">L’<i>importanza
personale</i><span style="font-style: normal;">, </span><span style="font-style: normal;">che
qualcuno chiama</span><i> ego</i><span style="font-style: normal;">,</span><i>
</i>ci <i>obbliga</i> a sprecare il <i><b>95%</b></i> della nostra
energia vitale, nel tentativo di dimostrare di essere “troppo”
qualcosa: grassi, vecchi, intelligenti, furbi (diverso da <i>astuti</i>),
buoni (diverso da <i>gentili</i>), stronzi, disponibili (diverso da
<i>pazienti</i>), crudeli (diverso da <i>spietati</i>), belli, fighi,
eccetera.</span></span></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">È
una vera e propria attività che impegna tutta la nostra vita e per
la quale investiamo, e dissipiamo, tempo e soldi e relazioni.</span></span></div>
<div lang="">
<br /></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Una
delle sfide più importanti del <i>guerriero</i> è dunque quella di
smettere di sprecare energia eliminando la sua <i>importanza
personale.</i> Per fare questo, oltre ai 5 attributi descritti sopra,
usa un elemento esterno, il <i><b>T</b></i><i><b>iranno</b></i>, che
è un suo <i>attributo</i><span style="font-style: normal;"> perché,
in realtà, è una sua proiezione.</span></span></span></div>
<div lang="">
<br /></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Il Tiranno ci distoglie dalla nostra normale attenzione al fine di
averla per sé, costringendoci a sprecare la quasi totalità della
nostra energia nel tentativo di recuperare il nostro stato precedente
al suo arrivo.</span></span></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Saperlo ci permette di scoprire dove l’<i>importanza
personale</i> applica la sua azione, proiettandola all’esterno e agganciadolesi, per
poterla <i>smettere</i>. Ha l’opportunità di svegliarsi, di vedere
con gli occhi della <i>consapevolezza,</i> dove e con chi e perché
cerca inconsciamente di mantenere viva la sua condizione di
“strumento” degli altri pur di potersi ornare della sua
<i>importanza personale</i>.</span></span></div>
<div lang="">
<br /></div>
<div lang="">
“<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Se
non ha la fortuna di incontrarlo sulla sua strada, il guerriero è
costretto a cercarlo” dice Don Juan a Castaneda. Qui entra in gioco
la “Ruota dei Tiranni”, uno strumento potentissimo per
riprendersi il proprio potere e smettere di sprecare energia vitale.</span></span></div>
<div lang="">
<br /></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Armato
dei suoi attributi, con alla testa l’ <i>intento</i>, il <i>guerriero</i>
si pone al centro della Ruota, attorno alla quale sono seduti gli
otto “interpreti” dei tiranni, che ha scelto fra i partecipanti;
seduto di fronte al tiranno del sud (perché il sud è il “posto”
delle emozioni) espone il suo punto debole del momento, risponde a
domande, utili ad ogni tiranno per focalizzare la propria azione, e
finalmente comincia ad interagire con tutti e otto, i quali portano
in evidenza quello che comunque sta succedendo nel quotidiano del
guerriero.</span></span></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Il
<i>guerriero </i>può “vedere” l’<i>attenzione</i> a
cui è rimasto attaccato (che va invece cambiata) e può scoprire
come e su che cosa la sua <i>importanza personale</i> lo costringe a
sprecare l’energia, nel tentativo di mantenersi nello stato
addormentato in cui era e nel quale (in quanto ancora essere umano
normale) voleva restare.</span></span></div>
<div lang="">
<br /></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Il
lavoro è utile e interessante solo se l’ <i>intento</i> del
<i>guerriero </i>è così potente da guidarlo ad evolversi
togliendosi i viluppi (svilupparsi) di un modo di vivere ordinario
per entrare libero in una vita <i>straordinaria</i>. </span></span>
</div>
<div lang="">
<br /></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Per
permettere che questo lavoro sia il più possibile utile e
funzionale, c’è la necessità di disporre di <i>veri</i> tiranni,
<i>impeccabili</i> nella loro funzione, assolutamente <i>gentili,
pazienti, spietati e astuti</i>, cioè. Abili praticanti dell’<i>arte
dell’agguato</i> e della <i>caccia</i>. Veri <i>guerrieri</i>,
insomma.</span></span></div>
<div lang="">
<br /></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Quindi,
prima di costruire la ruota e di utilizzarla, c’è bisogno che i
<i>guerrieri</i><span style="font-style: normal;">,</span> futuri
“tiranni”, siano forniti della conoscenza e dell’allenamento
utili ad assolvere a tutti e otto i ruoli, perché sarà il <i>guerriero</i>
che vuole sedersi al centro a scegliere chi e dove starà seduto
attorno a lui. Nello scegliere, sa che ognuno dei suoi compagni è in
grado di impersonare tutti i Tiranni, ma <i>sente</i> che
l’impeccabilità di ognuno lo renderà più potente in un ruolo
specifico.</span></span></div>
<div lang="">
<br /></div>
<div lang="">
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;">Se
la parte dura e faticosa del lavoro, è quella di permettere ad un
<i>guerriero</i> di disporre di tutta la sua energia e di imparare a
non sprecarla più, la parte divertente è quella di imparare ad
essere tiranni del <i>guerriero</i>, riconoscendo, prima di tutto,
che, per gli altri, gli “altri” siamo noi. E per quanto ci
sentiamo (<i>importanza personale</i>) dei creaturini dolci e
simpatici, in realtà per qualcuno siamo un tiranno... forse più di
uno.</span></span></div>
<div lang="">
<br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/BLE5sJBd4dU" width="320" youtube-src-id="BLE5sJBd4dU"></iframe></div><p>
<span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang=""> </span></span></span></p><p><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang=""> </span></span></span></p><p><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">p.s.:
</span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">La
conoscenza di questa e delle altre </span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang=""><i>Ruote</i></span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">,
</span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">avendola</span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">
pagata lautamente, </span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">l’ho
avuta</span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">
</span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">d</span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">alla
Deer Tribe <a href="https://www.facebook.com/DTMMS">https://www.facebook.com/DTMMS</a>;
</span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">mia
è </span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">l’abilità
nell’uso e nella pratica, </span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">che
</span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">ho
acquisit</span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">o</span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">
in 30 anni di esperienza </span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang=""><i>mia</i></span></span></span><span face="" style="font-family: "georgia", serif;"><span style="font-size: medium;"><span lang="">.</span></span></span><br />
</p>Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-45324890066987633172020-06-29T04:51:00.001-07:002023-01-23T07:27:57.086-08:00Solitudine e Consapevolezza<h2>
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">Solitudine o isolamento?</span></h2>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiazaCNWpayGwssRj9kTvLYE8wZnsTLFa0fhzphKJoQozNqORotZx5kCMjg5BsDr6HmFhD4An97QQXVVNh59bdo-orTollvRoBG3m1OqXg1Pk7KKwTtKXrbA94apMf1vdLQP_NzYW0Zfht1/s1600/shutterstock-1407435689.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="426" data-original-width="1000" height="170" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiazaCNWpayGwssRj9kTvLYE8wZnsTLFa0fhzphKJoQozNqORotZx5kCMjg5BsDr6HmFhD4An97QQXVVNh59bdo-orTollvRoBG3m1OqXg1Pk7KKwTtKXrbA94apMf1vdLQP_NzYW0Zfht1/s400/shutterstock-1407435689.jpg" width="400" /></a></span></div>
<span style="font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">Mentre l’isolamento, che sia auto inflitto o imposto, è la percezione del distanziamento da altri esseri umani ben identificabili e della cui esistenza si è assolutamente coscienti, la solitudine è un ritiro in sé stessi anche in contesti di inclusione dove si è resi partecipi di attività in relazione a individui singoli o in gruppo.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">La solitudine è la percezione di un incontro/scontro con sé stessi, l’isolamento di un confronto con gli altri.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">C’è una sensazione diffusa di solitudine, di questi tempi, che l’isolamento imposto dalla pandemia ha solo accentuato, a causa delle manifestazioni di egoismo e analfabetismo funzionale.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">Per molti, ciò che prima era un disagio galleggiante nel proprio quotidiano, è diventato uno stato di angoscia in profondità, da dove la sensazione di non appartenere a questo mondo, a questa specie è affiorata prepotentemente.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">Si sono chiusi rapporti, con sconfortante sorpresa, fra amici di vecchia data, fra persone che ritenevano di avere punti di vista comuni. Ciò che avrebbe potuto renderci migliori, ha sdoganato, invece, in maniera sconvolgente, il peggio.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">È apparsa, quindi, una sindrome nuova, quella di chi non vuole tornare alla vita di prima, ma che, anche, non vede possibilità di una vita migliore.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">Voglio essere vicino a chi in questa bagarre ha percepito più in profondità la propria solitudine. E dire loro che non è più tempo di soffrirne.</span><br />
<span style="font-size: large;"><a href="https://sites.google.com/site/classeiiazappafermi/home/cos-e"> </a></span> <br />
<blockquote class="tr_bq">
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-size: large;"><i><span style="font-family: "georgia" , serif;"><a href="https://sites.google.com/site/classeiiazappafermi/home/cos-e">TERZOPRINCIPIO DELLA DINAMICA</a>.</span></i></span></blockquote>
<br />
<span style="font-size: large;"><i>“<span style="font-family: "georgia" , serif;"><span lang="it-IT"><span style="background: transparent;">A differenza del primo e del secondo principio, che valgono solamente nel sistema di riferimento inerziale, questo principio vale in </span></span><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><b><span style="background: transparent;">qualsiasi sistema di riferimento.</span></b></span></span></span></i></span><br />
<span style="font-size: large;"><i><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span lang="it-IT"><span style="background: transparent;">I termini azione e reazione non vanno intesi in successione temporale, poiché si tratta di una situazione </span></span><span lang="it-IT"><b><span style="background: transparent;">simmetrica </span></b></span><span lang="it-IT"><span style="background: transparent;">(di una interazione).</span></span></span></i></span><br />
<span style="font-size: large;"><i><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span lang="it-IT"><span style="background: transparent;">Il terzo principio ha validità sia per le </span></span><span lang="it-IT"><b><span style="background: transparent;">forze di contatto</span></b></span><span lang="it-IT"><span style="background: transparent;"> (come può essere tra una pallina da tennis e la racchetta) sia per le </span></span><span lang="it-IT"><b><span style="background: transparent;">forze a distanza</span></b></span><span lang="it-IT"><span style="background: transparent;"> (come quelle gravitazionali).</span></span></span></i></span><br />
<span style="font-size: large;"><i><span style="font-family: "georgia" , serif;"><span lang="it-IT">La seconda forza (quella dovuta al principio di azione e reazione) non è intenzionale e non è eliminabile.”</span></span></i></span><span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;"><span lang="it-IT"> </span></span></blockquote>
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">L</span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">a fisica ci svela che sta succedendo qualcosa di cui non siamo coscienti, ma che può trasformare la percezione di disagio causata in apparenza dalla solitudine. Anche se ciò che si vede è un mondo di assaltatori e guastatori </span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">disadattati,</span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"> completamente distanti dalla consapevolezza, </span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">col Terzo principio della dinamica possiamo interpretare i fatti con una visione positiva.</span></span></span><br />
<span style="background: transparent; font-size: large;">“… <span style="font-family: "georgia" , serif;"><span lang="it-IT"><i>poiché si tratta di una situazione </i></span></span></span><span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;"><span lang="it-IT"><i><b><span style="background: transparent;">simmetrica</span></b></i></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="background: transparent;">” </span></span></span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">e la seconda forza “</span></span><span lang="it-IT"><i>(quella dovuta al principio di azione e reazione) non è intenzionale e non è eliminabile.”</i></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"> </span></span></span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: georgia;">È</span></span><span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"> </span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: georgia;">assunto</span> che si st</span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">i</span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">a muovendo una forza uguale e contraria: all’aumento dell’inconsapevolezza sta aumentando la consapevolezza.</span></span></span>
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">Il grosso disagio è dato, però, dalla “condicio sine qua non” dell’aumento di consapevolezza: ognuno lo fa da sé solo.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">Il percepire la solitudine è l’effetto della consapevolezza che aumenta, che è però data dal fatto che <i><b>ognuno ci deve lavorare da solo</b></i>, su di sé, con i suoi strumenti e con le sue sole forze, anche se si percepiscono scemare.</span><br />
<span style="font-size: large;"><br />
</span> <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-qZxP9Ir8ZWGYKP-RjHB6SZQma_ETOdDGleq51IP_VyJTt46OTOShKBLPwBYy5oK2Ld412IS8lh8pgxlGPDk_QxQfH1W9vdmdYKX2jUiJMf-UDefdnBi6ZjY7x-UhOSC7dVd4cE9iEdRp/s1600/Hard-Work.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="638" data-original-width="960" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-qZxP9Ir8ZWGYKP-RjHB6SZQma_ETOdDGleq51IP_VyJTt46OTOShKBLPwBYy5oK2Ld412IS8lh8pgxlGPDk_QxQfH1W9vdmdYKX2jUiJMf-UDefdnBi6ZjY7x-UhOSC7dVd4cE9iEdRp/s400/Hard-Work.jpg" width="400" /></a></span></div>
<span style="font-size: large;"><br />
</span> <span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">Ancora una riflessione sul terzo principio, </span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">non una lezione, però. Le forze in campo, se sono uguali, anche se contrarie, dipendono da</span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">l rapporto</span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"> massa/accelerazione di </span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">ognuno dei </span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">due oggetti. </span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">Ad</span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"> esempio, </span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">non è necessario che </span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">la massa degli imbecilli con la loro forza di distruzione debba essere confrontata con quella di un eguale massa di consapevoli. </span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">Perché potrebbe essere l’accelerazione a fare la differenza nel rapporto, al punto da rendere uguali le due forze di azione/reazione. </span></span></span> <br />
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">Amo fare un esempio: capitasse di vedere 51 locomotive accese e in azione di cui 50 vanno in una stessa direzione mentre 1 sola si oppone loro, il sistema rimane in equilibrio perché quella che è da sola ha potenza uguale alle altre 50 messe insieme. </span> <br />
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">N</span></span><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">on sto dicendo di avere la volontà di essere quella povera solitaria contro tutti, non dico di scegliere di salvare il mondo. </span></span></span><br />
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;">Sto dicendo che, quel lavoro pazzesco che ognuno di coloro che lavora su di sé sta facendo, sta producendo qualcosa in un sistema chiuso che ha le caratteristiche sopra descritte. Non cambia niente per la povera locomotiva, comunque deve spingere e deve farlo da sola, come legge universale, comunque percepirà la sua solitudine e la fatica inerente, ma forse, un pizzico di sostegno le arriva dal sapere che ci sono suoi simili nella sua stessa condizione. “Mal comune, mezzo gaudio” diceva un detto, anche se di ben poca consolazione.</span></span></span><br />
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">Quello che mi preme qui comunicare è che, nel sentire la propria solitudine, non serve farsi del male pensando di essere soli contro il mondo intero. Sta succedendo qualcosa di fondamentale che può essere portato ad un livello sempre più alto, e ce lo sta dicendo la fisica. <b> </b></span><br />
<h3>
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;"><b>Sta succedendo. </b> </span></h3>
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">Ed è quello che conta.</span><br />
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">Non siete isolati, ce ne sono altri in giro per il mondo. Ma non cercateli, perché la “consapevolezza” non si può raggiungere in gruppo. Ci si può ritrovare insieme per condividere la propria esperienza, ci si può donare la propria comprensione e la propria amorevolezza, ma poi si torna, ognuno a casa sua, a continuare a “tornare” a sé stessi. </span> <br />
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">Approfittate di ogni opportunità di interazione con individui che lavorano su di sé, ma siate sempre consapevoli che non ci potrà mai essere il “partito” dei consapevoli, proprio perché se lo sono, “lavorano” da soli/Soli. </span><br />
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;">E di Sole ce n’è sempre uno Solo, in ogni sistema solare. </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8dqujQ26XcBj-lt0MgTkam-iZRA7k7uf2e4rzB4XwOd8s3yLHmT-d2BBTbIpcD06oH4ccdD7tn9jkdovfBidjiKF1PMo6VXRW5AJw_AvPFkhuJkKP4c_Pb2OOZ_aygPmzHAVmH3b1sxAq/s1600/sistema-solare-pianeti-panoramica.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8dqujQ26XcBj-lt0MgTkam-iZRA7k7uf2e4rzB4XwOd8s3yLHmT-d2BBTbIpcD06oH4ccdD7tn9jkdovfBidjiKF1PMo6VXRW5AJw_AvPFkhuJkKP4c_Pb2OOZ_aygPmzHAVmH3b1sxAq/s400/sistema-solare-pianeti-panoramica.jpg" width="400" /></a></span></div>
<span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: large;"> </span> Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-76501334308294284302020-05-16T09:53:00.002-07:002023-01-23T07:30:15.744-08:00No, come prima no!<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="La Terra rischia di diventare sempre più arida - Galileo" class="n3VNCb" data-noaft="1" height="215" src="https://www.galileonet.it/wp-content/uploads/2018/01/desert-279862_960_720.jpg" style="margin: 0px;" width="400" /> </span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"></span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Ero felice, quasi, che si fosse presentata l’opportunità
dell’agognato “cambiamento”. Mi aspettavo tempi duri, difficili
da supportare con una tenacia di cui non sapevamo niente. Della
tenacia, intendo. E nemmeno dell’integrità.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">
</span></span></div>
<h2 class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Si è scoperto invece che
il tanto sbandierato cambiamento non andava bene: tutti vogliono
“tornare” com’era prima. Ognuno a suo modo.</span></span></h2>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">
</span></span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Qui si svela quello che
immaginavo e, oso dirlo, intuivo. E cioè che il tanto sbandierato
“spirito” non è altro che <b>merce</b>, un prodotto da vendere come
qualsiasi altro sul mercato.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">
</span></span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Io non voglio
assolutamente tornare là dov’era il <b>prima</b>, perché ho fatto di
tutto, tutto ciò che era nelle mie possibilità, perché cambiasse,
perché l’evoluzione che compete all’essere umano avvenisse.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">
</span></span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Ho trascorso, come quasi
tutti, i miei 60 giorni di clausura e ho seguito ciò che i social
trasmettevano di notizie, articoli, comunicazioni ufficiali di
scienza, politica, religione e economia, ho letto e ascoltato le
altre campane e anche quelle rotte, quelle tibetane e i ferracci da
rottamazione. Anche le voci angeliche e i rutti inveterati. Tutto ciò
che potevo osservare, con la brama di vedere che quel </span></span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;"><b>cambiamento</b>, quell’evo-luzione stesse avvenendo.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">
</span></span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Invece, col trascorrere
del tempo, solo un’involuzione sempre più profonda, da
schiacciarmi con disillusione e terrore.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">
</span></span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Se ritenevo che noi
fossimo i creatori della nostra realtà, ho scoperto che sappiamo
fare solo produzioni netflix di odio, ansia, assalto, storie di
vampiri e di assassini mafiosi o messicani, di ‘ndrangheta e
narcos.
</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">
</span></span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">E ho capito una cosa: che
ci sia il <b>cambiamento</b> è esattamente ciò che spaventa di più
proprio chi dice di volerlo. Perché non potrebbero più morire
sognandolo. Sarebbero costretti a vivere come avevano sognato, e
questo comporterebbe fatica.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">
</span></span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Non avevo dubbi da molti
anni sul fatto che proprio chi si dice spirituale era il punto debole
della famiglia umana, ma non mi aspettavo che si manifestasse questa
ecatombe.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">
</span></span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Piene, totali
contraddizioni, sguardi rivolti al passato, danze imbecilli sulle
profezie e sulle voci dai maestri illuminati e dagli alieni. Ma al
tempo del cambiamento vogliono tornare, liberi, a <b>come era prima</b>.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">
</span></span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Probabilmente, nonostante
loro qualcosa è cambiato comunque, ma non è manifesto.
</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">
</span></span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Ho sentito per decenni
quasi urlare che siamo tutti uno e che l’amore è la forza più
grande dell’universo, ma ora, quando si dovrebbero aprire le menti
e le anime al cambiamento, ci sono le tifoserie. E non per due
squadre, ma per decine, ancora, a competere per chi vince il
campionato.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">
</span></span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Non ci torno a <b>com’era
prima, no</b>. Io non ci torno. Anche se non so dove andrò né cosa ne
sarà di me, io, dov’eravamo prima non ci sarò.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">
</span></span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">Per questo riparto con il
blog. Per questo, dopo averlo lasciato rinsecchire, voglio usarne il
potenziale per dire la mia su cosa è PER ME il dopo, quello che
voglio, </span></span></div>
<h3 class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">che non sia più il prima.</span></span></h3>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Germogli fai da te - www.stile.it" class="n3VNCb" data-noaft="1" src="https://www.stile.it/wp-content/uploads/2013/02/shutterstock_121008445-60911280.jpg" style="height: 356.4px; margin: 0px; width: 585px;" /> </span></div>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"></span></div>
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif;">
</span></span>Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-61542948493358570172019-05-19T04:16:00.000-07:002019-05-19T04:16:23.001-07:00Ricchezza, abbondanza e povertà.<div align="center" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnkSmC4jaFSVF-ln7QhSUAJ6t4cMcoOR2_ma99vMikHyn0_woaAf-mlpmG7xXpQfOt4q4OLezoID0x1MM9m4eXJiBfikqvtOtjW9hIDAivooK6VZbSw_mHkDp0UhSB5q4SooMJ_GVU1l4K/s1600/povero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="351" data-original-width="527" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnkSmC4jaFSVF-ln7QhSUAJ6t4cMcoOR2_ma99vMikHyn0_woaAf-mlpmG7xXpQfOt4q4OLezoID0x1MM9m4eXJiBfikqvtOtjW9hIDAivooK6VZbSw_mHkDp0UhSB5q4SooMJ_GVU1l4K/s320/povero.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Opulento o Misero?</td></tr>
</tbody></table>
<h3 class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Sono stato costretto a farmi
alcune domande su </span><span style="font-size: small;"><b>Ricchezza, abbondanza e
povertà.</b> perché mi ritrovo anch’io a
combattere con la fatica di chiunque abbia difficoltà a sbarcare il
lunario, come si dice prosaicamente. </span>
</h3>
<div class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Chissà quanti manuali e corsi
per diventare ricchi avete come me cercato, possibilmente gratuiti,
vista la condizione di partenza. Già. Perché poi, in concreto, se
ho i soldi per comprare quei corsi, vuol dire che in qualche modo
entrano, ci sono a disposizione. </span>
</div>
<h3 align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Ma “Come diventare ricchi in
10 passaggi” è un titolo che tira. E chi non ci starebbe?</span></h3>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Solo che, appunto, la tecnica
descritta fa diventare ricco chi la vende, non chi la compra.</span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Non
entro nel merito dell’etica e della manipolazione, non tanto perché
gli sciacalli meriterebbero le attenzioni delle forze dell’ordine,
ma perché se possono sfruttare questa leva emotiva è perché c’è
chi ha bisogno di farsi d</span><span style="font-style: normal;">are
istruzioni speciali per una competenza speciale che crede di non
avere e che crede si possa avere. </span></span>
</div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><i>Leva emotiva</i><span style="font-style: normal;">,
dicevamo, ed è il momento di fare i conti con Lei.</span></span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Se è di emozioni che si
parla, stiamo argomentando qualcosa che al 95% rientra nella sfera di
pertinenza dell’inconscio (o subconscio che dir si voglia), per cui
non c’è nessun manuale che possa scalfire un’emozione. I manuali
si rivolgono alla parte conscia, razionale, calcolatrice.</span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Allora
lasciamo perdere tutto ciò che riguarda la “conoscenza” - di
tecniche, in questo caso – e andiamo a guardare qualcosa che di
solito non solo non si vede, ma non si guarda nemmeno: </span><span style="font-style: normal;">i
meccanismi dell’inconscio.</span></span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Il primo, di cui è
fondamentale prendere atto anche per proseguire questa lettura, è
che non si modifica di un micron se ci si ferma al solo aspetto
intellettivo. Capire o “essere d’accordo” non sfiora
minimamente la preponderanza reattiva del meccanismo inconscio. </span>
</div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Quindi è bene prepararsi ad
affrontare questa informazione predisponendo una modalità di ascolto
delle sensazioni e alle reazioni che avvengono istantaneamente in
noi, allenandosi ad essere sempre più veloci a coglierle. Mettersi
di buzzo buono ad allenarsi con pazienza cominciando da piccoli
“pesi”, è il metodo migliore in ogni “palestra”. </span>
</div>
<h3 align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Cominciamo
col mettere alla luce una dialettica che non viene mai presa in
considerazione perché ci sono tanti sinonimi che vengono usati
indistintamente, quali ricchezza/povertà, abbondanza/mancanza,
</span><span style="font-style: normal;">prosperità/indigenza e
altre. </span></span>
</h3>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Quella
di cui parlo è</span><i> opulenza/miseria</i><span style="font-style: normal;">.</span></span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;">Queste
due parole hanno una valenza diversa dalle altre e vengono definite
in linguistica “di alto registro”. Il che significa solamente
che, in base alla loro etimologia, il significato che esprimono </span><span style="font-style: normal;">è
molto ampio. Per esempio, con queste due, a seconda del contesto si
possono esprimere concetti diametralmente opposti.</span></span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Io voglio fermarmi alla loro
origine. </span>
</div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Cito:</span></div>
<div align="justify" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1cm; margin-right: 1cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-size: x-small;">dal
latino opulentus, derivato di ops 'mezzi, ricchezza, potere', col
suffisso -ulentus, che indica abbondanza.
<a href="https://unaparolaalgiorno.it/significato/O/opulento">https://unaparolaalgiorno.it/significato/O/opulento</a></span></span></div>
<div align="justify" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 110%; margin-bottom: 0cm; margin-left: 1cm; margin-right: 1cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: x-small;">L'etimologia della parola
<i>miseria</i> è da ricondursi alla radice sanscrita <span style="color: blue;"><i><b>mi-</b></i></span>
che significa <i>distruggere, diminuire</i>... (si ritrova anche in
<i>meno</i>). Da questa radice, il greco <span style="color: blue;"><i><b>μῖσος</b></i></span><i>
(misos) = odio, avversione</i> e poi il latino <span style="color: blue;"><i><b>miseria</b></i></span><i>
= estrema povertà</i>, in senso lato, <i>sciagura, afflizione,
bisogno</i>... <a href="https://www.etimoitaliano.it/2014/11/miseria.html">https://www.etimoitaliano.it/2014/11/miseria.html</a></span></div>
<div align="justify" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; line-height: 120%; margin-bottom: 0cm; text-indent: 0.5cm;">
<span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: small;">Ecco.</span></span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Sono coinvolti tutti gli
aspetti della vita di un essere umano, a seconda di quale delle due
descrive lo stato di vita.</span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Ora è il momento di mettersi
ad ascoltare le sensazioni e le reazioni, come dicevo poco sopra,
utilizzando l’aspetto intellettuale per “guardare” delle foto,
dei quadri o delle statue, e “ascoltare” cosa muovono in noi.</span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Si può voler essere ricchi
quanto ci pare, desiderarlo con tutto noi stessi, ma se il nostro
inconscio/subconscio è formato sulla “miseria”, faremo di tutto,
inconsapevolmente, per restare “in miseria”. Magari riusciremo ad
avere a disposizione del denaro, anche in abbondanza, ma in breve
saremo ritornati alla nostra abituale “miseria”. Sono tanti i
casi di chi si è “arricchito” per tornare in breve da dove era
partito o ancora peggio.</span></div>
<h3 align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">La miseria, in chi la vive,
non è soltanto mancanza di denaro, ma anche di energia vitale, di
presenza di spirito, di valore di sé, di autostima e di profondità
di valori.</span></h3>
<h3 align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Così come non è sicuro che
un ricco sia opulento nel suo carisma, che emani energia vitale, che
colpisca per la sua empatia e comunicazione.</span></h3>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">In conclusione, suggerisco a
me stesso, prima di tutto, di osservare i meccanismi inconsci che fin
qui ho attribuito ad un fantomatico auto sabotatore in me. Non sta
opponendosi a me, ma fa il suo mestiere al meglio delle sue
competenze. È il Mago che è in me e che sa come fare per
destrutturare quei meccanismi.</span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Opero. </span>
</div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" lang="it-IT" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Ciao.</span></div>
Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-3184003745740469312019-05-11T04:51:00.000-07:002019-05-11T04:51:08.598-07:00O il nuovo è “nuovo”, o è solo un restailing del vecchio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<h3 align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Ho guardato
un’iniziativa che mi sembra molto bella, perché utile e
intelligente, d cui mi sono innamorato: </span></span><a href="https://alephumanistica.it/universita-aleph/">ALEPH
BIODINAMICA UMANISTICA PNL - Università Aleph</a> <span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">.</span></span></h3>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Gli scopi e l’essenza della
realtà che si prefiggono mi trovano più che d’accordo.</span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Poi ho visto un video in cui
Claudio Messora, su “ByoBlu”, intervista Mauro Scardovelli,
ideatore e fondatore di questa Università. Egli spiega e racconta
come funzionerà e a chi si rivolgerà. Soprattutto racconta quali
sono le regole e le direzioni alla base di questa idea.</span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Se penso che è un’alternativa
a ciò che c’è, non posso che sperticarmi in lodi e augurarmi
l’espansione del progetto ad un pubblico immenso e su tutto il
territorio nazionale e internazionale.</span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Che sia chiaro che mi auguro
che si iscrivano milioni di persone, che già sarebbe una rivoluzione
culturale enorme.</span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">C’è un “ma”, però, su
cui voglio esprimere la mia opinione.</span></div>
<h3 align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Il mio punto di partenza è da
sempre articolato in questi punti:</span></h3>
<ul>
<li><div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">o cambia la cultura del
singolo, o non cambia niente</span></div>
</li>
<li><div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">o la Libertà è Totale, o
non è Libertà</span></div>
</li>
<li><div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Essere Liberi significa
“essere i creatori della propria Realtà”</span></div>
</li>
<li><div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">o il nuovo è “nuovo”, o
è solo un restailing del vecchio</span></div>
</li>
<li><div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">o la Spiritualità “fa
crescere il grano”, o non è Spiritualità (e non ha niente a che
fare con istituzioni religiose o culturali di etica e morale che
sono invenzioni della mente e un sistema di controllo dall’alto).</span></div>
</li>
</ul>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Detto e ribadito questo, ora
mi spiego meglio.</span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Sento che per una certa parte
dell’Umanità non basta più qualcosa che, anche se ad un livello
così elevato, ha comunque a che fare con modalità del passato, o,
per meglio dire, del “solito” modo di pensare che viene da
lontano nel passato.</span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">La questione è proprio il
“pensare” e l’osservazione che </span></div>
<h3 align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">c’è sempre qualcuno che
ritiene di essere all’altezza di stabilire e, perciò, di sindacare
quale sia il modo giusto di pensare.</span></h3>
<h3 align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"> </span></h3>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Come ho ampiamente argomentato
in <a href="https://www.somasinidisi.it/la-liberta-e-oltre/">“La Libertà è Oltre...”</a>, nel corso dei millenni abbiamo
strutturato una modalità di usare la nostra “capacità di
astrazione”, tale per cui restiamo bloccati nel “risolvere
problemi” della realtà che ci circonda, invece di scoprire la
strada per essere i creatori di quella Realtà che ci compete, cosa
di cui ogni singolo individuo ha da farsene carico individualmente.</span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">In quella Realtà, non ci può
essere nessuna prevaricazione, violenza o sopruso, non perché si
stabilisce una morale e un’etica che lo garantisca, ma perché è
matematicamente e geometricamente impossibile. </span>
</div>
<h3 align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Dal momento in cui è il
singolo ad essere il creatore della propria realtà, non ha bisogno
di alcun apporto esterno per ottenerla, né schiavi, né governanti.</span></h3>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYuSNtjE9QaKmvoGFVO3eY96YkTn9YHeBnYUFF8FkRbyLQAThH19dWs4tYYY8qwiL_fmsz4MADTBU48v00RcRi31jsz_38hRNIKkZN4ppcLfHuynUDx4WeNXhOJqGR3gpHD4K8xobrOjPs/s1600/Aquila+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="546" data-original-width="950" height="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYuSNtjE9QaKmvoGFVO3eY96YkTn9YHeBnYUFF8FkRbyLQAThH19dWs4tYYY8qwiL_fmsz4MADTBU48v00RcRi31jsz_38hRNIKkZN4ppcLfHuynUDx4WeNXhOJqGR3gpHD4K8xobrOjPs/s320/Aquila+2.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-size: small;">Nello spazio e nel tempo della
creazione individuale, ci si incontra con altri simili che, agendo
allo stesso modo, stanno seguendo ciò che <i><b>sono</b></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
e non possono che essere uguali fra loro. Nessuno fra loro può
stabilire cosa sia giusto o sbagliato perché, essendo integrato con
la propria coscienza, non può che esserlo con quelli come lui.</span></span></span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Non
avrà perciò nessuna </span></span><i><span style="font-weight: normal;">regola
certa</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
a cui sottostare e a cui “devono” sottostare tutti gli altri,
perché avrà la piena consapevolezza che, essendoci solo
</span></span><i><span style="font-weight: normal;">probabilità</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
ognuno potrà confrontarsi con ciò che gli si para davanti e
scegliere.</span></span></span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Sono l’unico lettore di
queste righe di cui sono scrittore, perciò non ho bisogno di essere
più chiaro di così.</span></div>
Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-60535852006759423062019-05-03T09:31:00.003-07:002019-05-03T09:31:58.662-07:00CAMMINA LE TUE PAROLE<h3 align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">Eccomi, finalmente, a
“camminare le mie parole”.</span></span></span></h3>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">Dopo
aver scritto <a href="https://www.somasinidisi.it/la-liberta-e-oltre/">"La Libertà è Oltre..."</a>, un libro su cosa c’è da destrutturare in ognuno di
noi, risalendo alle cause e alle modalità della strutturazione, sono
uscito dalle stanze della grande caverna e mi metto a scoprire cosa
c’è qua fuori. </span></span></span>
</div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">Sono
stato a lungo sulla soglia a cercare di decidermi se tornare indietro
o proseguire verso l’ignoto. </span></span></span><br />
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">È la parte più dura, quella più
dolorosa perché “sai quello che lasci, ma non sai quello che
trovi”. </span></span></span>
</div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">Ormai non c’era alternativa. Non tanto al fatto di restare lì
fermo, quanto all’avere ancora la vista su ciò che succede dentro.
</span></span></span>
</div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">Quell’impulso
ad urlare “Ma come fate a non capirlo?” dedicato soprattutto a
chi sembrava che gli occhi li avesse ben aperti. </span></span></span>
</div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">Ne
ho conosciuti di tutti i tipi, ma sempre, alla fine, limitati ad una
verità, o meglio: ognuno ad una verità. Quando l’unica verità - e non la mia - è
che </span></span></span>
</div>
<ul>
<li><div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">lì
dentro niente è vero, </span></span></span>
</div>
</li>
<li><div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">è
tutto totalmente costruito ad arte, manipolato a nascondere che la
Verità è là fuori,</span></span></span></div>
</li>
<li><div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">la
Verità non ce l’ha nessuno perché la Verità non si può
possedere, nessuno può usufruirne a scapito di chi non ce l’ha</span></span></span></div>
</li>
<li><div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">se
c’è qualcuno che sa la Verità, non è di sicuro mai tornato a
raccontarcela.</span></span></span></div>
</li>
</ul>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">Ecco
che ora mi metterò a scoprire la mia, e in questa immensa giungla
online, potrò dire ciò che voglio “tanto non mi ascolterà
nessuno” e non avrò bisogno che qualcuno mi ascolti.</span></span></span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="it-IT">La
prima forte sensazione è che </span></span><span style="font-size: x-small;"><span lang="it-IT">c’è
talmente tanto di tutto da poter non solo scegliere qualsiasi cosa,
ma anche e soprattutto di crearsi ogni qualsivoglia realtà. Dove
sbatti, sbatti. Va bene comunque.</span></span></span></span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="it-IT">La
più forte esperienza è legata a quel concetto, comunemente chiamato
“amore”, del quale lì dentro si conoscono solo le regole, ma di
cui né si conosce l’origine, né gli effetti reali sulla vita di
ogni singolo individuo. Non si accetta che ognuno ne abbia una
propria esperienza individuale e soggettiva, e, siccome l’“amare”
genera una propensione alla condivisione, </span></span><span style="font-size: x-small;"><span lang="it-IT">si
presume che ci debbano essere almeno due visioni uguali. Per formare
una “coppia”, come minimo, e poi per confrontarsi con altri che
la pensano uguale.</span></span></span></span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="it-IT">Quello
che ho sperimentato sulla soglia, invece, è stato che l’amore non
si può condividere, non ci può essere un modo di descriverlo che
alcun altro possa comprendere. </span></span></span></span><br />
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="it-IT">Q</span></span><span style="font-size: x-small;"><span lang="it-IT">ualsiasi cosa sia è un’esperienza di espressione di sé, non un
concetto comunicabile. In quanto tale, anche se ci scrivi libri, ci
fai film e poesie o crei opere d’arte e musicali, chi riceve le tue
descrizioni non percepirà mai ciò che tu hai vissuto, ma solo la
sua traduzione nel linguaggio e nei significati che lui possiede.</span></span></span></span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;"><span lang="it-IT">Uno
dei propulsori più potenti che mi ha fatto decidere di uscire dalla
caverna è stato lo sconvolgimento che mi ha prodotto l’“amare”
una donna speciale. E questa volta, invece di cercare di </span></span><span style="font-size: x-small;"><span lang="it-IT">accaparrarmi
i “favori” della persona, sono rimasto a farmi nutrire e
rigenerare dall’energia vitale che si manifesta in me.</span></span></span></span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">Nonostante
la mancanza della sua presenza, io mi nutro di ciò che sento
rigenerarsi in me.</span></span></span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">Senza
condividere, né invadere, né chiedendo a lei di esserci.</span></span></span></div>
<div align="justify" class="rientro-prima-riga">
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><span style="font-size: x-small;">Fuori
dalla caverna succede così.</span></span></span></div>
<h2>
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><br /></span></span></h2>
Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-4550882978217615082014-11-30T05:47:00.000-08:002019-05-03T08:57:43.321-07:00GLI 11 PASSI DELLA MAGIA Il metodo della Magia (Italiano)<div style="line-height: 110%;">
<span style="font-size: x-large;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="https://www.blogger.com/null" name=":z.1"></a><a href="https://www.blogger.com/null" name=":z.2"></a><a href="https://www.blogger.com/null" name=":z.3"></a><a href="https://www.blogger.com/null" name=":z.4"></a><a href="https://www.blogger.com/null" name=":z.5"></a><a href="https://www.blogger.com/null" name=":z.6"></a><a href="https://www.blogger.com/null" name=":z.7"></a> <span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-size: xx-small;"><span style="background: transparent none repeat scroll 0% 0%;">Testo Originale di </span></span><span style="font-size: xx-small;"><b><span style="background: transparent none repeat scroll 0% 0%;">Josè Luis Parise</span></b></span><span style="font-size: xx-small;"><span style="background: transparent none repeat scroll 0% 0%;"> <a href="http://www.eternaluz.org/2012/05/los-11-pasos-de-la-magia.html">http://www.ealuz.org/2012/05/los-11-pasos-de-la-magia.html</a></span></span></span></span></span></span></div>
<div align="justify" lang="zxx">
<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Traduzione,</span></span></div>
<div align="justify" lang="zxx">
<h3>
</h3>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<h3>
<span style="font-size: small;">In "</span><span style="font-size: small;"><a href="https://drive.google.com/file/d/13g3R1jZ3DMEW9FYECyaDGFBIyy6Ownml/view?usp=sharing">È il Tempo del Mago</a>" trovate gli 11 PASSI DELLA MAGIA di Josè Luis Parise</span></h3>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://drive.google.com/file/d/13g3R1jZ3DMEW9FYECyaDGFBIyy6Ownml/view?usp=sharing"><img alt="https://drive.google.com/file/d/13g3R1jZ3DMEW9FYECyaDGFBIyy6Ownml/view?usp=sharing" border="0" data-original-height="800" data-original-width="566" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrZZCWaQckPiPCk67dTdsIIRRS6z5J9kMkZp1f0-LUutr4_l8DHPR1_MhcximHgk3W7nzOIQDx9Z23ur8FVb5c7YMYu4vOhfTIgcpLnrdmqgg517ki-9zdmlIul7K1rg-STn1TxMefggI6/s320/Mago+copertina.jpg" width="226" /></a></div>
<h3>
<span style="font-size: small;"> </span></h3>
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Non mi attribuisco nessun merito. Solo la pazienza di tradurre e dedurre la mia visione di ciò che è suo</span></div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="justify" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;">
</div>
</div>
Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-4203771020579661202014-09-08T08:41:00.004-07:002020-08-23T10:45:31.438-07:00Le 8 DIREZIONI<h2 class="western" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">
La Mappa NON è il Territorio</span></h2><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Ricordandosi sempre che la mappa non è il territorio, ecco alcuni
spunti per orientarsi nel territorio della propria vita, seguendo una
mappa che è la stessa per tutti, ma che ognuno usa per percorrere sé
stesso, verso la LIBERTÀ TOTALE.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Come coordinate utili ad orientarsi, si sono stabilite, per
convenzione, quattro direzioni cardinali e quattro non cardinali,
come ben sapete. Per analogia con l’Essere Vivente Pianeta Terra,
alle direzioni cardinali troviamo quelli che potremmo considerare gli
Elementi Costituenti l’essere umano, mentre in quelle non
cardinali, verifichiamo la possibilità di metterli in movimento. Il
movimento, con la sua assenza o presenza, è l’indicatore della
Vita, rispettivamente assente o presente. <br /></span>
<span style="font-size: medium;"><br /></span>
</p><span style="font-size: medium;"></span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixg-iINSNCtTEUyjhHUIORiuW-o9-0UxICZVLRwNCsPTvAcQ_NEW_zsLozdopoO6_ilNr6iDzb60sXFCuoMI92AqcjpU9Afc-lSgKAYjofTatyeNFbI8cMTTSeI5Mb-JGVT5kNikmK-LKq/s500/0e6dad807f89e739_m.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="La Rosa dei Venti" border="0" data-original-height="500" data-original-width="497" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixg-iINSNCtTEUyjhHUIORiuW-o9-0UxICZVLRwNCsPTvAcQ_NEW_zsLozdopoO6_ilNr6iDzb60sXFCuoMI92AqcjpU9Afc-lSgKAYjofTatyeNFbI8cMTTSeI5Mb-JGVT5kNikmK-LKq/w398-h400/0e6dad807f89e739_m.jpg" width="398" /></a></span></div><span style="font-size: medium;">
</span><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">
</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><h2 class="western" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Gli Elementi Costituenti l’essere umano sono lo
Spirito (EST), il Corpo (OVEST), l’Anima/Emozioni (SUD) e la Mente
(NORD).</span></h2><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">I Motori sono la Considerazione/Amore di Sé (SUDEST), l’Aprirsi
all’Esperienza (SUDOVEST), la Conoscenza e l’Uso delle Regole
(NORDOVEST) e l’ Abilità a Gestire la Propria Energia (NORDEST).</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Il CENTRO è l’Essenza Vitale, che è il catalizzatore di tutte
le trasformazioni.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Questa mappa è utilizzabile da ognuno perché rappresenta il
territorio della BioLogia dell’essere umano sia dal punto di vista
filogenetico (la genesi dell’essere umano) che da quello
ontogenetico (la genesi del singolo individuo).</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">La conoscenza e l’ uso di questa mappa, servono per riprendere
in mano, in caso di “smarrimento”, la direzione della propria
vita. O nel caso in cui qualcuno voglia cambiare qualcosa, ma non sa
da dove partire e dove andare. Sempre e comuque spinti dalla
necessità BioLogica della propria Libertà.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><h2 class="western" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Le 8 Direzioni una per una</span></h2><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Ogni direzione racchiude in sé molti aspetti, seppure ognuno di
essi è riferibile all’ambito descritto nel “Titolo” specifico
della direzione, e di cui è importante essere consapevoli, perché è
con quella conoscenza che si comprende dove si è per sapere e
decidere dove andare. Riconoscere l’ambito/direzione con cui si
lavora è fondamentale per scegliere gli strumenti giusti per passare
all’azione.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">La visualizzazione delle direzioni su di un cerchio favorisce la
comprensione di come usarle. Questo particolare cerchio si chiama
Ruota perché è in costante movimento. Il movimento di ogni ruota
dipende dalla sua struttura: se i raggi sono in perfetto equilibrio,
lei gira, se sono squilibrati zoppica o non si muove proprio a
seconda della gravità dello squilibrio. È semplice dedurre che se
ci si sente squilibrati in una direzione è opportuno riequilibrare
la distanza dal centro agganciandosi e usando la direzione
diametralmente opposta. La struttura “a cerchio” prima e “a
ruota” poi, quindi, suggerisce come usare questa mappa.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">In base alla conoscenza delle caratteristiche specifiche di ogni
direzione, ritrovandosi squilibrati, si cercherà prima di
identificare quale sia la direzione predominante (“uso troppo la
logica”, “sono sempre sommerso dalle emozioni”, “ho paura di
quello che mi può succedere”) e poi, verificando le
caratteristiche della direzione diametralmente opposta, scelgo di
agire in base alle sue indicazioni (“mi lascio fidarmi”, “mi
apro a nuove conoscenze”, “decido in base al mio stato
energetico”).
</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Bene: impariamo a saperne di più, e poi danzeremo la ruota.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><h3 class="western" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">EST (E)</span></h3><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">L’ E è la direzione da cui sorge il Sole. Da sempre l’Uomo ha
vissuto col Sole un rapporto inerente lo Spirito e con il suo
percorso nel cielo, lo ha reso simbolo e totem del percorso della
vita.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Il Sole/Spirito, sorgendo (E), accende la vita in ogni cosa, ed è
perciò la scintilla “divina” che da origine ad ogni processo, è
l’Inizio per antonomasia. E questo è valido anche per il singolo
essere umano.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Determiniamo con lo Spirito.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Troppo spesso (ma veramente troppo), noi pretendiamo di
determinare con la Mente, credendo di riuscire a far credere a noi
stessi e agli altri che, invece, ciò che sta succedendo sia qualcosa
di “spirituale”.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Quando succede qualcosa che ha del creativo e che non si sa da
dove arrivi, è stato lo Spirito a determinarlo, eppure, per quanto
ci proviamo, non riusciremmo mai a produrre alcunché di Nuovo, se
provassimo a determinare di farlo con la mente.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Perciò, in realtà, noi determiniamo con lo Spirito (E), ma non
ne siamo coscienti, cioè non abbiamo alcun potere legato all’Io
cosciente di determinare le nostre azioni. Possiamo solo accettare
che da qualche parte, se ci serve sapere che esiste una parte che lo
contenga, qualcosa di noi accende (Fuoco) un nuovo processo di
trasformazione “lanciando” l’energia nell’ambito della nostra
vita. È il tempo del “seme”.
</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Quando nel linguaggio comune sottolineiamo che una cosa è frutto
del “fuoco della passione” dato che segue una sua realizzazione
anche contro ogni logica, stiamo descrivendo una modalità dello
Spirito (E).</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">È necessario sottolineare che il fatto che non siamo noi (la
nostra mente conscia/Ego) a determinare le nostre azioni, può farci
credere di non essere liberi, mentre è esattamente il contrario. Da
fare una profonda differenza fra il determiare e il decidere, che è
prerogativa del NordEst. Tendenzialmente noi cerchiamo durante la
nostra vita, di “realizzarci” credendo però che questo possa
avvenire se materializziamo il “chi siamo” che crediamo sia
giusto essere, o che crediamo che altri dicano sia giusto essere. In
realtà tutti percepiamo che qualcosa non va, tanto da deprimerci o
soffrire perché non riusciamo a realizzare noi stessi. La Libertà
la si percepisce proprio quando tutte le tessere del puzzle si
sistemano al loro posto. Ecco: lo Spirito è colui che ci spinge a
sistemare la tessera giusta al posto giusto anche se ci sembra che
non sia così. Se il puzzle da completare è l’immagine di un
saldatore biondo e alto 1,80, è inutile cercare le tessere per
realizzare l’immagine di un ballerino moro e alto 2,10 (scusate
l’esempio imbecille).</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Il comunicare con lo Spirito (E), per eseguire ciò che Egli
determina per noi, è dato dall’ illuminazione/meditazione e
dall’osservare gli effetti di ciò che possiamo definire una
creazione artistica in qualsiasi ambito si manifesti, dal dipingere
un quadro all’ornare la tavola per gli ospiti.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Nel lato scuro, siamo quelli che Hanno la Visione. Proponiamo
delle azioni, a giustificazione di un’inconsapevole bisogno egoico
di essere riconosciuti, che vorremmo fossero accettate come causate
dallo Spirito, spinte da un qualcosa di superiore a noi, che ci porta
a compierle. Si riescono a riconoscere, soggiogati dal lato scuro
dell’Est, quegli individui che, per esempio, SI definiscono
“maestri” perché hanno avuto la visione, appunto, o, sempre per
esempio, quelli che dicono di aver “canalizzato” le informazioni
che “vendono” poi al mondo. Si percepisce l’invenzione scenica,
l’interpretazione di un ruolo, la presunzione di sacralità
ricevuta. Tutti aspetti dell’Est (creazione artistica), ma nel lato
scuro.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><h3 class="western" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">OVEST (O).<br /></span>
</h3><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">È il posto dove il Sole tramonta, dove si percepisce che sta per
succedere qualcosa su cui noi non avremo il minimo controllo. È il
posto dove il Sole lascia il potere alla Terra. Lo Spirito ha
determinato ciò che c’è da fare ed è ora il momento di
Trattene-re/Conservare l’energia vitale per far sì che si
materializzi. È il tempo in cui i processi avvengono al buio, al
coperto, di nascosto. È il tempo dell’utero. Il “seme”
attecchisce e comincia l’inesorabile crescita del nuovo essere
vivente. È con il Corpo che noi Tratteniamo/Conserviamo.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Questo spazio ci parla attraverso l’ Introspezione/Intuizione,
nell’osservazione di ciò che succede al buio, nell’oscuramento
della coscienza, là dove se interveniamo possiamo solo bloccare il
processo, mentre se lasciamo che avvenga, sentiamo che è in
direzione della Materializzazione della nostra Libertà. La Terra è
considerata la Grande Madre perché non farà niente “contro” i
suoi figli, mentre, al contrario, si prodigherà perché abbiano il
meglio. L’ OVEST è il posto dove il corpo si attiene alla sua
salute e efficienza, in relazione al nutrimento e al movimento. Da
qui si evince che l’OVEST ha a che vedere con tutto ciò che
riguarda il rapporto con la parte densa dell’energia. Infatti
l’asse Est/Ovest simboleggia il rapporto che ha stabilito la Fisica
fra Energia e Materia dove l’una si trasforma nell’altra a
seconda degli stadi diversi di densità/vibrazione. Un aspetto
governato dall’Ovest è il denaro, quindi mantenere l’attenzione
sul denaro come energia che si trasforma in materia, ma anche, al
contrario, materia che si trasforma in energia è uno degli aspetti
su cui lavorare per concepire la propria Libertà. Un altro aspetto è
la salute, che segue lo stesso criterio di azione: Energia/Materia.
Per entrambi, e per tutti gli altri aspetti, l’aumento o la
diminuzione della vibrazione genera l’uno o l’altro, sapendo che
lì, al buio, le cose maturano nei loro tempi naturali. Basta
accoglierle e contenerle.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><h3 class="western" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">SUD (S)<br /></span>
</h3><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Dall’asse orizzontale, il livello in cui tutte le cose esistono,
si passa all’asse verticale, dove le cose si individuano.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Il SUD è il posto dove il Sole è al suo più alto potenziale e
ha fatto il massimo per dare vigore a tutte le creature. In questo
spazio si ha tutta l’energia per Dare e Prendere tutto,
serenamente, “alla luce del Sole” in base ad un sentire che
comunemente definiamo “Emozioni”, ma che in realtà è solo un
movimento o stasi di un’unica energia (rispettivamente Amore o
Paura). Noi, quindi, Prendiamo/Diamo con le Emozioni. La fluidità di
questo processo è dato dall’elemento Acqua. L’ Acqua ci parla
del riempire, dell’infilarsi e adattarsi seguendo la conformazione
dell’ambiente, per nutrire. Con il suo scorrere e nutrire, l’acqua
rappresenta anche il sangue. Si può considerare il SUD come il posto
dell’Anima, la quale, per la sua Libertà (e perciò la nostra), ci
muove o ci arresta a seconda che il suo sentire sia di espansione o
di contrazione. Gli esseri viventi governati dal SUD sono le piante
in generale, e simboleggiano per l’Essere Umano la Fiducia e
l’Innocenza. Il SUD ci descrive chiaramente l’identità
dell’Amore, che, esentato dall’aspetto romantico, è
E-Mozione/Energia in Movimento (l’unica), e il cui opposto è
(sempre senza romanticismo) Energia Bloccata o, altrimenti definita
Paura. Più specificatamente, con l’aiuto del simbolo
“albero/pianta”, constatiamo la necessità di mantenere le
qualità del Bambino Sacro (fiducia e innocenza) per poter sfruttare
l’Energia in Movimento (Amore), altrimenti sarà il Bambino Ferito
(sfiducia e colpa) a mantenerci nell’ Energia Bloccata (Paura). È
sempre l’immagine del Bambino Sacro (ma anche l’albero va bene) a
suggerirci la “modalità” in cui il Prendere e il Dare sono
azioni guidate dall’Energia in Movimento, senza connotazioni di
giudizio, che sono caratteristiche del NORD scuro e dell’adulto.
</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Facile dedurre che l’azione che è governata dal SUD è quindi
l’ Aggredire inteso nell’accezione etimologica “andare verso”
e non sicuramente nella versione violenta. Sia che sia per Prendere,
che per Dare, il movimento e nella direzione dentro/fuori,
Aggredendo, appunto, l’ambiente che ci circonda con Fiducia e
Innocenza.
</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><h3 style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">NORD (N)<br /></span></h3><h3 class="western" style="text-align: justify;">
</h3><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Riceviamo con la Mente. “Ricevere” viene dal latino recipère
formato da re, con valore di ripetizione e raddoppiamento, e capère
‘prendere’. Questa è l’azione del NORD. Ma il NORD governa la
Mente e perciò la Conoscenza, indicando con questo che è alla Mente
che compete il fare in modo che l’esterno entri in noi. Se a SUD
permettiamo al “dentro” di muoversi “in fuori”, a NORD
permettiamo al “fuori” di muoversi verso il “dentro”,
Ricevendo, appunto, passivamente tutte le informazioni che ci
arrivano, essendo aperti e senza giudizio, e andandole a cercare,
magari, tenendo ben aperta la porta di entrata.
</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Gli esseri viventi governati dal NORD sono tutti gli animali
(soprattutto quelli che vivono allo stato selvaggio, non contaminati
dall’uomo). Rappresntano la Saggezza del fare la cosa giusta al
momento giusto, di fare il minimo sforzo per ottenere il massimo
risultato, la capacità di Discernere senza Giudicare, l’assenza
totale di dogmi, o credenze, o religioni o ideologie. La Libertà
intesa come adattamento al nuovo aprendosi all’acquisizione delle
informazioni che l’esterno offre, assimilando quelle utili e
lasciando andare quelle inutili. Senza un giudizio (sempre basato
sulla Paura) di giusto o sbagliato, buono o cattivo, bene o male, ma
solo valutazione passiva di funzionalità e utilità (basato
sull’Amore che diventa Saggezza).</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Qui si chiarisce il rapporto NORD/SUD, sull’asse verticale, in
cui l’aspetto chiaro o l’aspetto scuro spostano in una direzione
o nell’altra lo squilibrio da sistemare. Se vivo nella paura di
muovermi nel mondo (SUD scuro), è perché ho delle credenze
limitanti e dei giudizi su ciò che è pericoloso (NORD scuro). Se ho
bisogno di religioni o di dogmi dall’esterno (NORD scuro) è perché
mi lascio travolgere dalla paura del Bambino Ferito (SUD scuro). E
via esemplificando ad libitum...</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Il NORD ci dice che, biologicamente, abbiamo l’opportunità di
una sempre maggiore Libertà aprendoci a tutte le informazioni,
parole, esperienze, concetti, eventi nuovi, che ci vengono incontro e
offerti. Ogni reticenza ad accoglierli per poi integrarli e
utilizzarli, ci urla la necessità di verificare in che modo siamo
sbilanciati verso il negativo al SUD. Ogni vibrazione di sfiducia,
depressione, paura, rabbia, fastidio, dolore, vittimismo al SUD,
rappresnta uno squilibrio verso il Giudizio e verso Credenze Rigide
al NORD.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><h3 class="western" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">SUDEST (S-E)<br /></span>
</h3><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">È il posto dove si inizia a “muovere” la Ruota, dove avviene
la conoscenza per contatto (primo cerchio della conoscenza nella
costruzione della Capanna Sudatoria).</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Qui si parla della Considerazione/Amore di Sé ed è facile capire
che ha a che fare con l’Anima (S) e lo Spirito (E). Ovvero si
comprende che l’amore di sé non ha niente a che vedere né col
mentale (N), né con il fisico (O), cioè, né col ricevere (N), né
col trattenere (O), bensì col determinare (E) e col dare/prendere
(S).</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Personalmente ho compreso che la difficoltà dell’amare sé
stessi sta in un piccolo svarione di comprensione, là dove ci si
aspetta che per amare sé stessi si dovrebbe fare quello che dovrebbe
fare chiunque altro dica di amarci. Cioè, in parole povere, ci si
aspetta di essere amati da noi stessi esattamente come ci si aspetta
di essere amati da un altro (ricevere N) e trattenendo (O) in noi il
nostro amAre. In questo spazio, quindi, ogni qualvolta ci si trovi
nelle condizioni di sentirsi “più” o “meno” rispetto a
qualcun altro, si è nel S-E scuro, là dove si sostituiscono i
poteri del S e dell’E a quelli dell’O e del N credendo che non
solo gli altri dovrebbero amarci perché siamo meglio o, poveretti
noi, peggio di loro, ma anche perché non diamo a noi stessi l’amore
che ci “meritiamo” (come se l’amore fosse una cosa da
meritare).</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">A S-E comincia il movimento sulla Ruota perché il nostro Spirito
ha determinato che fossimo qui e ora, e la nostra Anima esulta e
splende nel prendere e dare, che sono il primo atto, come quello di
ogni neonato di qualsiasi specie (che lo compie senza il minimo
sentore di giudizio (N) né di inazione/stop (O) ).</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">È solo nell’ aver percepito e attuato questo movimento che si
può essere utili al Pianeta (genere umano compreso) nel nostro
essere una parte del “TuttiUno”, e si comprende l’importanza di
onorare gli antenati, onorando il nostro essere i futuri antenati di
altri umani. [Nel comprendere bene questo punto ci aiuterà l’usare
consapevolmente le qualità del N-O].</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">“Chi ben comincia...” di conseguenza merita insistere un po’
sugli aspetti del S-E.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Per ogni nuova azione che abbiamo l’opportunità di svolgere, si
prospetta anche l’opportunità di creare la nostra vita, e per
farlo è necessario che sentiamo in noi quella forte pulsione
dell’espansione che è l’AmAre. Questa pulsione non ha niente a
che fare con la descrizione “esteriore” dell’AmOre che serve,
come “mappa” anch’esso, nel muoversi in un ambito piuttosto che
in un altro. In realtà, però, l’AmOre si può solo descrivere,
mentre l’AmAre si può solo vivere. Mi spiego meglio (spero): ci si
sono messi tutti, dall’inizio dell’umanità ad ora, a cercare di
parlare dell’AmOre, a descriverlo, a elencarne le modalità e le
manifestazioni, a stabilirne addirittura delle regole, qualcuno a
giustificarne le azioni. Romanzi, film, trattati, e poi vissuti di
ognuno a confermare o confutare. Ma alla fine, tutto ciò che
possiamo dire è “Amo o non Amo!”, riconoscendo nel corpo e nelle
nostre percezioni se quell’azione che stiamo sperimentando è
espansione o chiusura, azione o stasi, amare (appunto) o paura!
L’AmAre è l’E-Mozione (energia in movimento) o l’ Emo-Azione
(l’azione del sangue), il Blocco di questa azione, è la Paura. E
sono entrambi delle percezioni (“sensazioni a cui si collega la
coscienza”) ben precise, e non possono essere scambiate per idee.
“Amare sé stessi” si manifesta nell’ agire la vita
costantemente, senza aspettarsi che lo si possa fare solo a certe
condizioni o solo con certe persone, o solo in certi ambiti e
ambienti. Se AmAre è AGIRE, ogni BLOCCO all’AGIRE è Paura.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Competenza dello spazio successivo: il</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><h3 class="western" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">SUDOVEST (S-O)<br /></span>
</h3><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">A S-O si arriva per fare “esperienza” ed è il posto della
Conoscenza frutto di un’esperienza ripetibile e riconoscibile
(secondo cerchio della Conoscenza nella costruzione della Capanna
Sudatoria). In altri ambiti si dice che a S-O si arriva dopo aver
fatto esperienza della morte di esseri viventi usati come nutrimento
di altri. E per contrapposizione, ovviamente, ci conosce il vero
significato del “vivere”, sia nostro che degli altri. È una cosa
che si può solo sperimentare, non di certo spiegare. E anche nello
spiegare si fa riferimento ad un’esperienza che ogni singolo ha
solo direttamente sulla propria pelle.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">A S-O, si comprende ciò che a S-E era solo un’intuizione: la
vita ci pone davanti miriadi di opportunità per fare esperienza, ma
sta a noi viverle o no, AmAre o Aver Paura.
</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Siamo fra il dare/prendere (S) e il trattenere/conservare (O). Che
cos’ altro è l’ “esperienza” se non trattenere e conservare
in sé stessi ciò che consegue al nostro dare/prendere? Ogni volta
che portiamo a termine questo processo attribuiamo ad ogni esperienza
un Simbolo, il quale a sua volta ci servirà per richiamare alla
coscienza l’esperienza a cui si riferisce. L’ insegnamento che ci
arriva dal S-O sta proprio nei Simboli, che rappresentano le
esperienze che abbiamo fatto, ma, nel lato scuro, anche quelle che
non abbiamo fatto o abbiamo paura di fare. La vita non ci spiega la
lezione e poi ci fa l’esame, bensì, al contrario, prima ci fa
l’esame e poi ci spiega cosa è successo. Noi, invece, pensiamo di
sapere prima cosa succederà, e di fronte ad una nuova opportunità
crediamo di sapere a cosa andremo incontro. Quindi ci rifiutiamo di
fare l’esperienza che la vita ci sta proponendo di fare. Abbiamo
davanti a noi un simbolo “chiuso” che ci tiene bloccati,
facendoci riconoscere, perciò, che stiamo sperimentando ….... la
paura. L’opportunità profonda che ci da la vita, in base a ciò
che il nostro spirito ha determinato e che la nostra anima ha
accettato di vivere, è quella di crescere e di migliorarci. Il
miglioramento è la “condanna” dell’essere umano e come dice
Carlo Trupiano “o t’elevi o te levi!”. Subito dopo, infatti,
c’è il piano fisico, l’Ovest, e se “lasciamo chiusi i simboli”
(esperienze che abbiamo catalogato e schedato), la vita ce li
ripropone materializzandoli non più all’esterno, ma all’interno
di noi, nel nostro corpo, in forma di malattie.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">La difficoltà di “spiegare” questa mappa, sta nel fatto che
il “territorio” (noi stessi) è costantemente in movimento, per
cui non si fa in tempo a capire dove si è, per decidere dove andare,
che già non si è più dove si era. Assumendo come “condicio sine
qua non” questa realtà, ecco che nell’osservare la mappa
conviene considerarla anch’essa come un movimento costante. Come in
questo caso, in cui se il S-O proviene dal Sud e va verso l’Ovest,
contemporaneamente è sbilanciato o equilibrato rispetto al N-E.
Cioè: se ci ritroviamo a S-O davanti ad un evento/simbolo che ci fa
Paura (lato scuro del Sud) e rischiamo di andare verso la malattia
(lato scuro dell’Ovest), vuol dire che siamo fuori equilibrio
relativamente al N-E, che in questo caso significa non riuscire a
prendere decisioni e sfibrare la propria energia sprecandola (ne
parleremo ampiamente quando saremo nella direzione).</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Questo per dire che danzare la ruota è la “condanna” del
guerriero che ha la mappa.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">In questo caso, trovandoci sbilanciati nel lato scuro del S-O,
possiamo utilizzare le direzioni, per così dire, “laterali” per
comprendere cosa sta succedendo (dove ci troviamo), mentre possiamo
usare il lato chiaro di quella opposta per sapere cosa fare.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">In questa direzione si contempla anche la condizione del Sogno
come il linguaggio generato dai Simboli che abbiamo catalogato nella
nostra Esperienza. Quello che non riusciamo a comprendere in stato di
coscienza di veglia, possiamo incontrarlo nello stato di coscienza
del sonno, comunicato, però,, attraverso il linguaggio dei simboli.
Sia che si tratti di incubi o di bei sogni, abbiamo l’opportunità
di verificare a cosa abbiamo attribuito dei significati, e quali
significati, riuscendo, se lo vogliamo fare (decisione del N-E), a
decifrare quello che, consciamente, non sappiamo nemmeno esistere. Al
S-O è collegato anche il Sogno Personale, quello, cioè, che,
ricorrente, facevamo da piccoli e che ci dice quale strada siamo
venuti a percorrere per Noi stessi, ma come contributo al Pianeta.
Quel Sogno che, se realizzato, non ci porta nemmeno a sprecare
energia (N-E), ma, anzi, ce la incrementa costantemente.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><h3 class="western" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">NORDOVEST (N-O)<br /></span>
</h3><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Questa direzione, più di tutte le altre, è descritta bene dalla
sua posizione sulla Ruota, e aiuta a comprendere il significato delle
altre in base alla loro posizione. È il posto della Comprensione (
terzo cerchio della Conoscenza nella costruzione della Capanna
Sudatoria). A N-O ci troviamo a metà strada fra la Terra (O) e
l’Aria (N), fra il Corpo e la Mente, fra la Pratica e la Teoria.
Qui si vede il nostro rapporto con i Limiti, con le Regole e le
Leggi. Il N-O è rappresentato dalla Linea dell’orizzonte, ma anche
dal Diaframma. Sono entità che separano una parte dall’altra, ma
le mettono anche in stretta collaborazione, delimitando gli ambiti,
ma affermandone anche la necessaria diversità nell’esistere. È la
linea che nel simbolo del Tao separa, all’interno dell’Uno, i due
opposti, fondamentalmente complementari all’esistenza del Tutto.
Questi Limiti/Regole/Leggi sono ovviamente quelle della Natura,
quelle che sono le uniche che non sono imposte perché stabilite in
funzione di una convivenza pacifica, pena la punizione. Descrivono le
modalità seguite da una situazione che è funzionale alla Libertà e
all’Evoluzione del singolo correlata alla Libertà e all’Evoluzione
di TUTTO il Pianeta, esseri viventi che lo abitano compresi. Queste
“leggi” non contemplano una Punizione nel caso vengano violate,
ma descrivono solo l’effetto che avrà le maggiori possibilità di
manifestarsi a seconda di come si mettono in pratica.
</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Questa direzione ci parla chiaramente del Libero Arbitrio, della
sua funzione e utilità, in base, guarda caso, allo sbilanciamento
nel lato chiaro o in quello scuro del nostro S-E (al lato opposto del
N-O). Lavorando sul N-O, ci è più chiaro come muoverci
relativamente al nostro Amare Noi Stessi, al nostro Essere Antenati
Sacri. Soprattutto ci aiuta a comprendere a cosa attribuiamo tale e
tanto valore da restare nell’AmAre o spostarci nel lato scuro
dell’Ego del S-E. È l’accettazione di regole Morali, di Etiche
di convivenza non dichiarate, ma a cui ci sottomettiamo per un quieto
vivere negli àmbiti della nostra vita ordinaria. Ci irrigidiamo nel
corpo (O) e ci irrigidiamo nei giudizi (N) spostandoci nel S-E scuro
sentendoci o superiori o inferiori ad altri, alle situazioni, agli
avvenimenti. Mentre siamo Liberi di scegliere se accettare o no che
la Natura abbia le sue leggi per poi scegliere se seguirle o meno,
sapendo che oltre un certo Limite si è Contro Natura.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Ad un altro livello (e per chi fa affidamento su questa teoria) a
N-O si mette anche il Karma/Darma, come descrizioni di un ambiente in
cui si è liberi di scegliere come vivere SAPENDO cosa è stabilito
in Natura anche sul piano dell’anima e della sua immortalità.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Ma questa direzione ci parla anche della potenzialità del Limite,
inteso come Contenitore, messoci a disposizione dalla Natura,
all’interno del quale abbiamo la possibilità di aumentare la
nostra energia per trasformarci e nascere a nuova vita. L’ esempio
più lampante è il guscio dell’uovo, limite che separa l’interno
dall’esterno, ma che, contenendo la vita, la mette in condizione di
non disperdere l’energia e di usarla per far crescere la nuova
esistenza fino al punto in cui, con la restante enorme energia, rompe
il guscio dall’ Interno e nasce. Ci dice così che, nonostante le
Regole e le Leggi siano quelle, se vogliamo superare lo stadio in
cui, anche se liberi in modo naturale, siamo, possiamo farlo
tranquillamente, sapendo che se sfruttiamo i limiti non come
“impedimenti” ma come “opportunità”, aumentiamo la nostra
energia fino a nascere a nuova vita. In biologia si osserva che la
fiolgenesi la dice lunga sull’evoluzione delle speci data dalla
soluzione dei conflitti biologici. E per l’essere umano è ancora
più ecclatante. Questo ci dice perché considerare Sacri tutti i
nostri Antenati (S-E), perché considerare Noi Stessi sacri e cosa
voglia dire Veramente AmAre Se Stessi (S-E): USARE LA PROPRIA LIBERTÀ
DI SCELTA.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><h3 class="western" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">NORDEST (N-E)<br /></span>
</h3><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Viene chiamato anche “il Posto del Guerriero”. Fra la totale
apertura mentale ad ogni nuova conoscenza (N) e l’illuminazione che
spinge alla creatività (E), qui noi Decidiamo le azioni da
intraprendere. È il posto della Consapevolezza (quarto cerchio della
Conoscenza nella costruzione della Capanna Sudatoria), e, ad un passo
dal centro di Tutto, siamo in una serena tranquillità, consapevoli,
appunto, che ci siamo aperti a tutte le informazioni che ci sono
arrivate (N), rassicurati dal sapere che le nostre spinte saranno
determinate dal nostro Spirito (E) e equilibrati dal fatto che
abbiamo affrontato le cose che ci facevano paura e siamo pronti a
scoprirne altre (S-O), Danziamo le energie a nostra disposizione
alternando proficuamente la tensione al rilassamento, l’azione al
riposo, l’inspirazione all’espirazione, il moto ala quiete.
Sentiamo la profonda verità della Legge Sacra del Min/Max (Minimo
Sforzo per il Massimo Risultato) e le nostre azioni sono tutte
efficaci, mirate e al momento giusto nel luogo giusto.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Al contrario, vivendo l’aspetto oscuro, saremo iperattivi o
inerti, cercando di Capire cosa sia Giusto fare (N scuro) in base
alla Visione che Abbiamo Avuto (E scuro), giustificandoci la nostra
Paura con la troppa “banalità” o troppa “difficoltà”
dell’Esperienza che dovremmo affrontare (S-O scuro). È il posto
dell’Azione, là dove tutte le altre posizioni attingono perché si
passi dal lato scuro a quello chiaro, il posto dove si decide se
intraprendere il viaggio in se stessi usando la mappa. Come già
detto, è il posto, ad un livello superiore, designato alla
Consapevolezza, qualità precipua del Sé Superiore, la parte di noi
che si riconosce nel Grande Spirito (o come si voglia chiamarlo) e
che guida il nostro Io a confrontarsi col nostro Ego, pur
contemplandone l’importanza, per smettere di sprecare la nostra
energia con l’ Importanza Personale. Solo per favorire la
comprensione, va detto di cosa si tratta quando si parla di
Importanza Personale.
</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">È l’autoriferirsi a tutti i livelli, il giudicarsi il “più”
o il “meno” qualcosa.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">È diverso dal S-E (scuro) in cui è la paura, aspetto del Sud
scuro, a unirsi alla visione dell’Est scuro, e la considerazione
che si ha di sé è una sorta di difesa preventiva dal pericolo di
essere leader di se stessi. “Lavorando” in squilibrio con il N-O,
questa paura è sempre legata a quelle regole morali che impongono i
“giusti” limiti entro cui si è accettabili o no, perciò sempre
applicabile in un contesto sociale.
</span></p><span style="font-size: medium;">
</span><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">A N-E (scuro) abbiamo una valutazione soggettiva, applicata alla
visione (E scuro), basata sulle proprie credenze, sui propri giudizi
in base alle proprie conoscenze (N scuro) relativamente alla
necessità di compiere un’azione voluta dagli eventi (S-O scuro)
che non riusciamo a deciderci (N-E) a compiere: siamo troppo grassi
per invitare a cena quella persona, siamo troppo vecchi per certe
cose, siamo troppo intelligenti per quelle stupidaggini, o troppo
ignoranti per quella conferenza o per chiedere cosa voglia dire
quella parola, troppo poveri, troppo alti, troppo bassi, troppo
belli, eccetera. Collegàti alla visione, a seconda dell’immagine
che abbiamo creato noi di noi, ci sentiamo adulati o offesi (per di
più offesi) sprecando il 90 % della nostra energia, buttandola
inutilmente al cesso e non avendola poi a disposizione quando
dovremmo danzarla per decidere le nostre azioni.</span></p><span style="font-size: medium;">
</span>Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-38262018493919891292014-08-06T09:29:00.002-07:002023-01-23T07:38:23.278-08:00L' Anarchico è una SPECIE<h1>Credo che l’errore che si protrae da millenni sia quello di considerare l’essere umano una sola specie. Mentre esistono due specie, distinte l’una dall’altra come si distingue la specie “polpo” dalla specie “begonia”.</h1>
<span style="font-size: small;">“O t’elevi, o te levi!”, dice il saggio.</span><br />
<span style="font-size: small;">Ecco: appunto! Non ho la minima voglia di levarmi, quindi... .</span><span style="font-size: small;"><br />
Credo che l’errore che si protrae da millenni sia quello di considerare l’essere umano una sola specie. Mentre esistono due specie, distinte l’una dall’altra come si distingue la specie “polpo” dalla specie “begonia”.</span><br />
<span style="font-size: small;">Questo ha comportato una serie di strutturazioni neuronali, di sinapsi, di inconscio collettivo ed eredità genetiche che comportano ora l’impossibilità del cambiamento.</span><br />
<span style="font-size: small;">Esistono quindi la specie “Essere Umano” e la specie “Organismo Unicellulare Antropomorfo”.</span><br />
<span style="font-size: small;">Sapere questo fa si che cambino le visuali di eventuali progettazioni comuni, per cui ciò che sembrava possibile solo se condiviso da molti, ora diventa possibile solo se condiviso fra simili. La “democrazia”, per esempio, è utile ad una sola delle due specie, mentre per l’altra può esistere solo l’ “anarchia”. Che si organizzino quindi ognuna in base alla sua genealogia e poi possono interagire fra specie dallo stato in cui sono. Come i nomadi interagiscono con lo Stato, o un regno con una repubblica, così può fare un anarchico con un democratico: ognuno ha la sua responsabilità di onorare i contratti, di non ledere la salute, i beni e la libertà dell’altro e di creare la propria felicità.</span><br />
<br />
<span style="font-size: small;">Come si fa a distinguerne una dall’altra? Credo che al momento non ci siano gli strumenti ïᢞadatti a verificare il diverso “tipo” di DNA. Come credo che in realtà non si sappia cosa cercare, perché si da per scontato che sia la stessa specie e perché una specie è molto più numerosa dell’altra, quindi è più facile trovare lo stesso tipo, o, in caso si incocciasse in quello dell’altra specie, verrebbe segnalata come anomalia, se non come malattia.</span><br />
<span style="font-size: small;">Non ho quelle competenze né la possibilità di entrare in un laboratorio di ricerca molecolare. Quindi c’è da sperare che qualche biologo raccolga questa mia follia, si faccia venire dei dubbi e si metta a cercare.</span><br />
<span style="font-size: small;">Attualmente, quindi, ci si può basare solo sul comportamento, ma anche qui con le dovute cautele, dato chemolti individui di una specie riescono a imitare il comportamento di quelli dell’altra. Ci vuole un po’ di pratica per riconoscere i mistificatori, ma alla fine, se si riescono a soffocare i rigurgiti di coscienza, si distingue molto chiaramente la differenza.</span><br />
<span style="font-size: small;">Per esempio: quelli di una specie, non riconoscono regole prestabilite, ma solo accordi di gestione di rapporto, in tutti i tipi di relazione, nel riconoscimento della propria e dell’altro libertà totale, mentre quelli dell’altra specie, utilizzano un comportamento simile, ma alla fine si scopre che serve solo al proprio libertinaggio; i primi non concepiscono la competizione, mentre i secondi né assumono il comportamento per la loro paura di perdere la sfida. E cose così. </span><br />
<span style="font-size: small;">È difficile discernere, ancora, ma col supporto della sc’ïenʐa ce la si può fare. A quel punto non si potrà più evitare di ri-considerare ogni e qualsiasi tipo di legislazione, di istituzione, di contratto, di interazione. </span><br />
<span style="font-size: small;">Quello che, però, al momento è possibile fare, è liberarsi da malattie, disagi privati e condizionamenti derivanti dal credersi appartenenti ad una stessa specie. Sia chiaro che non sto parlando di RAZZE diverse, quindi non c’è nessun razzismo, né conflitto. La mia occupazione precipua è sempre e comunque la Libertà, mia e di chiunque, quindi è perché ognuno viva libero di essere se stesso che credo sia importante sapere CHI si è. C’ è un libro di Anthoy De Mello che si intitola “Manuale per un’Aquila che si crede un Pollo”, che è stato scritto proprio per permettere di trovare la propria felicità riconsiderando la propria identità dopo aver appreso che è stato per un caso che si è cresciuti credendo di essere altro da ciò che si è. Aquile e Polli hanno entrambi la loro dignità, ma sono due specie diverse, con abitudini alimentari diverse, capacità di muoversi diverse, e infinite altre diversità sotto gli occhi di tutti. Uno di una specie che si crede appartenente all’altra, è destinato a sofferenze atroci, oltre che essere definitivamente prigioniero di una credenza e non di sbarre reali.</span><br />
<span style="font-size: small;">Sapere di essere un’aquila in gabbia è diverso che credere di essere una gallina in gabbia. La gabbia resta la stessa, ma la coscienza di sé, e quindi di un’eventuale fuga, è completamente diversa.</span><br />
<span style="font-size: small;">A me sembra un primo passo fondamentale perché se cambia il modo di pensarSI, cambia di conseguenza il modo di pensaRE, e cambiando questo, cambia anche la realtà che si riesce a creare. E da lì, poi, il resto a caduta!</span><br />
<span style="font-size: small;">Ecco! L’ ho detto! Ora continuo a fare i miei studi e le mie ricerche che poi condividerò man mano che procedono.</span><br />
<span style="font-size: small;">Intanto spero di essermi liberato di un grosso malloppone. </span>Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-50495921599939564972014-08-01T05:41:00.002-07:002016-12-22T04:25:26.947-08:00<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;"><b>La Capanna Sudatoria Italiana</b></span></div>
<span style="font-size: large;"> </span><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: large;"><br />
</span> </div>
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<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;">Usare la Capanna Sudatoria per me significa <i>innanzi tutto</i> ONORARE con il massimo rispetto quelle culture che la usano da tempi immemorabili e che, facendocela conoscere, hanno condiviso con noi uno strumento di consapevolezza molto potente. </span> </div>
<span style="font-size: large;"> </span><br />
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;">Indifferentemente dalla tradizione e dalla cultura di provenienza, ciò che ci rende ugualmente umani è la nostra biologia e cioè il nostro rapporto di interdipendenza con la natura e i suoi elementi. Avendo però noi “occidentali” fatto una scelta produttivo/religiosa, con cui ci siamo creati la credenza di poter controllare la natura, abbiamo fatto sì che un'esperienza come la Capanna, in cui originariamente si cerca di stabilire una connessione con gli “elementi” e ciò che ne consegue, sia diventata un modo per ottenere/produrre remunerativi “effetti speciali”, o esperienze psichedeliche, o i favori di “Dio”. Mentre, per poter comunicare con quella parte di noi che ha le risposte e le indicazioni che dovremmo seguire utilizzando consapevolmente la coscienza della nostra potenzialità, ci serve prima di tutto uscire dall'attitudine manipolatoria e sfruttante della nostra cultura. </span> </div>
<span style="font-size: large;"> </span><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;"><span style="font-style: normal;">Io ritengo che la Capanna Sudatoria<a class="sdfootnoteanc" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6332655179819206819#sdfootnote1sym" name="sdfootnote1anc"><sup>1</sup></a> si possa assimilare al “campo di Bose-Einstein”. Non mi metto qui a spiegare né cosa sia, né cosa hanno fatto quei due: a me interessa che Bose e Einstain siano stati due rappresentanti autorevoli e qualificati della nostra “tradizione” e che, pur perseguendo un'intenzione produttiva (trovare un “superconduttore”) siano arrivati a dimostrare che due “elementi” incompatibili fra loro, se portati all'estremo limite ambientale<a class="sdfootnoteanc" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6332655179819206819#sdfootnote2sym" name="sdfootnote2anc"><sup>2</sup></a>, diventano (e non </span><i>generano</i><span style="font-style: normal;">) un terzo “elemento” con caratteristiche tutte sue, mentre i due componenti iniziali perdono le loro caratteristiche individuali e incompatibili.</span></span></div>
<span style="font-size: large;"> </span><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;"><span style="font-style: normal;">Semplicemente credo che nel mettersi in situazioni “limite”, ciò che abbiamo coscienza essere separato e in conflitto </span><i>in</i><span style="font-style: normal;"> noi stessi, trasmuta in qualcos'altro che è la “somma” degli elementi presenti prima, ma con un'identità tutta sua che non genera conflitti. Siccome è il conflitto a generare, a sua volta, le malattie<a class="sdfootnoteanc" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6332655179819206819#sdfootnote3sym" name="sdfootnote3anc"><sup>3</sup></a>, trovare un' Unità dentro di noi mi sembra oltre che interessante anche biologicamente “intelligente”.</span></span></div>
<span style="font-size: large;"> </span><br />
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;">L'altro “dono” della nostra “tradizione” è la scoperta <i>sc’</i><span style="font-family: "mongolian baiti";"><i>ï</i></span><i>entifica</i> del fatto che non è il DNA il responsabile delle nostre mutazioni: è solo un esecutore di ordini. Dotato di identità e strumenti suoi propri, agisce in base alle <i>informazioni</i> che gli arrivano dalla membrana cellulare e a cambiando le <i>informazioni</i> cambiano le sue azioni. La questione è: da dove arrivano queste <i>informazioni </i>che la membrana cellulare poi passa al DNA? Ovviamente la nostra <i>sc’</i><span style="font-family: "mongolian baiti";"><i>ï</i></span><i>enza</i> non è ancora in grado di sopportare l'idea che siano le “emozioni” ad essere gli <i>informatori</i>:<i> </i>ma noi possiamo bypassarla e arrivarci da soli. Lo scoglio culturale che ci differenzia dalle tradizioni che hanno “partorito” queste pratiche, è che noi crediamo che le emozioni siano originate come re-azioni a qualcosa che avviene “là fuori”, mentre sono azioni interiori conseguenti una scelta. Attivando in noi i quattro “sentimenti di potere”<a class="sdfootnoteanc" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6332655179819206819#sdfootnote4sym" name="sdfootnote4anc"><sup>4</sup></a> possiamo “sentirci” espandere in una condizione di beatitudine, di grazia e, perciò, di guarigione.</span></div>
<span style="font-size: large;"> </span><br />
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;">Ho osservato, nel tempo trascorso in Capanne Sudatorie e con centinaia di persone, che le “credenze” hanno più potere della realtà e che le limitazioni inconsapevoli dei propri sentimenti <i>creano</i> realtà inesistenti più condizionanti di quella “oggettiva”. Anche solo il panico che avvolge qualcuno nell'entrare in quello spazio delimitato da coperte appoggiate su uno scarno telaio di rami, mi ha colpito. Una realtà di panico in una struttura assolutamente fragile, dove le pareti possono essere distrutte anche da un bambino. E ancora: oggettivamente la temperatura può essere notevolmente elevata, ma nonostante non sia mai entrato nessuno, credo, con un termometro, il dato di fatto è che i metalli scottano e le plastiche si deformano. Eppure ho sentito, nello stesso spazio, che, mentre alcune persone urlavano di voler uscire per il troppo caldo, altre dicevano che avevano freddo, che c'erano gli spifferi. Tutte realtà costruite da ognuno di loro, generate solo dall'interno di sé. Ma questa genesi è talmente potente da impedire e ostacolare realisticamente esperienze volute, cercate, desiderate.</span></div>
<span style="font-size: large;"> </span><br />
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;">In questa situazione <i>uguale</i> per tutti, esistono “n” realtà completamente diverse una dall'altra e assolutamente reali per chi le vive. Questo dimostra inconfutabilmente che è <i>il vissuto di ognuno di noi, che si basa sulle credenze e convinzioni personali, a creare la realtà di ognuno.</i> Se questo avviene comunque ed è sotto gli occhi di tutti, perché non <i>scegliere </i>di creare quello che è veramente ciò che si vuole e <i>consapevolmente</i>? Se è ciò che ci si <i>immagina possa succedere</i> dentro la capanna che fa <i>vivere</i> alle persone il panico, si tratta di rendersi consapevole di ciò che già avviene inconsapevolmente per poi “usarlo” a nostro beneficio/uso/vantaggio. </span> </div>
<span style="font-size: large;"> </span><br />
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;">Generare i 4 Sentimenti, non è difficile: il difficile è <i><b>credere</b></i> che sia possibile, <i>senza nessun intervento esterno</i>. È questa la credenza/convinzione che sarebbe saggio cambiare.</span></div>
<span style="font-size: large;"> </span><br />
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkDviacan8w-P8AZyfoKke34vvMMunH4vvtJ1qeYaBCyaFFRgYOVev7embkeYj38s0G2HuCENK_MHRopQ8_SWb8IxQFILDYWmh32nrav6Far77VByd0Zhg9OL5_FDSdWy9SGePsufpo-p8/s1600/capanna.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkDviacan8w-P8AZyfoKke34vvMMunH4vvtJ1qeYaBCyaFFRgYOVev7embkeYj38s0G2HuCENK_MHRopQ8_SWb8IxQFILDYWmh32nrav6Far77VByd0Zhg9OL5_FDSdWy9SGePsufpo-p8/s1600/capanna.jpg" width="320" /></a>In Capanna è saggio osservarsi <i>mentre</i> succedono e si dicono cose che non si sarebbe mai pensato di essere noi a fare o dire. Volendo tutte le informazioni su cosa succederà dentro, c’è il rischio che ci si prepari e ci si chiuda al nuovo. L'effetto “Bose-Einstein” serve a questo: creare un ente “noi” diverso dalle parti separate in cui lo dividiamo che sappia cosa fare per la nostra guarigione. Meglio e di più di ognuno dei coinquilini<a class="sdfootnoteanc" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6332655179819206819#sdfootnote5sym" name="sdfootnote5anc"><sup>5</sup></a> da solo o tutti in squadra.</span></div>
<span style="font-size: large;"> </span><br />
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;">L’esperienza di una sola Capanna, può essere risolutiva (?) come no, non c’è l’anelito/ansia a <i>produrre</i>, come dicevo all’inizio. Per cui è meglio non crearsi aspettative in nessuna direzione.</span></div>
<span style="font-size: large;"> </span><br />
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;">L'attrezzatura necessaria a partecipare è essenzialmente la propria pelle nuda. Io, al contrario di qualcuno, non imporrò mai a nessuno di starsene nudo a tutti i costi, né, come fanno altri, ad indossare paramenti particolari. Mi limito a consigliare di prendere il pudore/vergogna che si prova come un ulteriore limite che si ha l’opportunità di superare. Per cui consiglio di lasciare che il costume da bagno copra le nostre <i>pudenda</i> e poi, se si sente che il cambiamento sta avvenendo, toglierselo (all’interno essendo al buio) e godere della propria libertà dai condizionamenti.</span></div>
<span style="font-size: large;"> </span><br />
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;">Non serve prendere appunti, quindi sconsiglio di portarsi dietro il materiale necessario, mentre consiglio di portare acqua da bere, 1 asciugamani/accappatoio/telo per quando si esce, 1 stuoietta o telino su cui sedersi all’interno (che ci sono i sassolini e le erbette che danno fastidio), 1 borsa impermeabile dove lasciare i vestiti asciutti per quando si esce (l’umidità del bosco è elevatissima), ciabatte per chi ha i piedini delicati (io li ho), e cibo leggero da usare e/o condividere in pausa pranzo.</span></div>
<span style="font-size: large;"> </span><br />
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;">Per il resto, il fatto che ci si trova alle 10.00 del mattino è perché si entri in Capanna, nel tardo pomeriggio-sera, preparati quanto basta.</span></div>
<span style="font-size: large;"> </span><br />
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive; font-size: large;">Buon divertimento! :-)</span></div>
<div id="sdfootnote1">
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive;"><span style="font-size: x-small;"><a class="sdfootnotesym" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6332655179819206819#sdfootnote1anc" name="sdfootnote1sym">1</a> …. ma anche le camminate sulle braci, le danze Sufi, lo yoga, l' Umbanda, eccetera</span></span></div>
</div>
<div id="sdfootnote2">
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive;"><span style="font-size: x-small;"><a class="sdfootnotesym" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6332655179819206819#sdfootnote2anc" name="sdfootnote2sym">2</a> Nel loro caso molto prossimo allo Zero assoluto di -247°</span></span></div>
</div>
<div id="sdfootnote3">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive;"><span style="font-size: x-small;"><a class="sdfootnotesym" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6332655179819206819#sdfootnote3anc" name="sdfootnote3sym">3</a> Vedi “Le 5 leggi biologiche della Nuova Medicina Germanica” di Hamer.</span></span> </div>
<div id="sdfootnote4">
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "mongolian baiti" , cursive;"><span style="font-size: x-small;"><a class="sdfootnotesym" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6332655179819206819#sdfootnote4anc" name="sdfootnote4sym">4</a> Amore, Compassione, Gratitudine e Perdono</span></span></div>
</div>
<div id="sdfootnote5">
<div class="sdfootnote">
<a class="sdfootnotesym" href="https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6332655179819206819#sdfootnote5anc" name="sdfootnote5sym">5</a><span style="font-size: xx-small;">Mente, corpo, anima, spirito; io, ego, super io; conscio, inconscio, subconscio, superconscio; e via citando...</span></div>
</div>
Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0Municipality of Pivka, Slovenia45.669479700560636 14.09057140937488845.580672700560633 13.929209909374888 45.758286700560639 14.251932909374888tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-53053704322920861822013-08-03T05:50:00.000-07:002015-03-21T11:24:24.866-07:00ESSERE SCIAMANO QUI E ORA<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXTPoLSmQbmWA7Fk2qIIpzQKv4Mn9bwq2dPj0zWJvLnh9VrCB11mTyvHcg9MynyIb9Rh-zyePiUiMQMICvt9608ctQ8zRBVRkz45UJkj1-m2bLwpwwElnn9IUJ7G8kOg-wfBKOv6HiJiJE/s1600/sciamano.jpg" imageanchor="1"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXTPoLSmQbmWA7Fk2qIIpzQKv4Mn9bwq2dPj0zWJvLnh9VrCB11mTyvHcg9MynyIb9Rh-zyePiUiMQMICvt9608ctQ8zRBVRkz45UJkj1-m2bLwpwwElnn9IUJ7G8kOg-wfBKOv6HiJiJE/s400/sciamano.jpg" /></a> <br />
Ho incontrato il primo sciamano della mia vita nel lontano febbraio del 1990 e da allora, risuonandomi totalmente la cultura sciamanica, ne ho incontrati parecchi. Dal primo che ho incontrato, velatamente, a volte, e a volte esplicitamente, TUTTI dicevano che erano qui per portare la loro cultura a conoscenza della nostra. Anche se chi più chi meno si sono fatti pagare, non sto sindacando sull’aspetto commerciale della cosa: il business NewAge è svelato da tempo, ormai. Sto cercando di spiegare perché, secondo me, hanno finito il loro compito, almeno con me. Che sia chiaro che, ripeto, la loro cultura mi risuona totalmente e l’amore che provo per ognuno di loro (quelli “veri”, però) è reale, e quindi la mia scelta non è assolutamente una negazione di ciò che loro sono e che mi/ci hanno dato, anzi... Non ho visto in nessuno di loro l’attitudine missionaria e proselitista dei “nostri” preti e pastori, tutt’altro. C’è in ognuno di loro la profonda consapevolezza che la loro cultura è solo la loro e a loro resterà. E che noi abbiamo il dovere di scoprire la nostra. Ovviamente sto dicendo che la chiesa cattolica non solo NON è la nostra cultura, ma ha eliminato ogni traccia di quella che lo è stata e che avrebbe potuto essere. Non solo sul piano spirituale, ma anche morale, etico, politico, economico, sociale, medico, educativo, alimentare..... Non serve, vero, che racconto i sistemi con cui l’hanno fatto? No, bene! <br />
E allora ecco il ruolo di quegli sciamani che, provenendo da culture che hanno potuto mantenere intatta la loro identità per secoli e secoli, vengono a mostrarci le pratiche che erano anche le nostre, più o meno, perché anche noi eravamo in contatto diretto con la madre terra e con tutti gli elementi. E ad essi ci riferivamo per organizzare la nostra vita nel quotidiano come fanno loro ancora adesso. Anche da noi c’era chi sapeva curare con le erbe, chi lavorava con l’achimia e con l’astrologia, fino a che, fra le altre cose, la chiesa cattolica ha creato la scienza (divide et impera) per mantenere con l’ignoranza e la superstizione, la separazione e la dualità. <br />
<h2>Oggi, tempo in cui tutti i trucchi si stanno svelando, gli sciamani di altre culture stanno aiutandoci a ricucire la profonda lacerazione in cui abbiamo vissuto per più di 1700 anni. Ma non possono fare niente per noi, né possono farlo al posto nostro: a noi è successo qualcosa di diverso da ciò che è successo a loro.</h2>Pochissimi giorni fa ho parteciipato ad un mini workshop e alla seguente conferenza di uno sciamano colombiano. Dopo aver avuto questo ulteriore incontro con uno sciamano “vero”, mi sono ritrovato a constatare con altre persone, presenti all’evento, il fatto che gli sciamani ci sono anche qui da noi. Sono un po’ diversi, però, da quelli amerindiani, colombiani, hawaiani, lapponi, africani, andini, tungusi, giapponesi, brasiliani, toltechi, messicani. <br />
Prima differenza fondamentale è che loro possono manifestare un’identità perché sono parte integrante e integrata di una tribù e di un villaggio. Noi no! <br />
Loro provengono da una cultura che contempla la condivisione di leggende, credenze, esperienze e vissuti in cui è fondamentale il rispetto dello sciamano. Noi no! <br />
Nella tribù non è prevista la mancanza di uno sciamano. È necessario che ce ne sia sempre uno ed è per questo che si tramandano da millenni le conoscenze per via orale, da maestro ad apprendista. Noi no. <br />
Ma andiamo avanti con un po’ di ordine. Perché ha così tanta presa sulle persone ciò che uno sciamano con piume e piumette e perline e sonaglietti e erbine fa e dice? Il ruolo dello sciamano è quello di mettere a disposizione le sue conoscenze per far sì che i singoli e la tribù siano in grado di superare gli ostacoli che la vita pone. Le sue reti neuronali sono, dato l’allenamento, le uniche nella tribù ad essere sempre ri-posizionabili, ri-calibrabili, ri-configurabili, permettendo perciò, a lui prima e agli altri di conseguenza, la possibilità di evolversi senza esserne lesi irrevocabilmente. Alla fine <b>che cosa faccia</b> per ottenerlo non è rilevante, conta il fatto che <b>ci riesca</b> e che avvenga il ri-posizionamento della salute nel corso del quotidiano, con una nuova acquisizione e una nuova consapevolezza. <br />
Ne è un esempio la storia, dei nativi che, all’arrivo di Colombo, non vedevano le navi perché non avevano le connessioni sinaptiche adeguate a visualizzare quel tipo di oggetti. Per riuscirci, lo sciamano ha dovuto far ri-calibrare prima le sue sinapsi e poi ha potuto far qualcosa per i suoi. <br />
La storia si ripete. Ancora una volta, tocca agli sciamani, anche i nostri, ricalibrare le proprie connessioni per vedere ciò che c’è! <br />
Nell’immaginario delle nostre latitudini, c’è la visione che gli sciamani siano un po’ ridicoli, tanto da considerarne i paramenti costumi di carnevale. Quello che però sembra ridicolo se posto davanti agli occhi degli altri, stimola una grande curiosità nell’intimo e tanto più è folcloristico, tanto più significativa è la portata. In realtà, viene apprezzato in chiunque il coraggio di fare cose scenicamente e coreograficamente anormali. Se uno fa quei versi, conciato in quel modo e con quella convinzione, non può non essere uno che sa, altrimenti si vergognerebbe, come si vergognano coloro che guardano. Gli orpelli del rituale, che a casa loro hanno dei significati di focalizzazione e determinazione molto importanti, qui sono solo simulacri di un coraggio che il conformarsi ha eliminato. <br />
Bontà loro, gli sciamani “veri”, però, QUI sono chiamati a svolgere un ruolo che non gli compete, perché QUI, dove vengono invitati ad agire la loro potenzialità, non hanno un villaggio, né una tribù che concepisca la serietà del loro lavoro, né i riferimenti culturali che lo motivano e ne giustificano il risultato. In realtà, tanto più abnorme è l’azione che svolgono, tanto più radicale è la destrutturazione neuronale. Il loro coraggio è reale, ma non per vincere la vergogna, bensì per smontare le abituali credenze e convinzioni, tanto da generare delle nuove connessioni. Questo coraggio non ha la carica emotiva che gli diamo noi, però, perché per loro è <b><i>routine</i></b>... <br />
Dalle nostre parti, a causa del lavoro svolto dalle logge di potere, non è nemmeno possibile cercare di destrutturare le connessioni neuronali delle credenze e convinzioni perché <i>bisognerebbe prima destrutturare la convinzione che <b>le convinzioni non esistano</b></i> e che si è tutti in grado di recepire le informazioni <i>così come sono</i>. Il rassicurante conformismo serve a questo: non serve “pensare” da soli quando c’è chi “pensa” per tutti.... Cosa che alcuni individui delle nostre parti non fanno.... <br />
Le conoscenze dello sciamano “de noantri” sono come quelle degli sciamani “veri”, e sono acquisite perché la sua vita è stata segnata da un percorso di sofferenza vissuto in silenzio, al quale ha cercato di rispondere con la ricerca personale. Qui non ci sono anziani che trasmettono la conoscenza saltando una generazione, quindi le conoscenze sono state acquisite dall’unico “anziano” a disposizione: <i><b>la sua anima</b></i>. È questa che l’ha portato a esplorare, a volte contro ogni logica e il parere di altri, territori in cui veniva richiamato da urgenze spesso in opposizione ai suoi desideri. Si è trovato spesso, trascinato da una forza estranea, a non capire perché era dov’era e a fare quello che stava facendo. Spesso, spessissimo, senza averne la minima voglia, né, secondo lui, la competenza sufficiente, si è trovato ad essere responsabile di attività di un gruppo al quale ha dovuto far fare cose che nemmeno lui credeva di sapere come si facessero, ma che risultavano poi, essere state fatte nel modo giusto. <br />
Ha continuato in questa ricerca per prove d’errore a volte al limite della sua sopravvivenza, esattamente come gli sciamani “veri”. Non sempre con, come sfidante, la natura selvaggia, ma la violenza della “civiltà” delle città e della convivenza con miglia di bipedi disumani. <br />
Ha acquisito, perciò, nel tempo, una padronanza della propria esistenza che si è rivelata, troppo spesso occasionalmente, utile ad altri. <br />
Ha aiutato spessissimo gli esseri umani che si rivolgevano a lui, a risolvere i loro problemi, la maggior parte delle volte lasciandosi guidare dallo spirito, visto che la mente non aveva le conoscenze sufficienti. <br />
Ha pagato salato, amaro, caro, pesante ogni volta che si è abbandonato all’Ego e lo ha visto in azione troppe volte per farsene manipolare ancora. <br />
Non si è mai posto come salvatore di qualcuno, anche se spesso gli è stato detto di aver salvato qualcuno. <br />
Ha cercato in ogni attività il senso profondo, la connessione con tutte le parti di sé, scoprendo di essere in connesione anche con tutti gli elementi e le forze della natura. Solo che si è occupato di viverle dentro di sé. <br />
Le arti, sia estetiche che per la salute, le pratiche cosiddette energetiche, le conoscenze derivanti dagli studi e gli incontri con centinaia di “maestri”, sono integrate in lui come un tutto unico a sua disposizione. Ma si scopre siano a disposizione degli altri che, anche casualmente (non esiste il caso, per lui), gli si rivolgono come “aiutatore”. <br />
Perché, allora, questo individuo non si considera e non è considerato uno <i><b>sciamano</b></i>? Come può, un essere umano, sentire su di sé e in sé la “chiamata” dello spirito in una cultura dove tale chiamata è attribuibile unicamente alle nefandezze della chiesa cattolica? <br />
Oltre alla solitudine di suo di un individuo che non ha a disposizione anziani che lo comprendano e lo indirizzino, c’è anche il terrore che quella “chiamata” lo porterebbe, se l’accettasse, a sottostare alle agghiaccianti regole della vita clericale o monastica. Uno sciamano dei nostri luoghi <i><b>NON PUÒ</b></i> essere uno sciamano, nonostante la sua anima lo voglia e il suo spirito lo ordini. <br />
Non è un caso che individui con queste caratteristiche vivano una vita alienata, conflittuale, scontrosa, arrivando a forme di depressione, alcolismo e “dipendenze”. È un’identità negata e, in più, osteggiata dalla comunità stessa, proprio quella a cui si sente di poter essere utile. <br />
Ma non sarà forse un problema di anacronismo? O di raggiunta civilizzazione? Semplicemente non serve più lo sciamano da queste parti? <br />
Io dico che non è un caso che in tutte le culture tribali, di tutte le latitudini, da sempre, ci sia un lignaggio di questi esseri umani (uomini o donne). Che sia normale, cioè, che ci sia un individuo (o alcuni) che si occupino di cose, utili alla tribù, di cui nessun altro può occuparsi. E se è così da sempre, vuol dire che probabilmente fa parte dell’evoluzione biologica dell’essere umano in generale. Se è cominciata allo stesso modo dappertutto ed è ancora presente in molte culture, questo significa che il ruolo “sciamano” ha continuato ad essere parte integrante della biologia del gruppo dappertutto, ma solo da qualche parte si è manifestato materialmente. E ciò significa che se la <i>chiamata</i> dello sciamano è ancora presente dappertutto lo è anche da noi. <br />
Per molte centinaia d’anni, da noi quella chiamata è stata sentita e vissuta in individui che hanno preso il ruolo di medici, o di preti, poi di artisti, e ultimamente di psicologi. L’ evidenza dei fatti dimostra però che ognuna di queste attività ha tenuto lontano l’<i>invisibile</i>, che nella nostra cultura è stato risucchiato dalle religioni (tutte). <br />
L’individuo sciamano non può, semplicemente, avere punti di riferimento della possibilità che possa vivere pienamente questa sua essenza. Non c’è nessun punto di riferimento, tranne il pericolo che correrebbe se la manifestasse. <br />
Ecco, allora, il compito fondamentale, oggi, degli sciamani “veri” che vengono a visitarci. Ci stanno dicendo che gli sciamani sono anche da noi, ma che sono ruoli ben diversi dal medico, dallo psicologo o dal prete. <br />
Ci mostrano che quelli che sono nati qui da noi, e che hanno fatto la gavetta nel loro modo così conflittuale, in realtà hanno svolto il tirocinio adeguato, e ora sono pronti a servire la tribù allargatissima di cui fanno parte.<br />
<b><i>Ora è tempo che svolgano appieno il loro ruolo</i></b>Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-82405614140755908882010-05-07T00:17:00.000-07:002010-06-13T08:31:52.975-07:00Incontro con lo Sciamano<span style="font-size:130%;">Molto tempo fa, all'inizio del mio percorso spirituale con lo "sciamanesimo", è successa una cosa un po' particolare. Voglio raccontarla perché spiega la fatica impiegata fin qua a capirci qualcosa ed è il motivo per cui finalmente, ma solo ora, posso mettere a disposizione le conoscenze acquisite. Durante la mia prima capanna sudatoria condotta da uno sciamano "ufficiale", chiesi per me, nel primo quarto, la possibilità di potermi guadagnare da vivere con il teatro e la recitazione perché all'epoca mantenevo la mia passione con quella che chiamano gavetta: mille lavoretti per lo più estremamente faticosi come manovale, scaricatore in porto e in mercato, montaggio e smontaggio impalcature, ecc. Oltre alla fatica in sé, mi sentivo privato dell'energia necessaria per fare l'attore e il regista. La mia "Intenzione" era, perciò, puntata totalmente al raggiungimento di questa mèta. Questo era l'ambito in cui è avvenuto ciò che sto per raccontare e che spiega, quindi, le mie "difficoltà".Nella capanna saremo stati una ventina e ognuno si stava facendo la sua storia privata: il weekend con lo "sciamano", la cerimonia, gli insegnamenti, le illusioni, la ricerca, l'ego ipertrofico, l'imbecillità, la speranza... E i costi! Finito tutto sarebbe rimasta ancora un po' di magia fino al lunedì mattina: poi ci si sveglia e ricomincia la lotta e lo Spirito tornerà in un altro weekend.<br />Il mercoledì, però, a me succede una cosa strana: stavo facendo la regia di uno spettacolo in uno di quei magazzini che tutti usano all'inizio (le famose "cantine") che si apriva sulla strada con una saracinesca arrugginita. Bussano, alzo la saracinesca dall'interno (immaginate il rumore) e mi trovo davanti... lo sciamano! La gente del rione già sapeva che lì dentro succedevano cose strane, ma, all'aprire, vidi che i "vicini" erano raggruppati ad osservare questo strano tipo, incrocio fra madre cheyenne e padre afroamericano, alto 2 metri e vestito da... sciamano in borghese. Lo accompagnava la ragazza che aveva fatto da interprete al seminario. Meno male! Era venuto da Milano (dove risiedeva in Italia) a Trieste perché doveva parlare con me. Mi chiede se volevo pranzare con lui il giorno dopo. Avevo anch'io la bocca spalancata e, ripreso il controllo del mento, riuscii a rispondere "Sì, certo!". Passai a prenderli il giorno dopo con la mia 500, quella originale. Immaginate: io alla guida 1,80, lei dietro 1,75 e lo sciamano a fianco a me, 2 metri, con la testa fuori dalla cappotta aperta in giro per il centro... In ristorante (altra sequenza da kandidcamera), dopo aver ordinato comincia a spiegarmi che la notte dopo la capanna gli sono venuti a parlare in sogno gli antenati radunati in consiglio: nel linguaggio dei sogni gli hanno detto che doveva dirmi che "Angelo avrà ciò che ha chiesto se prima Troverà I Suoi Antenati e diventerà Il Principe Dell'Utero." Qui devo ricordare che io montavo e smontavo impalcature sulle facciate delle case e sognavo il teatro e avevo incontrato gli Indiani d'America per uno spettacolo in commemorazione del "Massacro di Wounded Knee". Mi risuonavano molto, però non avevo la minima idea non solo di "cosa" stesse risuonando, ma nemmeno di cosa significasse "risuonare". Perciò non possedevo nessun parametro di riferimento per decodificare quello che mi stava dicendo. Era venuto apposta, però, (non c'era ancora l'Alta Velocità) e mi offriva il pranzo per ascoltarlo. E non aveva voluto il taxi, ma la 500!!! Anche se non sapevo niente di "Intento" e "Legge di Attrazione" dovevo ascoltarlo!<br />Un impulso strano mi aveva portato, per il mio ultimo compleanno, alcuni mesi prima, a fare un giretto fra gli "Etruschi" nei dintorni di Piombino con la mia 500 e a starci 5 giorni. Gli chiesi se c'entrasse qualcosa e lui mi disse di sì, ma solo come punto di partenza per andare più indietro. "Per fare che?" Semplice: "Per portare nel presente ciò che si sono tenuti per se lì tutto questo tempo..." OVVIO! Lampante! Quasi banale! Approfondimmo un po' (glielo feci credere) e poi passammo al "Principe dell'Utero". Cioè: dalla padella alla brace! In pratica avrei dovuto "restituire alle donne il loro potere..." IO???? Che già ne avevo a bizzeffe di casini con le donne. Argomentò la cosa facendo un paragone con i Neri dell'Africa, a cui non bastava dare la Libertà e l'Indipendenza, ma a cui si doveva restituire il loro Potere delle Tradizioni. Eccerto! Più chiaro di così?<br />Sempre conscio del sacrificio che aveva compiuto per venirmi a comunicare queste cose, cercavo di mantenermi generosamente gentile e cortese, e fù con titubanza che obbiettai che sarebbe stato difficile, se non impossibile e che, minimo minimo, mi avrebbero tirato dietro qualcosa se proponevo loro una cosa del genere. Quindi, sia per l'una fatica, sia per l'altra gli chiesi cosa dovevo fare e come. La risposta? "Se volevo la bicicletta dovevo pedalare!" Rassegnato (vabbè, ancora niente soldi col teatro) gli dissi che era impossibile ciò che mi chiedeva/evano e lui, preso a compassione mi sorrise e esordì: "About Spirit nothing is possible or impossible: everithing is already now, here!" Sempre grato per il suo sacrificio, sorrisi e lo ringraziai, mentre dentro lo mandavo aff..... Li accompagnai in stazione e lasciai lì, con lui, anche tutto ciò che mi aveva detto. Che se lo riportasse pure a Milano e se voleva anche a casa sua....<br />Sono passati 20 anni. Per quanto riguarda lo Spirito, lo sciamano aveva ragione: se ne frega di quello che ne pensiamo noi! E ha continuato a mettermi davanti le soluzioni al mio problema. Io ci ho provato a comprenderle e ad usarle. E, forse, adesso, è il momento di comunicarle.</span>Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6332655179819206819.post-55969131119224790342010-05-06T08:40:00.000-07:002015-04-03T01:04:36.488-07:00LA MEDICINA DELLE RUOTE<span style="font-size:130%;">È la più antica "medicina", quella degli Sciamani, per intenderci!La Medicina delle Ruote si basa sulle Ruote di Medicina, o Chiavi Sciamaniche ed è l'osservazione delle analogie fra i cicli della natura e quelli dell'uomo. .Le Ruote sono tantissime, e ognuna è uno strumento dato dallo Sciamano al "paziente" per aiutarlo a raggiungere la guarigione. L'anima ha perso la sua connessione con la personalità e lo Sciamano, attraverso il "viaggio sciamanico", cercherà di rimetterli in collegamento. Prima è opportuno, però, che il "malato" comprenda dove si trova e perché. Da ciò la guarigione è più radicale. La conoscenza delle Ruote è la conoscenza della mappa per muoversi sul territorio e il territorio è l'individuo che, per certi versi, ha le stesse caratteristiche qualsiasi nome abbia e in qualsiasi posto si trovi. Ma la conoscenza di queste mappe non sostituisce assolutamente il lavoro dello Sciamano, o "uomo di Medicna" ( che non è la stessa cosa, ma è un altro capitolo). Infatti egli opera con le energie che sono aldilà del piano umano, ma, per farlo, deve per forza avere l'autorizzazione del "paziente". Che significa "consapevolezza" del territorio su cui ci si muoverà. E per percorrere il quale ha bisogno delle mappe che lo descrivono.Ecco quindi che la Medicina delle Ruote sta nella consapevolezza che le Ruote di Medicina sono strumenti di viaggio e non Il Viaggio, sono Mappe del Territorio e non il Territorio.La prima, o Ruota di Base, si chiama anche "Cerchio della Ragazza delle Stelle" (Star Maiden Circle). Ella la donò alla Nazione e, nel lavorare su questa, la Nazione potè "vedere" tutte le altre.Alcune Ruote: dell'Armonia, dei Tiranni, dell'Alchimia, delle Scuse, delle Simulazioni, dei Nemici del Guerriero, degli Attributi e delle Qualità, degli Sbagli, dei Creatori d'Immagine... e tante altre. E sono tutte basate sulla Ruota di base.<br />
</span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha-bd9uoUBKx9zYSN7ppaiJAeKmYkmy6AsN1TFFgH0SwUAt1DtYyEOPe6xzZxeo0E6r1e6esQEnBdsib20lS5XDEIP0sCNWqlsG069N8UEP0b4qc6g-XMZ-Y5Q0zC4PLMCxBfiJxXPDrPS/s1600/Star+Maiden+Circle+.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha-bd9uoUBKx9zYSN7ppaiJAeKmYkmy6AsN1TFFgH0SwUAt1DtYyEOPe6xzZxeo0E6r1e6esQEnBdsib20lS5XDEIP0sCNWqlsG069N8UEP0b4qc6g-XMZ-Y5Q0zC4PLMCxBfiJxXPDrPS/s320/Star+Maiden+Circle+.jpg" /></a></div><br />
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(è in costruzione,perciò è bellissimo se ci sono domande su cui basare le ulteriori chiarificazioni)Angelo Mammettihttp://www.blogger.com/profile/15073139258437710307noreply@blogger.com0