giovedì 4 maggio 2023

A CHE PUNTO È LA NOTTE?

È un mio sfogo, un mio chiacchierare con l'Universo, probabilmente inutile da leggere. 

Credo, nelle miriade di cose scritte, di non aver mai scritto qualcosa di bello, rispetto alla mia vita, in relazione a persone, a eventi, a esperienze. Sempre e comunque gli aspetti negativi.

Se mi fermo a pensarci, salta all’occhio come io abbia sempre avuto un approccio lamentoso alla vita e che l’influenza degli altri, soprattutto delle altre, abbia determinato tutti i miei stati d’animo.

Comincio a credere di non aver mai amato nessuno, in realtà, ma di essere solo stato a osservare le altre che mi amavano e che, dandomi la loro attenzione – che non ho dubbi a credere che fosse amore nella maggior parte – mi rassicuravano con la loro presenza e mi davano quello che a me stesso non ho mai dato, l’amore, appunto.

Per il resto, ogni cosa che ho intrapreso, portandola fino in fondo al massimo delle mie potenzialità e con discreto successo, sia stata solo l’opportunità per sfidare quel qualcosa di me che mi diceva che non valgo una mazza. Ottenendo l’approvazione da parte degli altri, potevo dire di essere qualcuno.

Troppo spesso ho sognato, quando facevo l’attore, il momento in cui avrei ricevuto l’oscar, o gli ingaggi milionari in film famosi.

Troppo spesso ho anche sabotato i vari corsi in cui insegnavo le cose che ho scoperto entrando in tensione quando non ottenevo gli elogi dei partecipanti.

E continuo a pensare che ogni mia riflessione o idea o illusione debba passare al vaglio di un pubblico.

Il tutto con l’intento di essere apprezzato, considerato… amato.


 

Perché non sono io ad amarmi.

E immagino che questo si senta.

Ed è per questo che, ovviamente, io ho fatto tutto con immenso sforzo, dannandomi a spaccarmi in quattro, non per il compimento di un’opera, ma per giungere al momento del riconoscimento.

Devo dire che ho anche lavorato sodo a certe cose senza aspettarmi niente e avendo, anzi, un effetto inaspettatamente entusiasmante da parte degli altri.

Spesso, infatti, credendomi invisibile e facendo cose con tutta la mia energia, cura, attenzione e determinazione, mi sono ritrovato ad essere riconosciuto e stimato.

Ora vivo questa tremenda angoscia dell’aver rovinato tutto e del non aver più tempo per fare altro. Tutte le competenze che ho acquisito le considero inutili, svanite dalla mia possibilità, e con un’inefficienza fisica che mi impedisce di portarle eventualmente avanti come ero in grado di fare.

Già. Anche il non sopportare il decadimento fisico e l’aver creato il blocco al recupero di una certa vitalità con le emorroidi debilitanti, mi sta imponendo la lamentela verso un universo che mi ha abbandonato e che non mi ama. Dato che ormai non ho più nessuna relazione con esseri umani, né donne, né amici, né gruppi di lavoro.

Cosa voglio?

In realtà non ho scelta: o mi amo, o comincio ad amarmi, o sono destinato ad un inesorabile decadimento in accelerazione.

E non c’è nessuna nuova opportunità a mia disposizione, non c’è niente che possa dirsi degno di essere vissuto, nemmeno – o meglio: men che meno – la ricerca di un modo per rigenerarmi.

Quindi, Universo, puoi darmi una mano ad apprendere l’amore per me stesso?

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