mercoledì 6 agosto 2014

L' Anarchico è una SPECIE

Credo che l’errore che si protrae da millenni sia quello di considerare l’essere umano una sola specie. Mentre esistono due specie, distinte l’una dall’altra come si distingue la specie “polpo” dalla specie “begonia”.

“O t’elevi, o te levi!”, dice il saggio.
Ecco: appunto! Non ho la minima voglia di levarmi, quindi... .
Credo che l’errore che si protrae da millenni sia quello di considerare l’essere umano una sola specie. Mentre esistono due specie, distinte l’una dall’altra come si distingue la specie “polpo” dalla specie “begonia”.

Questo ha comportato una serie di strutturazioni neuronali, di sinapsi, di inconscio collettivo ed eredità genetiche che comportano ora l’impossibilità del cambiamento.
Esistono quindi la specie “Essere Umano” e la specie “Organismo Unicellulare Antropomorfo”.
Sapere questo fa si che cambino le visuali di eventuali progettazioni comuni, per cui ciò che sembrava possibile solo se condiviso da molti, ora diventa possibile solo se condiviso fra simili. La “democrazia”, per esempio, è utile ad una sola delle due specie, mentre per l’altra può esistere solo l’ “anarchia”. Che si organizzino quindi ognuna in base alla sua genealogia e poi possono interagire fra specie dallo stato in cui sono. Come i nomadi interagiscono con lo Stato, o un regno con una repubblica, così può fare un anarchico con un democratico: ognuno ha la sua responsabilità di onorare i contratti, di non ledere la salute, i beni e la libertà dell’altro e di creare la propria felicità.

Come si fa a distinguerne una dall’altra? Credo che al momento non ci siano gli strumenti ïᢞadatti a verificare il diverso “tipo” di DNA. Come credo che in realtà non si sappia cosa cercare, perché si da per scontato che sia la stessa specie e perché una specie è molto più numerosa dell’altra, quindi è più facile trovare lo stesso tipo, o, in caso si incocciasse in quello dell’altra specie, verrebbe segnalata come anomalia, se non come malattia.
Non ho quelle competenze né la possibilità di entrare in un laboratorio di ricerca molecolare. Quindi c’è da sperare che qualche biologo raccolga questa mia follia, si faccia venire dei dubbi e si metta a cercare.
Attualmente, quindi, ci si può basare solo sul comportamento, ma anche qui con le dovute cautele, dato chemolti individui di una specie riescono a imitare il comportamento di quelli dell’altra. Ci vuole un po’ di pratica per riconoscere i mistificatori, ma alla fine, se si riescono a soffocare i rigurgiti di coscienza, si distingue molto chiaramente la differenza.
Per esempio: quelli di una specie, non riconoscono regole prestabilite, ma solo accordi di gestione di rapporto, in tutti i tipi di relazione, nel riconoscimento della propria e dell’altro libertà totale, mentre quelli dell’altra specie, utilizzano un comportamento simile, ma alla fine si scopre che serve solo al proprio libertinaggio; i primi non concepiscono la competizione, mentre i secondi né assumono il comportamento per la loro paura di perdere la sfida. E cose così.
È difficile discernere, ancora, ma col supporto della sc’ïenʐa ce la si può fare. A quel punto non si potrà più evitare di ri-considerare ogni e qualsiasi tipo di legislazione, di istituzione, di contratto, di interazione.
Quello che, però, al momento è possibile fare, è liberarsi da malattie, disagi privati e condizionamenti derivanti dal credersi appartenenti ad una stessa specie. Sia chiaro che non sto parlando di RAZZE diverse, quindi non c’è nessun razzismo, né conflitto. La mia occupazione precipua è sempre e comunque la Libertà, mia e di chiunque, quindi è perché ognuno viva libero di essere se stesso che credo sia importante sapere CHI si è. C’ è un libro di Anthoy De Mello che si intitola “Manuale per un’Aquila che si crede un Pollo”, che è stato scritto proprio per permettere di trovare la propria felicità riconsiderando la propria identità dopo aver appreso che è stato per un caso che si è cresciuti credendo di essere altro da ciò che si è. Aquile e Polli hanno entrambi la loro dignità, ma sono due specie diverse, con abitudini alimentari diverse, capacità di muoversi diverse, e infinite altre diversità sotto gli occhi di tutti. Uno di una specie che si crede appartenente all’altra, è destinato a sofferenze atroci, oltre che essere definitivamente prigioniero di una credenza e non di sbarre reali.
Sapere di essere un’aquila in gabbia è diverso che credere di essere una gallina in gabbia. La gabbia resta la stessa, ma la coscienza di sé, e quindi di un’eventuale fuga, è completamente diversa.
A me sembra un primo passo fondamentale perché se cambia il modo di pensarSI, cambia di conseguenza il modo di pensaRE, e cambiando questo, cambia anche la realtà che si riesce a creare. E da lì, poi, il resto a caduta!
Ecco! L’ ho detto! Ora continuo a fare i miei studi e le mie ricerche che poi condividerò man mano che procedono.
Intanto spero di essermi liberato di un grosso malloppone.

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