Ho guardato un’iniziativa che mi sembra molto bella, perché utile e intelligente, d cui mi sono innamorato: ALEPH BIODINAMICA UMANISTICA PNL - Università Aleph .
Gli scopi e l’essenza della
realtà che si prefiggono mi trovano più che d’accordo.
Poi ho visto un video in cui
Claudio Messora, su “ByoBlu”, intervista Mauro Scardovelli,
ideatore e fondatore di questa Università. Egli spiega e racconta
come funzionerà e a chi si rivolgerà. Soprattutto racconta quali
sono le regole e le direzioni alla base di questa idea.
Se penso che è un’alternativa
a ciò che c’è, non posso che sperticarmi in lodi e augurarmi
l’espansione del progetto ad un pubblico immenso e su tutto il
territorio nazionale e internazionale.
Che sia chiaro che mi auguro
che si iscrivano milioni di persone, che già sarebbe una rivoluzione
culturale enorme.
C’è un “ma”, però, su
cui voglio esprimere la mia opinione.
Il mio punto di partenza è da sempre articolato in questi punti:
- o cambia la cultura del singolo, o non cambia niente
- o la Libertà è Totale, o non è Libertà
- Essere Liberi significa “essere i creatori della propria Realtà”
- o il nuovo è “nuovo”, o è solo un restailing del vecchio
- o la Spiritualità “fa crescere il grano”, o non è Spiritualità (e non ha niente a che fare con istituzioni religiose o culturali di etica e morale che sono invenzioni della mente e un sistema di controllo dall’alto).
Detto e ribadito questo, ora
mi spiego meglio.
Sento che per una certa parte
dell’Umanità non basta più qualcosa che, anche se ad un livello
così elevato, ha comunque a che fare con modalità del passato, o,
per meglio dire, del “solito” modo di pensare che viene da
lontano nel passato.
La questione è proprio il
“pensare” e l’osservazione che
c’è sempre qualcuno che ritiene di essere all’altezza di stabilire e, perciò, di sindacare quale sia il modo giusto di pensare.
Come ho ampiamente argomentato
in “La Libertà è Oltre...”, nel corso dei millenni abbiamo
strutturato una modalità di usare la nostra “capacità di
astrazione”, tale per cui restiamo bloccati nel “risolvere
problemi” della realtà che ci circonda, invece di scoprire la
strada per essere i creatori di quella Realtà che ci compete, cosa
di cui ogni singolo individuo ha da farsene carico individualmente.
In quella Realtà, non ci può
essere nessuna prevaricazione, violenza o sopruso, non perché si
stabilisce una morale e un’etica che lo garantisca, ma perché è
matematicamente e geometricamente impossibile.
Dal momento in cui è il singolo ad essere il creatore della propria realtà, non ha bisogno di alcun apporto esterno per ottenerla, né schiavi, né governanti.
Nello spazio e nel tempo della
creazione individuale, ci si incontra con altri simili che, agendo
allo stesso modo, stanno seguendo ciò che sono
e non possono che essere uguali fra loro. Nessuno fra loro può
stabilire cosa sia giusto o sbagliato perché, essendo integrato con
la propria coscienza, non può che esserlo con quelli come lui.
Non
avrà perciò nessuna regola
certa
a cui sottostare e a cui “devono” sottostare tutti gli altri,
perché avrà la piena consapevolezza che, essendoci solo
probabilità,
ognuno potrà confrontarsi con ciò che gli si para davanti e
scegliere.
Sono l’unico lettore di
queste righe di cui sono scrittore, perciò non ho bisogno di essere
più chiaro di così.
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