domenica 19 maggio 2019

Ricchezza, abbondanza e povertà.

Opulento o Misero?

Sono stato costretto a farmi alcune domande su Ricchezza, abbondanza e povertà. perché mi ritrovo anch’io a combattere con la fatica di chiunque abbia difficoltà a sbarcare il lunario, come si dice prosaicamente.

Chissà quanti manuali e corsi per diventare ricchi avete come me cercato, possibilmente gratuiti, vista la condizione di partenza. Già. Perché poi, in concreto, se ho i soldi per comprare quei corsi, vuol dire che in qualche modo entrano, ci sono a disposizione.

Ma “Come diventare ricchi in 10 passaggi” è un titolo che tira. E chi non ci starebbe?

Solo che, appunto, la tecnica descritta fa diventare ricco chi la vende, non chi la compra.
Non entro nel merito dell’etica e della manipolazione, non tanto perché gli sciacalli meriterebbero le attenzioni delle forze dell’ordine, ma perché se possono sfruttare questa leva emotiva è perché c’è chi ha bisogno di farsi dare istruzioni speciali per una competenza speciale che crede di non avere e che crede si possa avere.
Leva emotiva, dicevamo, ed è il momento di fare i conti con Lei.
Se è di emozioni che si parla, stiamo argomentando qualcosa che al 95% rientra nella sfera di pertinenza dell’inconscio (o subconscio che dir si voglia), per cui non c’è nessun manuale che possa scalfire un’emozione. I manuali si rivolgono alla parte conscia, razionale, calcolatrice.
Allora lasciamo perdere tutto ciò che riguarda la “conoscenza” - di tecniche, in questo caso – e andiamo a guardare qualcosa che di solito non solo non si vede, ma non si guarda nemmeno: i meccanismi dell’inconscio.
Il primo, di cui è fondamentale prendere atto anche per proseguire questa lettura, è che non si modifica di un micron se ci si ferma al solo aspetto intellettivo. Capire o “essere d’accordo” non sfiora minimamente la preponderanza reattiva del meccanismo inconscio.
Quindi è bene prepararsi ad affrontare questa informazione predisponendo una modalità di ascolto delle sensazioni e alle reazioni che avvengono istantaneamente in noi, allenandosi ad essere sempre più veloci a coglierle. Mettersi di buzzo buono ad allenarsi con pazienza cominciando da piccoli “pesi”, è il metodo migliore in ogni “palestra”.

Cominciamo col mettere alla luce una dialettica che non viene mai presa in considerazione perché ci sono tanti sinonimi che vengono usati indistintamente, quali ricchezza/povertà, abbondanza/mancanza, prosperità/indigenza e altre.

Quella di cui parlo è opulenza/miseria.
Queste due parole hanno una valenza diversa dalle altre e vengono definite in linguistica “di alto registro”. Il che significa solamente che, in base alla loro etimologia, il significato che esprimono è molto ampio. Per esempio, con queste due, a seconda del contesto si possono esprimere concetti diametralmente opposti.
Io voglio fermarmi alla loro origine.
Cito:
dal latino opulentus, derivato di ops 'mezzi, ricchezza, potere', col suffisso -ulentus, che indica abbondanza. https://unaparolaalgiorno.it/significato/O/opulento
L'etimologia della parola miseria è da ricondursi alla radice sanscrita mi- che significa distruggere, diminuire... (si ritrova anche in meno). Da questa radice, il greco μῖσος (misos) = odio, avversione e poi il latino miseria = estrema povertà, in senso lato, sciagura, afflizione, bisogno... https://www.etimoitaliano.it/2014/11/miseria.html
Ecco.
Sono coinvolti tutti gli aspetti della vita di un essere umano, a seconda di quale delle due descrive lo stato di vita.
Ora è il momento di mettersi ad ascoltare le sensazioni e le reazioni, come dicevo poco sopra, utilizzando l’aspetto intellettuale per “guardare” delle foto, dei quadri o delle statue, e “ascoltare” cosa muovono in noi.
Si può voler essere ricchi quanto ci pare, desiderarlo con tutto noi stessi, ma se il nostro inconscio/subconscio è formato sulla “miseria”, faremo di tutto, inconsapevolmente, per restare “in miseria”. Magari riusciremo ad avere a disposizione del denaro, anche in abbondanza, ma in breve saremo ritornati alla nostra abituale “miseria”. Sono tanti i casi di chi si è “arricchito” per tornare in breve da dove era partito o ancora peggio.

La miseria, in chi la vive, non è soltanto mancanza di denaro, ma anche di energia vitale, di presenza di spirito, di valore di sé, di autostima e di profondità di valori.

Così come non è sicuro che un ricco sia opulento nel suo carisma, che emani energia vitale, che colpisca per la sua empatia e comunicazione.

In conclusione, suggerisco a me stesso, prima di tutto, di osservare i meccanismi inconsci che fin qui ho attribuito ad un fantomatico auto sabotatore in me. Non sta opponendosi a me, ma fa il suo mestiere al meglio delle sue competenze. È il Mago che è in me e che sa come fare per destrutturare quei meccanismi.
Opero.
Ciao.

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