Opulento o Misero? |
Sono stato costretto a farmi alcune domande su Ricchezza, abbondanza e povertà. perché mi ritrovo anch’io a combattere con la fatica di chiunque abbia difficoltà a sbarcare il lunario, come si dice prosaicamente.
Chissà quanti manuali e corsi
per diventare ricchi avete come me cercato, possibilmente gratuiti,
vista la condizione di partenza. Già. Perché poi, in concreto, se
ho i soldi per comprare quei corsi, vuol dire che in qualche modo
entrano, ci sono a disposizione.
Ma “Come diventare ricchi in 10 passaggi” è un titolo che tira. E chi non ci starebbe?
Solo che, appunto, la tecnica
descritta fa diventare ricco chi la vende, non chi la compra.
Non
entro nel merito dell’etica e della manipolazione, non tanto perché
gli sciacalli meriterebbero le attenzioni delle forze dell’ordine,
ma perché se possono sfruttare questa leva emotiva è perché c’è
chi ha bisogno di farsi dare
istruzioni speciali per una competenza speciale che crede di non
avere e che crede si possa avere.
Leva emotiva,
dicevamo, ed è il momento di fare i conti con Lei.
Se è di emozioni che si
parla, stiamo argomentando qualcosa che al 95% rientra nella sfera di
pertinenza dell’inconscio (o subconscio che dir si voglia), per cui
non c’è nessun manuale che possa scalfire un’emozione. I manuali
si rivolgono alla parte conscia, razionale, calcolatrice.
Allora
lasciamo perdere tutto ciò che riguarda la “conoscenza” - di
tecniche, in questo caso – e andiamo a guardare qualcosa che di
solito non solo non si vede, ma non si guarda nemmeno: i
meccanismi dell’inconscio.
Il primo, di cui è
fondamentale prendere atto anche per proseguire questa lettura, è
che non si modifica di un micron se ci si ferma al solo aspetto
intellettivo. Capire o “essere d’accordo” non sfiora
minimamente la preponderanza reattiva del meccanismo inconscio.
Quindi è bene prepararsi ad
affrontare questa informazione predisponendo una modalità di ascolto
delle sensazioni e alle reazioni che avvengono istantaneamente in
noi, allenandosi ad essere sempre più veloci a coglierle. Mettersi
di buzzo buono ad allenarsi con pazienza cominciando da piccoli
“pesi”, è il metodo migliore in ogni “palestra”.
Cominciamo col mettere alla luce una dialettica che non viene mai presa in considerazione perché ci sono tanti sinonimi che vengono usati indistintamente, quali ricchezza/povertà, abbondanza/mancanza, prosperità/indigenza e altre.
Quella
di cui parlo è opulenza/miseria.
Queste
due parole hanno una valenza diversa dalle altre e vengono definite
in linguistica “di alto registro”. Il che significa solamente
che, in base alla loro etimologia, il significato che esprimono è
molto ampio. Per esempio, con queste due, a seconda del contesto si
possono esprimere concetti diametralmente opposti.
Io voglio fermarmi alla loro
origine.
Cito:
dal
latino opulentus, derivato di ops 'mezzi, ricchezza, potere', col
suffisso -ulentus, che indica abbondanza.
https://unaparolaalgiorno.it/significato/O/opulento
L'etimologia della parola
miseria è da ricondursi alla radice sanscrita mi-
che significa distruggere, diminuire... (si ritrova anche in
meno). Da questa radice, il greco μῖσος
(misos) = odio, avversione e poi il latino miseria
= estrema povertà, in senso lato, sciagura, afflizione,
bisogno... https://www.etimoitaliano.it/2014/11/miseria.html
Ecco.
Sono coinvolti tutti gli
aspetti della vita di un essere umano, a seconda di quale delle due
descrive lo stato di vita.
Ora è il momento di mettersi
ad ascoltare le sensazioni e le reazioni, come dicevo poco sopra,
utilizzando l’aspetto intellettuale per “guardare” delle foto,
dei quadri o delle statue, e “ascoltare” cosa muovono in noi.
Si può voler essere ricchi
quanto ci pare, desiderarlo con tutto noi stessi, ma se il nostro
inconscio/subconscio è formato sulla “miseria”, faremo di tutto,
inconsapevolmente, per restare “in miseria”. Magari riusciremo ad
avere a disposizione del denaro, anche in abbondanza, ma in breve
saremo ritornati alla nostra abituale “miseria”. Sono tanti i
casi di chi si è “arricchito” per tornare in breve da dove era
partito o ancora peggio.
La miseria, in chi la vive, non è soltanto mancanza di denaro, ma anche di energia vitale, di presenza di spirito, di valore di sé, di autostima e di profondità di valori.
Così come non è sicuro che un ricco sia opulento nel suo carisma, che emani energia vitale, che colpisca per la sua empatia e comunicazione.
In conclusione, suggerisco a
me stesso, prima di tutto, di osservare i meccanismi inconsci che fin
qui ho attribuito ad un fantomatico auto sabotatore in me. Non sta
opponendosi a me, ma fa il suo mestiere al meglio delle sue
competenze. È il Mago che è in me e che sa come fare per
destrutturare quei meccanismi.
Opero.
Ciao.
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