lunedì 29 giugno 2020

Solitudine e Consapevolezza

Solitudine o isolamento?


Mentre l’isolamento, che sia auto inflitto o imposto, è la percezione del distanziamento da altri esseri umani ben identificabili e della cui esistenza si è assolutamente coscienti, la solitudine è un ritiro in sé stessi anche in contesti di inclusione dove si è resi partecipi di attività in relazione a individui singoli o in gruppo.
La solitudine è la percezione di un incontro/scontro con sé stessi, l’isolamento di un confronto con gli altri.
C’è una sensazione diffusa di solitudine, di questi tempi, che l’isolamento imposto dalla pandemia ha solo accentuato, a causa delle manifestazioni di egoismo e analfabetismo funzionale.
Per molti, ciò che prima era un disagio galleggiante nel proprio quotidiano, è diventato uno stato di angoscia in profondità, da dove la sensazione di non appartenere a questo mondo, a questa specie è affiorata prepotentemente.
Si sono chiusi rapporti, con sconfortante sorpresa, fra amici di vecchia data, fra persone che ritenevano di avere punti di vista comuni. Ciò che avrebbe potuto renderci migliori, ha sdoganato, invece, in maniera sconvolgente, il peggio.
È apparsa, quindi, una sindrome nuova, quella di chi non vuole tornare alla vita di prima, ma che, anche, non vede possibilità di una vita migliore.
Voglio essere vicino a chi in questa bagarre ha percepito più in profondità la propria solitudine. E dire loro che non è più tempo di soffrirne.

TERZOPRINCIPIO DELLA DINAMICA.

A differenza del primo e del secondo principio, che valgono solamente nel sistema di riferimento inerziale, questo principio vale in qualsiasi sistema di riferimento.
I termini azione e reazione non vanno intesi in successione temporale, poiché si tratta di una situazione simmetrica (di una interazione).
Il terzo principio ha validità sia per le forze di contatto (come può essere tra una pallina da tennis e la racchetta) sia per le forze a distanza (come quelle gravitazionali).
La seconda forza (quella dovuta al principio di azione e reazione) non è intenzionale e non è eliminabile.” 
La fisica ci svela che sta succedendo qualcosa di cui non siamo coscienti, ma che può trasformare la percezione di disagio causata in apparenza dalla solitudine. Anche se ciò che si vede è un mondo di assaltatori e guastatori disadattati, completamente distanti dalla consapevolezza, col Terzo principio della dinamica possiamo interpretare i fatti con una visione positiva.
“… poiché si tratta di una situazione simmetricae la seconda forza “(quella dovuta al principio di azione e reazione) non è intenzionale e non è eliminabile.” È assunto che si stia muovendo una forza uguale e contraria: all’aumento dell’inconsapevolezza sta aumentando la consapevolezza. Il grosso disagio è dato, però, dalla “condicio sine qua non” dell’aumento di consapevolezza: ognuno lo fa da sé solo.
Il percepire la solitudine è l’effetto della consapevolezza che aumenta, che è però data dal fatto che ognuno ci deve lavorare da solo, su di sé, con i suoi strumenti e con le sue sole forze, anche se si percepiscono scemare.



Ancora una riflessione sul terzo principio, non una lezione, però. Le forze in campo, se sono uguali, anche se contrarie, dipendono dal rapporto massa/accelerazione di ognuno dei due oggetti. Ad esempio, non è necessario che la massa degli imbecilli con la loro forza di distruzione debba essere confrontata con quella di un eguale massa di consapevoli. Perché potrebbe essere l’accelerazione a fare la differenza nel rapporto, al punto da rendere uguali le due forze di azione/reazione.
Amo fare un esempio: capitasse di vedere 51 locomotive accese e in azione di cui 50 vanno in una stessa direzione mentre 1 sola si oppone loro, il sistema rimane in equilibrio perché quella che è da sola ha potenza uguale alle altre 50 messe insieme.
Non sto dicendo di avere la volontà di essere quella povera solitaria contro tutti, non dico di scegliere di salvare il mondo. 
Sto dicendo che, quel lavoro pazzesco che ognuno di coloro che lavora su di sé sta facendo, sta producendo qualcosa in un sistema chiuso che ha le caratteristiche sopra descritte. Non cambia niente per la povera locomotiva, comunque deve spingere e deve farlo da sola, come legge universale, comunque percepirà la sua solitudine e la fatica inerente, ma forse, un pizzico di sostegno le arriva dal sapere che ci sono suoi simili nella sua stessa condizione. “Mal comune, mezzo gaudio” diceva un detto, anche se di ben poca consolazione.
Quello che mi preme qui comunicare è che, nel sentire la propria solitudine, non serve farsi del male pensando di essere soli contro il mondo intero. Sta succedendo qualcosa di fondamentale che può essere portato ad un livello sempre più alto, e ce lo sta dicendo la fisica.  

Sta succedendo.  

Ed è quello che conta.
Non siete isolati, ce ne sono altri in giro per il mondo. Ma non cercateli, perché la “consapevolezza” non si può raggiungere in gruppo. Ci si può ritrovare insieme per condividere la propria esperienza, ci si può donare la propria comprensione e la propria amorevolezza, ma poi si torna, ognuno a casa sua, a continuare a “tornare” a sé stessi.
Approfittate di ogni opportunità di interazione con individui che lavorano su di sé, ma siate sempre consapevoli che non ci potrà mai essere il “partito” dei consapevoli, proprio perché se lo sono, “lavorano” da soli/Soli. 
E di Sole ce n’è sempre uno Solo, in ogni sistema solare. 
 

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